PROTESTE IN KAZAKISTAN IMPERIALISMO IN AZIONE

PROTESTE IN KAZAKISTAN IMPERIALISMO IN AZIONE

Proviamo a spiegare in modo semplice cosa succede in Kazakistan, per non cadere nella propaganda del pensiero unico globalista, soprattutto della stampa che si ammanta di essere di “sinistra”.
Facciamo alcune premesse che comunque sono tra i punti.
Il Kazakistan non è comunista e noi non simpatizziamo per chi governa quel Paese, i motivi per mobilitarsi e fare una vera rivoluzione, ci sono come in quasi tutti gli stati del mondo, i problemi sono reali ma la destabilizzazione per scopi diversi da quelli della presa del potere politico da parti ci chi lavoro sono sotto gli occhi di tutti.
Ora un elenco a punti semplificato.
1) Il Kazakistan è tra i più grandi Paesi del mondo e sta tra Russia e Cina in una posizione strategica
2) Il Kazakistan è tra i più importanti Paesi per l’estrazione di petrolio, gas e carbone
3) Il Kazakistan aveva il 60% della produzione di minerali dell’URSS
3) Il Kazakistan fornisce il 40% dell’Uranio Mondiale
4) Il Kazakistan non è un Paese socialista
5) Le risorse kazake sono in mano a multinazionali estere.
6) Negli ultimi anni, agenzie estere statunitensi hanno finanziato organizzazioni finto democratiche. Uno dei leader è Mukhtar Ablyazov, per breve tempo ministro dell’energia, industria e commercio alla fine degli anni ’90, successivamente figura politica d’opposizione al presidente Nasarbayev, infine rifugiato politico in Europa. Oggi risiede in Francia, al riparo da innumerevoli condanne che si è guadagnato in patria. Negli scorsi giorni egli ha attivamente aizzato i manifestanti attraverso i social, ponendosi come organizzatore delle proteste, traendo esplicita ispirazione dall’Euromaidan di Kiev.
7) Negli ultimi tempi il Kazakistan cercava di “smarcarsi da Mosca”. Se agli USA dai un dito si prendono tutto il braccio. O diventi vassallo o niente, non puoi essere indipendente.
8 ) Le proteste sono iniziate per problemi reali, sui quali è stato facile soffiare sul fuoco. Tuttavia la svolta “militare” della loro organizzazione, che richiama in tutto e per tutto quanto accaduto in Ucraina, mostrano senza dubbio che sono state subito dirette da professionisti della sovversione.
9) Non c’è nessuna organizzazione comunista o rivoluzionaria a guidare le proteste, anzi sembra che vi siano infiltrazioni di organizzazioni terroristiche “islamiche” che hanno agito in altri Paesi. Il fatto che nel movimento ci sia una componente “operaia” non è garanzia di nulla, pensiamo al ruolo che ebbe “Solidarnosc” in Polonia.
10) Le proteste hanno provocato la caduta del governo e l’abbassamento dei prezzi del gas sotto il livello precedentemente gli aumenti, causa scatenante delle proteste, ma le proteste sono continuate. Questa è un’ulteriore dimostrazione che non sono né spontanee, né puramente rivendicative.
11) Forse gli USA non si aspettavano una reazione così decisa da parte della Russia, che questa volta ha reagito, contrariamente a quanto fatto in Ucraina. Tuttavia l’intervento russo è conforme al diritto internazionale, essendo stato invocato dal legittimo governo all’interno di un sistema di alleanze difensive.
12) Quando tutti i media finanziati dai grandi multinazionali sono da una parte, i comunisti devono stare automaticamente dall’altra. Il doppio pesismo è lampante. Pensiamo all’atteggiamento avuto verso i gilet gialli o altre forme di protesta molto meno violente avvenute in occidente.
Quindi da Comunisti, da marxisti-leninisti, siamo, come sempre, dalla parte del Paese aggredito anche se non è un modello di sistema da seguire. Se il Kazakistan fosse destabilizzato sarebbe peggio sia per i lavoratori e per il popolo kazako che passerebbero sotto il tallone statunitense.
Una tale svolta sarebbe un’accelerazione dei pericoli di guerra sia per l’intera area che per tutti gli abitanti del pianeta.
Come in Libia, come in Siria, come in Ucraina, chi sta dalla parte dei “ribelli”, sta dalla parte della CIA e dell’imperialismo.

