Non si può sintetizzare meglio di quanto abbia fatto Michelangelo Severgnini nel suo post quanto accaduto a Tripoli con l’arrivo della premier italiana, Meloni. 8 miliardi per stipulare un contratto con un governo fantoccio dell’Occidente che non rappresenta il popolo libico, tiene in schiavitù 700mila profughi e fa contrabbando di petrolio. Se solo le “democrazie” occidentali, ossia la NATO, si facessero da parte e il popolo libico fosse libero di scegliersi il proprio futuro – dopo che nel 2011 glielo abbiamo distrutto – contrabbando, schiavitù e migrazioni forzate finirebbero, almeno in quella disgraziata terra. Questi contratti sono carta straccia. Se pure vedremo da lì un metro cubo di gas, ciò avverrà tra tre anni, dopo che l’Italia e l’Europa sarà già stata ridotta a un deserto industriale o peggio un tizzone ardente nuclearizzato. «In questo 20% di Libia non sta un solo pozzo di petrolio o gas. Ecco perché ora dobbiamo andarcelo a cercare sotto il mare. Eppure l’altra Libia, quella vera, quella legale, quella legittima, petrolio e gas ne hanno quanto ne occorre», ricorda Severgnini. Meloni ha chiesto di «trovare soluzioni strutturali e verificabili» sul contenimento dell’immigrazione irregolare – che ipocrisia! si vanno a dare altre motovedette a coloro che con questi mezzi la provocano e si trascura chi potrebbe risolverla! – anche « … in collaborazione con l’agenzia Onu sul campo»? Quell’agenzia che si rifiuta di riportare nei loro paesi i migranti che ne hanno diritto e lo chiedono a gran voce.


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Non si può sintetizzare meglio di quanto abbia fatto Michelangelo Severgnini nel suo post quanto accaduto a Tripoli con l’arrivo della premier italiana, Meloni.
8 miliardi per stipulare un contratto con un governo fantoccio dell’Occidente che non rappresenta il popolo libico, tiene in schiavitù 700mila profughi e fa contrabbando di petrolio. Se solo le “democrazie” occidentali, ossia la NATO, si facessero da parte e il popolo libico fosse libero di scegliersi il proprio futuro – dopo che nel 2011 glielo abbiamo distrutto – contrabbando, schiavitù e migrazioni forzate finirebbero, almeno in quella disgraziata terra.
Questi contratti sono carta straccia. Se pure vedremo da lì un metro cubo di gas, ciò avverrà tra tre anni, dopo che l’Italia e l’Europa sarà già stata ridotta a un deserto industriale o peggio un tizzone ardente nuclearizzato.
«In questo 20% di Libia non sta un solo pozzo di petrolio o gas. Ecco perché ora dobbiamo andarcelo a cercare sotto il mare. Eppure l’altra Libia, quella vera, quella legale, quella legittima, petrolio e gas ne hanno quanto ne occorre», ricorda Severgnini.
Meloni ha chiesto di «trovare soluzioni strutturali e verificabili» sul contenimento dell’immigrazione irregolare – che ipocrisia! si vanno a dare altre motovedette a coloro che con questi mezzi la provocano e si trascura chi potrebbe risolverla! – anche « … in collaborazione con l’agenzia Onu sul campo»? Quell’agenzia che si rifiuta di riportare nei loro paesi i migranti che ne hanno diritto e lo chiedono a gran voce.

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