“IL SOCIALISMO E’ IL FUTURO!
La situazione internazionale e l’esperienza dei comunisti a vent’anni dalla controrivoluzione in Unione Sovietica. I compiti per lo sviluppo della lotta di classe nel dispiegarsi della crisi del capitalismo e delle guerre imperialiste, delle lotte e delle rivolte popolari in corso per i diritti della classe operaia, per il rafforzamento dell’internazionalismo proletario e dell’alleanza antimperialista, per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo”.
Salutiamo da Atene lo sviluppo delle lotte popolari, che sprigionano così un grande potenziale di emancipazione dall’imperialismo, dallo sfruttamento capitalistico e dall’oppressione, in favore dei diritti sociali, del lavoro e della sicurezza sociale dei salariati di tutto il mondo.
L’incontro si è svolto in un momento cruciale in cui la crisi profonda e prolungata del capitalismo continua ad essere predominante nel contesto internazionale, cui si aggiunge l’escalation dell’aggressività dell’imperialismo che si è palesata nelle decisioni del Vertice Nato di Lisbona che ne ha ridefinito la nuova strategia.
Questo contesto conferma le analisi già delineate nelle dichiarazioni finali del 10°, 11° e 12° Incontro Internazionale che hanno avuto luogo in Brasile (San Paolo) nel 2008, in India (New Delhi) nel 2009 ed in Sud Africa (Tshwane) nel 2010.
Diventa sempre più evidente agli occhi di milioni di lavoratori che questa è una crisi di sistema. Non si tratta pertanto di lacune interne al sistema ma è il sistema stesso che è difettoso, generando regolarmente crisi periodiche. Questo è il frutto dall’acuirsi della contraddizione principale del capitalismo, tra il carattere sociale della produzione e quello privato dell’appropriazione capitalista, non il frutto di una qualche cattiva gestione del sistema o di una qualche aberrazione frutto dell’avidità di alcuni banchieri o di alcuni capitalisti o ancora dalla mancanza di efficaci meccanismi di regolamentazione. Tutto questo mette in evidenza i limiti storici del capitalismo e la necessità di rafforzare le lotte per giungere a rotture anti-monopoliste ed anticapitaliste, per il rovesciamento rivoluzionario del capitalismo.
Negli Stati Uniti, in Giappone, nell’Unione Europea ed in altre economie capitaliste, viene alla luce l’impasse delle diverse varianti della gestione borghese. Da un lato la linea politica restrittiva porta ad una recessione prolungata e profonda, dall’altro la gestione politica espansionista, basata su ingenti sussidi statali a sostegno dei gruppi monopolisti, del capitale finanziario e delle banche, intensifica l’inflazione e porta al rigonfiamento del debito pubblico. Il capitalismo trasforma i debiti privati in debiti pubblici e non ha altra risposta alla crisi al di fuori della distruzione di massa delle forze produttive e delle risorse, dei licenziamenti di massa, della chiusura delle fabbriche e dell’attacco completo ai lavoratori ed ai loro diritti sindacali, ai salari, alle pensioni, alla sicurezza sociale, alla riduzione del reddito delle persone, all’enorme aumento della disoccupazione e della povertà.
L’offensiva antipopolare si sta rafforzando e si manifesta con particolare intensità in alcune regioni. La concentrazione e la centralizzazione del capitale sta intensificando il carattere reazionario del potere economico e politico. La ristrutturazione capitalista e le privatizzazioni vengono promosse al fine di massimizzare il profitto e la competitività da parte del capitale, garantire forza lavoro più a buon mercato e la regressione a decenni addietro dal punto di vista dei diritti sociali e del lavoro.
L’intensità della crisi, la sua sincronizzazione globale, la prospettiva di una lenta e debole ripresa intensifica le difficoltà delle forze borghesi nella gestione della crisi, determinando l’acuirsi delle contraddizioni interimperialiste e delle rivalità, proprio mentre il pericolo di guerre imperialiste si sta rafforzando.
