L’ITALIA A ROTOLI Il punto di Alberto Lombardo, Segretario generale del…


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L’ITALIA A ROTOLI

Il punto di Alberto Lombardo, Segretario generale del Partito Comunista

Oggi, 12 gennaio, il quotidiano della Confindustria, Il Sole 24 ore, a pag. 6 ci dà due importanti notizie.
Nella prima ci informa che, secondo i dati ISTAT, a novembre la produzione industriale diminuisce dell’1,5% rispetto a ottobre e del 3,1% in termini tendenziali. Un tracollo annunciato. Altro che rimbalzo dopo la pandemia! Le sanzioni contro la Russia sono proprio efficaci… contro di noi.
La seconda riguarda i dati sull’occupazione che sarebbero in aumento, nonostante la débâcle succitata, e che vengono invece sbandierati dal Governo come un successo della sua politica antipopolare. Vediamo da vicino.
A parte il maldestro tentativo dell’articolo di attribuire al calo demografico l’incremento dell’occupazione, cosa che non può essere perché caso mai potrebbe essere causa di diminuzione della disoccupazione e non di aumento dell’occupazione, si ha innanzitutto una marcata trasformazione dei contratti a termine in quelli a tempo indeterminato. Ovviamente questa cosa non fa aumentare l’occupazione e non dà neanche ai lavoratori maggiori diritti o certezze, in quanto ormai le differenze tra le due tipologie sono scomparse.
In realtà si legge: «Ma la crescita occupazionale si concentra anche sulle fasce d’età più elevate, soprattutto sugli over 50. Qui incidono ancora gli effetti della riforma Fornero che portano a prolungare la permanenza nel mercato del lavoro di persone che anni fa sarebbero andate in pensione prima, accrescendo quindi lo stock complessivo degli occupati».
Quindi l’incremento dell’occupazione è dovuta alla sciagurata negazione del diritto di andare in pensione in un’età accettabile. Fine pena, mai!
Anche sul lato degli effetti della revoca del Reddito di cittadinanza, che avrebbe portato gli ex percettori a trovare un lavoro, vi sono forti dubbi.
«Infatti, i nuovi occupati degli ultimi trimestri si concentrano su chi ha un titolo di studio medio alto, dall’altro proprio il calo dei disoccupati e il contestuale aumento degli inattivi di novembre potrebbe suggerire che queste persone non sono riuscite a trovare un lavoro.»
Quindi calo di disoccupati si ha perché aumentano gli inattivi, ossia quelli che il lavoro neanche lo cercano più. Aumenta invece l’occupazione delle fasce alte, in seguito alla tendenza alla concentrazione capitalistica e relativa specializzazione. Quindi il tanto decantato boom degli operai specializzati che – a detta di Confindustria – sarebbero introvabili in Italia, non c’è.
«Povera Italia».

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IL MURO PROPAGANDISTICO SI STA SGRETOLANDO Il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo Oggi i titoli dei giornali di regime non hanno potuto fare a meno di notare che il dato saliente di queste elezioni regionali è stato quello riguardante l’astensione, che ha raggiunto ormai il 60%. Singolare è che il 60% è anche il dato di coloro che sono nettamente contrari all’invio delle armi in Ucraina da parte dell’Italia. Non siamo disonesti intellettualmente come coloro che hanno identificato il 5% dei terrapiattisti al 5% di coloro che hanno rifiutato il trattamento obbligatorio contro il coronavirus, tuttavia che ci sia un irrecuperabile scollamento tra politica e opinione pubblica ormai non lo può nascondere nessuno. Si affannano a dire che è colpa dei partiti che dovrebbero essere più bravi a intercettare i voti, esaminando chi è andato meno indietro degli altri. Me se poi questi partiti sono del tutto indistinguibili a cosa serve? Questo dato certifica invece che è che è proprio il sistema di acquisizione del consenso che si è rotto. Non servono le passerelle televisive a cui si prestano anche le massime cariche dello Stato, non servono i proclami a reti unificate, le letterine minatorie inviateci dal fronte… L’unica statistica che trovo interessante è quella pubblicata su dati di TECNÈ, dove si vedono quali sono state le categorie sociali che più hanno rifiutato il voto. Spiccano gli Operai (66% in Lombardia, 62% in Lazio). Anche le altre categorie presentano astensionismo altissimo. Unica eccezione i Dirigenti (33% Lombardia, 31% Lazio) che si dimostrano ancora affezionati a questo sistema. Auguri a loro! Probabilmente finirà come i 40mila quadri della Fiat che sfilarono contro gli scioperi operai il 14 ottobre 1980 e che poi furono tra i primi ad essere licenziati. Unire l’opposizione al governo e alla NATO, attrarre gli indecisi, isolare i collaborazionisti. Trasformare la protesta, che oggi riesce ad esprimersi solo attraverso l’astensione, in mobilitazione costante e cosciente.