Condividi !

Shares
GLI BASTANO 7 GIORNI PER GUADAGNARE QUANTO NOI IN UN ANNO!

GLI BASTANO 7 GIORNI PER GUADAGNARE QUANTO NOI IN UN ANNO!

Oggi 7 Gennaio, in Italia gli amministratori delegati delle grandi aziende quotate alla borsa di Milano hanno già guadagnato quanto un lavoratore che, nei casi migliori, riesce a portare a casa durante tutto l’anno, comprensivo di straordinari, tredicesime e quattordicesime (quando ci sono) circa 30.000 € (lordi). Per questi signori invece la media è più di 4.000 € al giorno!
In un mondo in cui l’1% della popolazione globale detiene la ricchezza di tutto il resto del mondo non serve andare troppo lontano con lo sguardo per rendersi conto di come il divario si fa sempre più ampio tra chi lavora, producendo la ricchezza e di chi né gode i benefici.

 

Condividi !

Shares

EX ILVA: Incendio presso la portineria D

Proprio 2 giorni fa, dicevamo che non esistono stanziamenti o presunte bonifiche che tengano, finché il siderurgico #ILVA rimarrà in funzione.
Ieri, un enorme incendio é dilagato nei pressi della portineria D. a fronte della combustione di un nastro trasportatore PCA.
Una quotidianità, vissuta tra carbone e diossina. C’è ancora chi ha il coraggio di chiamarli incidenti?
O addirittura “transizione ecologica”?

Condividi !

Shares
AMAZON DI DESE (VENEZIA): LASCIATI A CASA CON UN MESSAGGIO SU WHATSAPP!

AMAZON DI DESE (VENEZIA): LASCIATI A CASA CON UN MESSAGGIO SU WHATSAPP!

A Dese, gli stabilimenti Amazon ci sono solo da tre mesi, e i benefici di Amazon non tardano ad arrivare, infatti a 40 dei 60 lavoratori assunti a tempo determinato da due aziende di trasporto veronesi, gli è stato mandato un messaggio WhatsApp che gli dava il benservito con la speranza di richiamarli ad Aprile.
Questa è il capitalismo: alcuni la chiamano “flessibilità” ma in realtà è criminale sfruttamento dei lavoratori creato in trent’anni di progressiva e capillare distruzione di ogni diritto.
Come Partito Comunista siamo al fianco dei lavoratori licenziati e appoggeremo e sosterremo tutte le lotte, come sempre, per cambiare i rapporti di forza nella società e ribaltare tutto.

Condividi !

Shares
EX ILVA: DECRETO MILLEPROROGHE

EX ILVA: DECRETO MILLEPROROGHE

Il 27 giugno 2012, all’ex Ilva di Taranto furono sequestrati gli impianti per “attività criminosa”.
Da quel giorno, i governi che nel tempo si sono succeduti hanno tirato fuori dal cappello ben 12 decreti salva-ILVA, con cui la produzione è andata avanti senza sosta.
Tra esuberi ed incidenti anche mortali, i lavoratori e cittadini hanno continuato ad ammalarsi e l’intero territorio Tarantino ha continuato ad essere messo sotto ricatto dal siderurgico più grande d’Europa.
Ora, parte dei soldi sequestrati alla famiglia #Riva, che dovevano servire esclusivamente per le bonifiche passano invece in mano ad #ACCIAIERIEITALIA.
Grazie al decreto #milleproroghe, l’ennesimo schiaffo di questo bel paese a tutta la popolazione Tarantina.
Non esistono stanziamenti o presunte bonifiche che tengano, finché il siderurgico dell’Ilva sarà in funzione.
Ben venga lo sciopero indetto per i lavoratori in AS, ma a Taranto vanno bloccate le portinerie una volta per tutte.
Socialismo o Barbarie.

Condividi !

Shares
ASSANGE: 1000 GIORNI DI PRIGIONIA

ASSANGE: 1000 GIORNI DI PRIGIONIA

In questo Sistema se menti, ti arricchisci sulle spalle dei più deboli, dai il via alle guerre, decidi quali paesi possano prosperare e quali debbano soccombere ai potenti.
In queso il Sistema se dici la verità vieni incarcerato.
Ognuno di noi, deve a quest’uomo più di quanto possa immaginare.
Ora venissero a farci la morale quando si parla di “odio di classe”.

Condividi !

Shares