Gli attacchi ai diritti democratici ed alla sovranità si stanno intensificando in molti paesi. I sistemi politici diventano sempre più reazionari. Si moltiplicano le campagne anticomuniste. Si estendono misure contro l’attività dei partiti comunisti ed operai, contro il sindacato, contro le libertà politiche e democratiche. Le classi dirigenti accrescono il loro articolato tentativo di intercettare il malcontento popolare attraverso cambiamenti nei sistemi politici, attraverso l’uso di una sere di ONG filo imperialiste ed altre organizzazioni, attraverso tentativi che convoglino il malcontento popolare in movimenti con caratteristiche apparentemente anti-politiche o apertamente reazionarie.
Salutiamo le grandi lotte popolari di vaste proporzioni e le rivolte per i diritti democratici, sociali e politici contro i regimi antipopolari nel Medio Oriente ed in Nord Africa, in particolare in Tunisia ed Egitto. Nonostante le contraddizioni messe in luce dall’attuale situazione, esse rappresentano una significativa esperienza che il movimento comunista dovrebbe studiare ed utilizzare. Allo stesso tempo condanniamo con forza la guerra imperialista della NATO e dell’Unione Europea contro il popolo libico e le minacce e le interferenze negli affari interni della Siria e dell’Iran. Riteniamo che ogni intervento straniero contro l’Iran, condotto sotto qualsiasi pretesto, osteggi gli interessi legittimi dei lavoratori iraniani e le loro battaglie in favore delle libertà democratiche e dei diritti sociali.
Questi sviluppi confermano la necessità di rafforzare i partiti comunisti ed operai in modo da affinchè essi sappiano portare avanti il proprio compito storico, per rafforzare ulteriormente i lavoratori e le lotte dei popoli della gente in difesa dei propri diritti e delle proprie aspirazioni; e sappiano utilizzare le contraddizioni del sistema e le contraddizioni inter-imperialistiche per un rovesciamento del potere politico ed economico, per la soddisfazione dei bisogni del popolo. Senza il ruolo di primo piano dei partiti comunisti ed operai e dell’avanguardia di classe, la classe operaia e i popoli saranno vulnerabili, assimilabili ad una condizione di confusione, subalternità e manipolazione da parte di forze politiche che rappresentano i monopoli, il capitale finanziario e l’imperialismo.
Sono in corso significative ridefinizioni nei rapporti di forza internazionali. È in atto un relativo indebolimento della posizione degli Stati Uniti, una generale stagnazione della produzione nelle economie dei paesi a capitalismo maturo e l’emergere di nuove potenze economiche globali, in particolare della Cina. Si rafforza la tendenza all’aumento delle contraddizioni tra i centri imperialisti, e tra questi ultimi e le cosiddette economie emergenti.
Si intensifica l’aggressività imperialista. Ci sono già diverse aree regionali in cui si stanno intensificando tensioni e guerre: in Asia, in Africa, in Medio Oriente con la crescente aggressività di Israele soprattutto a danno del popolo palestinese. Allo stesso tempo osserviamo il sorgere di forze neonaziste e xenofobe in tutta Europa, di interventi molteplici, di minacce ed offensive contro i movimenti popolari e le forze politiche progressiste in America Latina. La militarizzazione è stata rinforzata. Il rischio di conflagrazioni generali a livello regionale diventa ancora più grande. In questo senso diventa fondamentale l’espansione ed il rafforzamento del fronte sociale e politico antimperialista e le lotte per la pace al fine di sradicare le cause delle guerre imperialiste.
Due sono le vie possibili di sviluppo:
– quella capitalista, una via di sfruttamento dei popoli che crea grandi pericoli di guerre imperialiste e per i diritti democratici dei lavoratori e dei popoli; ed ai diritti delle persone a causa delle guerre imperialiste
– quella di un percorso di liberazione, con immense possibilità per il dispiegarsi degli interessi dei lavoratori e dei popoli, per il raggiungimento della giustizia sociale, della sovranità popolare, della pace e del progresso. Il percorso delle lotte dei popoli e dei lavoratori, la via del socialismo e del comunismo, è un percorso storicamente necessario.