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IL MURO PROPAGANDISTICO SI STA SGRETOLANDO
Il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo

Oggi i titoli dei giornali di regime non hanno potuto fare a meno di notare che il dato saliente di queste elezioni regionali è stato quello riguardante l’astensione, che ha raggiunto ormai il 60%. Singolare è che il 60% è anche il dato di coloro che sono nettamente contrari all’invio delle armi in Ucraina da parte dell’Italia. Non siamo disonesti intellettualmente come coloro che hanno identificato il 5% dei terrapiattisti al 5% di coloro che hanno rifiutato il trattamento obbligatorio contro il coronavirus, tuttavia che ci sia un irrecuperabile scollamento tra politica e opinione pubblica ormai non lo può nascondere nessuno.
Si affannano a dire che è colpa dei partiti che dovrebbero essere più bravi a intercettare i voti, esaminando chi è andato meno indietro degli altri. Me se poi questi partiti sono del tutto indistinguibili a cosa serve?
Questo dato certifica invece che è che è proprio il sistema di acquisizione del consenso che si è rotto. Non servono le passerelle televisive a cui si prestano anche le massime cariche dello Stato, non servono i proclami a reti unificate, le letterine minatorie inviateci dal fronte…
L’unica statistica che trovo interessante è quella pubblicata su dati di TECNÈ, dove si vedono quali sono state le categorie sociali che più hanno rifiutato il voto. Spiccano gli Operai (66% in Lombardia, 62% in Lazio). Anche le altre categorie presentano astensionismo altissimo. Unica eccezione i Dirigenti (33% Lombardia, 31% Lazio) che si dimostrano ancora affezionati a questo sistema. Auguri a loro! Probabilmente finirà come i 40mila quadri della Fiat che sfilarono contro gli scioperi operai il 14 ottobre 1980 e che poi furono tra i primi ad essere licenziati.
Unire l’opposizione al governo e alla NATO, attrarre gli indecisi, isolare i collaborazionisti.
Trasformare la protesta, che oggi riesce ad esprimersi solo attraverso l’astensione, in mobilitazione costante e cosciente.

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PERCHÉ I CARRI ARMATI OCCIDENTALI IN UCRAINA Il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo Mesi (forse un anno) per i 31 Abrams, 14 Challenger2 dalla Gran Bretagna, 14 Leopard2 annunciati dalla Germania, altri 80 (di vecchia concezione) dovrebbero arrivare da Spagna, Portogallo, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi. Tutta roba che può durare al massimo una settimana. Comunque inadeguati a combattere in quelle condizioni. Hanno spesse corazzature frontali, valide per scontri per cui sono stati progettati (carri contro carri), ma scarse laterali esposte alle fanterie, su cui il presente conflitto è basato. Più delicata la vicenda dell’invio di uno dei quattro moderni e costosissimi sistemi antimissilistici italiani SAMP. I militari si oppongono per ragioni di sicurezza nazionale. Ma vi sono anche ragioni operative: richiedono un addestramento sofisticato e rischiano di fare la stessa fine ingloriosa degli altri mezzi inviati dall’Italia, forniture secretate e poi sbugiardate dalle foto russe che li mostrano distrutti. Ma allora perché? Perché gli USA e i loro più vicini lacché dell’Europa Orientale spingono così tanto? Per marcare un punto di non ritorno nel detachment tra Unione Europea e Russia. Dopo la distruzione del gasdotto NorthSteam, la distruzione del mercato dell’energia e l’asservimento perenne alle forniture americane, gli aiuti di stato protezionistici USA alla propria economia che metteranno definitivamente fuori mercato i prodotti europei, cosa dobbiamo vedere di più per capire che questa è la guerra degli Stati Uniti, alla Germania, all’Europa e al mondo intero. Ormai molti osservatori concordano con quello che il nostro partito ha già detto un anno fa. Secondo il sondaggio Swg, il 55 per cento degli italiani si dice contrario all’aumento delle spese militari al 2 per cento del Pil, come annunciato dal Ministro della Difesa, il sovranista di cartone Crosetto.


