il 28 Marzo 1871 dalle fiamme della guerra Franco-Prussiana veniva proclamato solennemente il primo governo operaio rivoluzionario, la Comune di Parigi. Per la prima volta nella storia dell’umanità , all’interno della società capitalista, il potere statale passò per un breve periodo nelle mani del proletariato, nelle mani della classe operaia,  classe sociale d’avanguardia,  oggettivamente e risolutamente rivoluzionaria fino alla fine.
La Comune fondata dagli operai di Parigi durò 72 giorni, ma la sua importanza per l’ulteriore lotta di liberazione della classe operaia fu enorme. Dimostrò in modo inconfutabile che essa era entrata con determinazione nell’epicentro dello sviluppo sociale del nuovo periodo storico-politico.
Il maggior insegnamento della Comune di Parigi come scrive Karl Marx è che dando l’assalto al cielo, “la Comune ha fornito la prova che la classe operaia non può impossessarsi puramente e semplicemente di una macchina statale già pronta a metterla in moto per i suoi fini.”
L’idea di Marx è che la classe operaia deve spezzare, demolire la “macchina statale già pronta” e non  limitarsi ad impossessarsene. “Spezzare la macchina burocratica e militare”: in questo concetto è espresso in modo chiaro e lampante l’insegnamento centrale del marxismo rivoluzionario sui compiti del proletariato nella rivoluzione per ciò che riguarda lo stato. Questo è il punto basilare che viene “dimenticato”  e cancellato dagli opportunisti, revisionisti e riformisti di ogni specie e di ogni latitudine e longitudine.
La Comune al posto della dittatura del capitale e della classe borghese crea la macchina statale instaurata dalla classe operaia; la dittatura del proletariato. Un genuino e autentico potere democratico di partecipazione e decisione, una diga d’acciaio contro le forze controrivoluzionarie, un potere classista autenticamente popolare e democratico finché esisterà ancora lo stato. Questo esprime anche la prima dichiarazione della Comune di Parigi con la quale il posto dell’esercito governativo fu preso dal popolo armato, composto principalmente da operai soldati di leva e dai “federali” cioè da operai armati dei quartieri di Parigi .  La Comune  fece lo stesso con la polizia e la magistratura.
La Comune fu un nuovo tipo di stato, non piĂą un organo di repressione al servizio della minoranza borghese contro la grande maggioranza del popolo ma al contrario, uno stato al servizio del popolo contro i suoi sfruttatori.
La Comune fu un corpo operante, legislativo ed esecutivo contemporaneamente. Tutti i suoi eletti erano direttamente revocabili e i loro stipendi non potevano superare lo stipendio  di un operaio ( max. 6.000 franchi all’anno) . Gli eletti della Comune lavoravano obbligatoriamente, sorvegliavano l’ applicazione delle leggi e rispondevano direttamente nei confronti dei loro elettori.
Come parte finale di queste brevi annotazioni consideriamo utile ed istruttivo esporre alcune citazioni  presi da due scritti del grande dirigente rivoluzionario Vladimir Ilic Lenin, riguardanti la gloriosa Comune di Parigi del 1871.
Scrive Lenin:
“ ….Del resto, malgrado le condizioni cosi sfavorevoli, malgrado la brevitĂ della sua esistenza, la Comune riuscì ad adottare qualche misura che caratterizza sufficientemente il suo vero significato e i suoi scopi. Essa sostituì l’esercito permanente, strumento cieco delle classi dominanti, con l’armamento generale del popolo, proclamò la separazione della Chiesa dallo Stato, soppresse il bilancio dei culti (cioè lo stipendio statale ai preti), diede all’istruzione pubblica un carattere puramente laico, arrecando un grave colpo ai gendarmi in sottana nera.
Nel campo puramente sociale, essa potĂ© far poco; ma questo poco dimostra con sufficiente chiarezza il suo carattere di governo del popolo, di governo degli operai. Il lavoro notturno nelle panetterie fu proibito; il sistema delle multe, questo furto legalizzato a danno degli operai, fu abolito; infine, la Comune promulgò il famoso decreto in virtĂą del quale tutte le officine, fabbriche e opifici abbandonati o lasciati inattivi dai loro proprietari venivano rimessi a cooperative operaie per la ripresa della produzione. Per accentuare il suo carattere realmente democratico e proletario, la Comune decretò che lo stipendio di tutti i suoi funzionari e dei membri del governo non potesse sorpassare il salario normale degli operai e in nessun caso superare i 6000 franchi all’anno (meno di 200 rubli al mese).”
“….Il ricordo dei combattenti della Comune è venerato non solo dagli operai francesi, ma dal proletariato di tutti i paesi. PerchĂ© la Comune non combattĂ© per una causa puramente locale o strettamente nazionale, ma per l’emancipazione di tutta l’umanitĂ lavoratrice, di tutti i diseredati e di tutti gli offesi. Combattente avanzata della rivoluzione sociale, la Comune si è guadagnata le simpatie dovunque il proletariato soffre e combatte. Il quadro della sua vita e della sua morte, la visione del governo operaio che prese e conservò per oltre due mesi la capitale del mondo, lo spettacolo della lotta eroica del proletariato e delle sue sofferenze dopo la sconfitta, tutto questo ha rinvigorito il morale di milioni di operai, ha risvegliato le loro speranze, ha conquistato le loro simpatie al socialismo. Il rombo dei cannoni di Parigi ha svegliato dal sonno profondo gli strati sociali piĂą arretrati del proletariato e ha dato ovunque nuovo impulso allo sviluppo della propaganda rivoluzionaria socialista. Ecco perchĂ© l’opera della Comune non è morta; essa rivive in ciascuno di noi.
La causa della Comune è la causa della rivoluzione socialista, la causa dell’integrale emancipazione politica ed economica dei lavoratori, è la causa del proletariato mondiale. In questo senso essa è immortale.”
Rabociaia Gazieta, n. 4-5, 15 (28) aprile 1911
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Gloria eterna alla Comune di Parigi!
Guida e bussola per i futuri assalti al cielo!
Viva il comunismo!
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Giorgio Apostolou
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