Gramsci si rivolta nella tomba a sentire i commenti del direttore dell’omonimo Istituto tal Pd, Silvio Pons, sulla guerra in Libia.

Gramsci si rivolta nella tomba a sentire i commenti del direttore dell’omonimo Istituto tal Pd, Silvio Pons, sulla guerra in Libia.

E’ vergognoso che prestigiose (una volta) istituzioni di ricerca del movimento operaio siano in mano a pseudo intellettuali al servizio del capitale. E’ chiaro che col PD e con i suoi servi non vi potrà che esser nettezza di giudizio, anche per il danno  che fanno alle nuove generazioni. A questo punto vale la pena di leggere queste analisi dei servi dei padroni. Il commento sta a voi. compagne  e compagne:

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?currentArticle=YG9T3&articleFormat=pdf

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2 Replies to “Gramsci si rivolta nella tomba a sentire i commenti del direttore dell’omonimo Istituto tal Pd, Silvio Pons, sulla guerra in Libia.

  • Cominform

    By Cominform

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    Cosa dire? Che ha a che vedere Silvio Pons con Gramsci. ?

    Pons afferma con una sicumera arrogante che questa è una rivoluzione ‘democratica’ .. e probabilmente troverà conferme a questa sua tesi, ma non NEI FATTI, ma solo nella comoda situazione in cui si trova, di stare dalla parte del più forte (militarmente parlando)…

    Che si tratti di rivoluzione democratica è
    cosa già smentita dal semplice fatto che i rivoltosi anti-gheddafiani agitano la bandiera della Libia MONARCHICA (quella abbattuta appunto da Gheddafi).
    A Gramsci sarebbero apparsi più come dei nostalgici reazionari che non dei rivoluzionari.

    Poniamoci il problema che Gramsci certamente avrebbe analizzato per primo: questa rivolta è che CARATTERE di CLASSE HA?
    E’ di tipo borghese? Oppure è di tipo proletario?
    Borghese non è di sicuro: la Libia ha superato oramai la fase della rivoluzione borghese (forse appunto proprio nell’abbattimento della monarchia da parte di Gheddafi!).
    Che sia invece una rivolta con un certo contenuto proletario è probabile, ma non ha assolutamente alcuno sbocco in tal senso.. non esistono vere organizzazioni proletarie in Libia.
    A mio avviso ci sono due possibilità:
    1) è una rivolta proletaria, di cui però una parte della borghesia (tribale) locale ha subito preso il controllo (sotto forma di fazione opposta a Gheddafi)
    2) è una rivolta interamente organizzata dai servizi segreti di quale paese europeo (la Francia, tanto per non fare nomi), allo scopo di sottrarre la Libia alla sfera di influenza economica di un altro paese fratello (l’Italia).

    I ‘processi di democratizzazione’ non c’entrano assolutamente nulla, e Gramsci sarebbe stato il primo a bollare simili interpretazioni come ‘propaganda imperialista’.

  • Luca

    By Luca

    Reply

    Puedo expresar mis puntos de vista sobre la guerra en Libia con entera libertad.

    No comparto con el líder de ese país concepciones políticas o de carácter religioso. Soy marxista-leninista y martiano, como ya he expresado.

    Veo a Libia como un miembro del Movimiento de Países No Alineados y un Estado soberano de los casi 200 de la Organización de Naciones Unidas.

    Jamás un país grande o pequeño, en este caso de apenas 5 millones de habitantes, fue víctima de un ataque tan brutal por la fuerza aérea de una organización belicista que cuenta con miles de cazabombarderos, más de 100 submarinos, portaaviones nucleares, y suficiente arsenal para destruir numerosas veces el planeta. Tal situación jamás la conoció nuestra especie y no existía nada parecido hace 75 años cuando los bombarderos nazis atacaron objetivos en España.

    Ahora, sin embargo, la desprestigiada y criminal OTAN escribirá una “bella” historieta sobre su “humanitario” bombardeo.

    Si Gaddafi hace honor a las tradiciones de su pueblo y decide combatir, como ha prometido, hasta el último aliento junto a los libios que están enfrentando los peores bombardeos que jamás sufrió un país, hundirá en el fango de la ignominia a la OTAN y sus criminales proyectos.

    Los pueblos respetan y creen en los hombres que saben cumplir el deber.

    Hace más de 50 años, cuando Estados Unidos asesinó a más de cien cubanos con la explosión del mercante “La Coubre”, nuestro pueblo proclamó “Patria o Muerte”. Ha cumplido, y ha estado siempre dispuesto a cumplir su palabra.

    “Quien intente apoderarse de Cuba -exclamó el más glorioso combatiente de nuestra historia- solo recogerá el polvo de su suelo anegado en sangre”.

    Ruego se me excuse la franqueza con que abordo el tema.

    Fidel Castro Ruz

    Marzo 28 de 2011

    http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&id=275861&Itemid=1

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