IN FRANCIA I SIDACATI LOTTANO IN ITALIA SUPPORTANO I GOVERNI la Francia insorge a differenza dell’Italia e i sindacati sfidano Macron Il braccio di ferro tra Macron e i sindacati sulla riforma delle pensioni comincia domani e i francesi si preparano a un “giovedì nero”: scuole chiuse, treni e metro a rallentatore, “zero trasporti” a Parigi, disagi possibili anche negli aeroporti. Lo sciopero si annuncia molto partecipato e riguarderà tutti i settori, educazione, trasporti, sanità, energia, funzione pubblica. A Parigi un corteo partirà da place de la République alle 14. Ma almeno 200 punti di raduno sono stati contati in Francia. La giornata di domani potrebbe essere quindi solo l’inizio di una mobilitazione più lunga. In passato l’ostinazione delle piazze ha fatto fare marcia indietro ai governi, come nel caso delle leggendarie proteste del 1995 contro il “plan Juppé”, già all’epoca sulle pensioni. L’età del pensionamento slitterà gradualmente, fino al 2030, dai 62 anni attuali a 64 (e non 65 come era stato annunciato in un primo tempo). Per andare in pensione a tasso pieno bisognerà versare 43 anni di contributi dal 2027 (e non più dal 2035). Chi ha cominciato a lavorare prima dei 16 anni, potrà però andare in pensione a 58 anni, chi ha iniziato tra i 16 e i 18 anni a 60. Saranno soppressi alcuni regimi previdenziali speciali, per esempio nel settore dell’energia, alla Banque de France e alla Ratp, i trasporti pubblici di Parigi. La pensione minima a tasso pieno sarà portata a 1.200 euro netti (l’85% del minimo salariale). Macron aveva inserito la riforma già nel suo programma elettorale per l’Eliseo del 2017. La Cgt ha già annunciato altre cinque date di sciopero, e il rischio di sciopero a oltranza, nei settori dell’energia e dei trasporti di Parigi. In Italia invece i sindacati concertativi appoggiano ogni violenza contro i lavoratori che i vari governi che si sono succeduti hanno approvato.


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IN FRANCIA I SIDACATI LOTTANO
IN ITALIA SUPPORTANO I GOVERNI

la Francia insorge a differenza dell’Italia e i sindacati sfidano Macron

Il braccio di ferro tra Macron e i sindacati sulla riforma delle pensioni comincia domani e i francesi si preparano a un “giovedì nero”: scuole chiuse, treni e metro a rallentatore, “zero trasporti” a Parigi, disagi possibili anche negli aeroporti. Lo sciopero si annuncia molto partecipato e riguarderà tutti i settori, educazione, trasporti, sanità, energia, funzione pubblica. A Parigi un corteo partirà da place de la République alle 14. Ma almeno 200 punti di raduno sono stati contati in Francia.

La giornata di domani potrebbe essere quindi solo l’inizio di una mobilitazione più lunga. In passato l’ostinazione delle piazze ha fatto fare marcia indietro ai governi, come nel caso delle leggendarie proteste del 1995 contro il “plan Juppé”, già all’epoca sulle pensioni.

L’età del pensionamento slitterà gradualmente, fino al 2030, dai 62 anni attuali a 64 (e non 65 come era stato annunciato in un primo tempo). Per andare in pensione a tasso pieno bisognerà versare 43 anni di contributi dal 2027 (e non più dal 2035).

Chi ha cominciato a lavorare prima dei 16 anni, potrà però andare in pensione a 58 anni, chi ha iniziato tra i 16 e i 18 anni a 60.

Saranno soppressi alcuni regimi previdenziali speciali, per esempio nel settore dell’energia, alla Banque de France e alla Ratp, i trasporti pubblici di Parigi. La pensione minima a tasso pieno sarà portata a 1.200 euro netti (l’85% del minimo salariale). Macron aveva inserito la riforma già nel suo programma elettorale per l’Eliseo del 2017. La Cgt ha già annunciato altre cinque date di sciopero, e il rischio di sciopero a oltranza, nei settori dell’energia e dei trasporti di Parigi.

In Italia invece i sindacati concertativi appoggiano ogni violenza contro i lavoratori che i vari governi che si sono succeduti hanno approvato.

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