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PERCHÉ I CARRI ARMATI OCCIDENTALI IN UCRAINA
Il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo

Mesi (forse un anno) per i 31 Abrams, 14 Challenger2 dalla Gran Bretagna, 14 Leopard2 annunciati dalla Germania, altri 80 (di vecchia concezione) dovrebbero arrivare da Spagna, Portogallo, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi.
Tutta roba che può durare al massimo una settimana. Comunque inadeguati a combattere in quelle condizioni. Hanno spesse corazzature frontali, valide per scontri per cui sono stati progettati (carri contro carri), ma scarse laterali esposte alle fanterie, su cui il presente conflitto è basato.
Più delicata la vicenda dell’invio di uno dei quattro moderni e costosissimi sistemi antimissilistici italiani SAMP. I militari si oppongono per ragioni di sicurezza nazionale. Ma vi sono anche ragioni operative: richiedono un addestramento sofisticato e rischiano di fare la stessa fine ingloriosa degli altri mezzi inviati dall’Italia, forniture secretate e poi sbugiardate dalle foto russe che li mostrano distrutti.
Ma allora perché? Perché gli USA e i loro più vicini lacché dell’Europa Orientale spingono così tanto? Per marcare un punto di non ritorno nel detachment tra Unione Europea e Russia.
Dopo la distruzione del gasdotto NorthSteam, la distruzione del mercato dell’energia e l’asservimento perenne alle forniture americane, gli aiuti di stato protezionistici USA alla propria economia che metteranno definitivamente fuori mercato i prodotti europei, cosa dobbiamo vedere di più per capire che questa è la guerra degli Stati Uniti, alla Germania, all’Europa e al mondo intero.
Ormai molti osservatori concordano con quello che il nostro partito ha già detto un anno fa.
Secondo il sondaggio Swg, il 55 per cento degli italiani si dice contrario all’aumento delle spese militari al 2 per cento del Pil, come annunciato dal Ministro della Difesa, il sovranista di cartone Crosetto.

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? L’ABISSO E LA BACCHETTA MAGICA Il punto di Alberto Lombardo, Segretario Generale del Partito Comunista. Il magico PNRR viene invocato come la soluzione per tutti i mali che affliggono l’Italia, l’Europa, a momenti il mondo intero. Cominciamo dalla cifra. 235,12 miliardi in cinque anni. Neanche 50 miliardi l’anno su un bilancio statale di oltre 800. Poi le “condizionalità”. Lo abbiamo sempre detto: i prestiti andranno restituiti a tassi al momento non noti, ma comunque l’era dei “tassi zero” è finita per sempre, mentre la quota, minoritaria per l’Italia, a “fondo perduto” dovrà gravare sui bilanci nazionali per quote. Non ci regala niente nessuno. Ma il dramma viene quando ci si chiede come spenderli. Il Sole24Ore di oggi 25 gennaio (Ma nel Sud, cuore del Pnrr, quasi mille municipi in deficit) dimostra che i Comuni che più ne hanno bisogno meno avranno la possibilità di accedervi, perché poi le strutture eventualmente costruite andranno poi mantenute e i costi correnti aggiuntivi spesso metterebbero fuori gioco proprio le amministrazioni più deboli coi bilanci in dissesto. «… per esempio l’asilo dopo essere stato creato ha bisogno di educatori, collaboratori, riscaldamento, mensa e così via» e non ci sono i soldi. Mi regali un’auto, ma poi io non ho i soldi neanche per l’assicurazione. Il 72,3% di questi municipi in crisi è al Sud, dove i bilanci sono mangiati da una regola penalizzante per cui si prevedono accantonamenti a copertura delle mancate riscossioni: in una media complessiva che per ogni residente raggiunge anche i 70 euro. Oltre 3.400 Comuni privi del tutto o quasi di asili nido (tasso di copertura tra 0 e 11%) non hanno partecipato ai bandi, anche se almeno il 50% di loro avrebbe un’utenza potenziale sufficiente. Continuiamo a credere alle favole!


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? L’ABISSO E LA BACCHETTA MAGICA
Il punto di Alberto Lombardo, Segretario Generale del Partito Comunista.

Il magico PNRR viene invocato come la soluzione per tutti i mali che affliggono l’Italia, l’Europa, a momenti il mondo intero.
Cominciamo dalla cifra. 235,12 miliardi in cinque anni. Neanche 50 miliardi l’anno su un bilancio statale di oltre 800.
Poi le “condizionalità”. Lo abbiamo sempre detto: i prestiti andranno restituiti a tassi al momento non noti, ma comunque l’era dei “tassi zero” è finita per sempre, mentre la quota, minoritaria per l’Italia, a “fondo perduto” dovrà gravare sui bilanci nazionali per quote. Non ci regala niente nessuno.
Ma il dramma viene quando ci si chiede come spenderli. Il Sole24Ore di oggi 25 gennaio (Ma nel Sud, cuore del Pnrr, quasi mille municipi in deficit) dimostra che i Comuni che più ne hanno bisogno meno avranno la possibilità di accedervi, perché poi le strutture eventualmente costruite andranno poi mantenute e i costi correnti aggiuntivi spesso metterebbero fuori gioco proprio le amministrazioni più deboli coi bilanci in dissesto.
«… per esempio l’asilo dopo essere stato creato ha bisogno di educatori, collaboratori, riscaldamento, mensa e così via» e non ci sono i soldi. Mi regali un’auto, ma poi io non ho i soldi neanche per l’assicurazione.
Il 72,3% di questi municipi in crisi è al Sud, dove i bilanci sono mangiati da una regola penalizzante per cui si prevedono accantonamenti a copertura delle mancate riscossioni: in una media complessiva che per ogni residente raggiunge anche i 70 euro.
Oltre 3.400 Comuni privi del tutto o quasi di asili nido (tasso di copertura tra 0 e 11%) non hanno partecipato ai bandi, anche se almeno il 50% di loro avrebbe un’utenza potenziale sufficiente.
Continuiamo a credere alle favole!

