Il governo della Polonia, “euroscettico”, ma che gode della appoggio della UE, della Nato e degli Usa, sta praticando una drastica riduzione dei diritti e delle garanzie in ogni settore della società. Ma, in primo luogo nei confronti del Partito Comunista Polacco, sta armando una vera e propria persecuzione con l’obiettivo finale di arrivare alla dichiarazione di illegalità, come esito del processo che si tiene oggi 7 Dicembre 2018. Qualcuno giustamente si può chiedere come mai proprio un partito comunista di non grandi dimensioni come quello polacco possa dare così fastidio da esser messo fuorilegge? In una Europa dove si sta estendendo la grande miseria che le riforme della globalizzazione capitalistica hanno determinato, i gruppi dominanti sanno che la crisi non sarà risolta dal sovranismo populista e quindi avvertono il rischio, per loro esiziale, di chi potrebbe davvero proporre l’unica soluzione sistemica di cambiamento: i comunisti. Questo il motivo della “caccia” ai comunisti. Oggi in Polonia, domani altrove. Ai dirigenti e ai militanti comunisti polacchi manifestiamo la nostra concreta solidarietà militante in questa lotta che estendiamo nella nostra coerente e quotidiana opposizione alla UE, alla Nato e alla globalizzazione capitalistica.