Grazie al contributo decisivo dei comunisti e del movimento sindacale con un orientamento di classe, le lotte operaie in Europa ed in tutto il mondo si sono ulteriormente rafforzate. L’aggressività imperialista continua ad incontrare una decisa resistenza popolare in Medio Oriente, in Asia, in Africa ed in America Latina. Tutto questo, assieme all’esperienza fin qui accumulata soprattutto in America Latina, ci dice che le lotte che si stanno conducendo rendono evidente che è possibile resistere, organizzare la lotta di classe, affinché i popoli facciano passi avanti e guadagnino posizioni infliggendo colpi all’imperialismo, lì dove esse si pongono come obiettivo il rovesciamento della barbarie imperialista.
Salutiamo le lotte dei lavoratori e dei popoli e poniamo attenzione alla necessità di un loro ulteriore rafforzamento. Le condizioni richiedono l’intensificazione della lotta di classe, di quella ideologica, di quella politica, della lotta di massa al fine di impedire le misure antipopolari e promuovere gli obiettivi di lotta che soddisfino le moderne esigenze dei popoli; ciò richiede un contrattacco organizzato dei lavoratori, volto a determinare rotture anti-monopoliste ed antimperialiste, per il rovesciamento del capitalismo e per porre fine allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Oggi le condizioni sono mature per la costruzione di larghe alleanze sociali anti-monopoliste ed antimperialiste, in grado di sconfiggere la multiforme offensiva imperialista e l’aggressione, per lottare per il potere e per promuovere cambiamenti profondi, radicali e rivoluzionari cambiamenti. L’unità della classe operaia, così come l’organizzazione e l’orientamento di classe del movimento sindacale, sono fattori fondamentali per garantire la costruzione di alleanze sociali efficaci con i contadini, per la classe media urbana, per il movimento delle donne e per quello giovanile.
In questa lotta, il ruolo dei partiti comunisti e operai a livello nazionale, regionale ed internazionale, così come il rafforzamento della loro cooperazione, sono indispensabili. L’attività congiunta e coordinata dei partiti comunisti e operai, delle organizzazioni giovanili comuniste e delle organizzazioni antimperialiste a cui i comunisti contribuiscono in modo determinante, rappresenta uno degli elementi più affidabili per l’espansione della lotta antimperialista ed il rafforzamento del fronte antimperialista.
La lotta ideologica del movimento comunista è di vitale importanza al fine di difendere e sviluppare il socialismo scientifico, di respingere le forme moderne con cui vengono riproposte campagne anticomuniste, per fare fronte all’ideologia borghese, alle teorie antiscientifiche ed alle correnti opportuniste che rifiutano la lotta di classe; per combattere il ruolo delle forze socialdemocratiche che difendono e mettono in pratica le politiche antipopolari e filo imperialiste attraverso il supporto alla strategia del capitale e dell’imperialismo. La comprensione del carattere unitario dei compiti della lotta per l’emancipazione sociale, nazionale e di classe, per la netta promozione dell’alternativa socialista, richiede una controffensiva ideologica del movimento comunista.
Il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo, costituiscono una necessità urgente per i popoli. In considerazione della crisi capitalistica e delle sue conseguenze, le esperienze internazionali ed il cimento nella costruzione del socialismo dimostrano la superiorità del socialismo. Sottolineiamo la nostra solidarietà con i popoli che lottano per il socialismo e sono impegnati nella sua costruzione del socialismo.
Solo il socialismo può creare le condizioni affinché guerra, disoccupazione, fame, miseria, analfabetismo, insicurezza per centinaia di milioni di persone e distruzione dell’ambiente siano sradicate dalla faccia della terra. Solo il socialismo crea le condizioni per uno sviluppo che tenga conto delle esigenze odierne dei lavoratori.
Ai lavoratori delle città e delle campagne, alle donne ed ai giovani chiediamo di lottare insieme per porre fine alla questa barbarie capitalista. C’è una speranza e c’è una prospettiva alternativa. Il futuro appartiene al socialismo.
IL SOCIALISMO E’ IL FUTURO!
Atene, 11 dicembre 2011