L’ITALIA DIVENTA UNO STATO LIBERTICIDA A larga maggioranza è stato approvato …


da Partito Comunista https://ift.tt/3D1xsPT

L’ITALIA DIVENTA UNO STATO LIBERTICIDA

A larga maggioranza è stato approvato il DDL 1660, creando tutti i presupposti per completare la trasformazione dell’Italia in qualcosa di molto simile a uno stato repressivo, limitando le possibilità di protesta dei cittadini. Dagli scioperi alle proteste contro le grandi opere, nessun diritto è stato salvaguardato dal governo.

Vediamone alcuni passaggi insieme:

1 – Blocco stradale e scioperi: un crimine punibile fino a 2 anni di carcere
Uno degli elementi più controversi riguarda la penalizzazione dei blocchi stradali e degli scioperi, che diventano reati penali punibili con pene fino a due anni di carcere. Questo provvedimento appare come un attacco diretto ai diritti dei lavoratori e al diritto costituzionale di sciopero. Criminalizzare una delle forme più basilari di protesta significa ridurre drasticamente lo spazio per la contestazione sociale.

2 – Proteste contro le grandi opere
Allo stesso modo, chi protesta contro le grandi opere, come la TAV o gli oleodotti, potrebbe vedersi punito con pesanti pene detentive. Invece di dialogare con le comunità locali e con i movimenti ambientalisti, il governo sembra voler chiudere la porta al confronto, scegliendo la via della repressione. Un segnale preoccupante in un momento storico in cui la crisi climatica dovrebbe essere al centro dell’agenda politica.

3 – Propaganda delle lotte: fino a 6 anni per il cosiddetto “terrorismo della parola”
Uno dei passaggi più ambigui del DDL riguarda la possibilità di punire con il carcere fino a sei anni chi diffonde “propaganda” a favore delle lotte sociali. Si introduce così il concetto di “terrorismo della parola”, una formula che apre la strada a interpretazioni potenzialmente pericolose. Cosa verrà considerato propaganda? Un articolo di giornale critico? Un post su un social network? La libertà di espressione è messa seriamente a rischio.

4 – Resistenza attiva e passiva: nuove pene sproporzionate
Il DDL introduce pene fino a 15 anni per la resistenza attiva alle forze dell’ordine, mentre la resistenza passiva, ribattezzata “anti-Gandhi”, è punibile con fino a 4 anni di carcere. Si tratta di provvedimenti che paiono sproporzionati e che rendono impossibile qualsiasi forma di disobbedienza civile, un principio che ha storicamente accompagnato i movimenti per i diritti civili in tutto il mondo.

5 – Carcere immediato per le madri incinte o con figli piccoli
Una delle disposizioni più disumane del DDL è la possibilità di incarcerare immediatamente anche le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno. Una norma che non solo ignora i diritti dei bambini, ma che va contro ogni principio di umanità e rispetto della vita familiare.

Sotto il paravento della sicurezza, vengono introdotte misure repressive che sembrano mirare non tanto a contrastare il crimine, quanto a limitare le libertà fondamentali dei cittadini.

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