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? VENTI DI GUERRA il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo Politici, commentatori, analisti economici, imprenditori… insomma, di quelli che si arrogano il titolo di “classe dirigente” di questo Paese, si chiedono, un po’ smarriti: “cosa fa l’America?”. Qualcuno constata che il prezzo dell’energia tra le due Sponde non consente di reggere la concorrenza, che gli USA varano un durissimo pacchetto di misure protezionistiche a favore della loro economia interna, che fomentano e finanziano con miliardi un conflitto che è contrario agli interessi di tutti i popoli europei. La risposta da questa parte dell’Atlantico sono pannicelli caldi. Misure per “ristorare” le perdite che non potranno durare a lungo, ogni governo va per conto suo con aiuti di Stato che sono vietati fino a quando non vengono messi in atto dalla Germania. Il governo “sovranista” di cartone di Meloni fa a gara a gettare per primo il nostro Paese nella fornace della guerra, inviando armi moderne e offensive che esporranno sempre di più il nostro paese. I lavoratori italiani vedono solo in questo teatrino che le bollette e conseguentemente tutti i prezzi aumentano, che i salari diminuiscono, che aumenta la precarizzazione e diminuiscono i loro diritti. Le chiacchiere della nostra “classe dirigente” stanno a zero. Nonostante “maggioranza” e “opposizione” si siano scambiati i ruoli in Parlamento, tutto resta perfettamente uguale. Avanti sempre più veloci verso il baratro. I comunisti lanciano un appello a tutti coloro che vivono del proprio lavoro, dipendenti pubblici e privati, autonomi, precari, disoccupati, pensionati. Il nemico è quello che marcia alla nostra testa. Il nemico è la autonominata “classe dirigente” europeista, atlantista, in una parola traditrice. Uniamoci in un ampio e vasto fronte che, come abbiamo fatto nelle scorse elezioni, metta al primo posto gli interessi della stragrande maggioranza del popolo italiano. Contro la guerra. E quindi contro la NATO e l’invio delle armi Contro la crisi. E quindi contro le sanzioni e tutte le misure che l’UNIONE EUROPEA continua a prendere Per il lavoro. E quindi contro il governo Meloni, che in perfetta continuità del governo Draghi, scarica i costi della crisi sui più deboli. Rovesciamo questa “classe dirigente” che in realtà è diretta a bacchetta dagli Stati Uniti.


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? VENTI DI GUERRA
il punto del Segretario Generale del Partito Comunista Alberto Lombardo

Politici, commentatori, analisti economici, imprenditori… insomma, di quelli che si arrogano il titolo di “classe dirigente” di questo Paese, si chiedono, un po’ smarriti: “cosa fa l’America?”. Qualcuno constata che il prezzo dell’energia tra le due Sponde non consente di reggere la concorrenza, che gli USA varano un durissimo pacchetto di misure protezionistiche a favore della loro economia interna, che fomentano e finanziano con miliardi un conflitto che è contrario agli interessi di tutti i popoli europei.

La risposta da questa parte dell’Atlantico sono pannicelli caldi. Misure per “ristorare” le perdite che non potranno durare a lungo, ogni governo va per conto suo con aiuti di Stato che sono vietati fino a quando non vengono messi in atto dalla Germania.

Il governo “sovranista” di cartone di Meloni fa a gara a gettare per primo il nostro Paese nella fornace della guerra, inviando armi moderne e offensive che esporranno sempre di più il nostro paese.

I lavoratori italiani vedono solo in questo teatrino che le bollette e conseguentemente tutti i prezzi aumentano, che i salari diminuiscono, che aumenta la precarizzazione e diminuiscono i loro diritti.

Le chiacchiere della nostra “classe dirigente” stanno a zero. Nonostante “maggioranza” e “opposizione” si siano scambiati i ruoli in Parlamento, tutto resta perfettamente uguale. Avanti sempre più veloci verso il baratro.
I comunisti lanciano un appello a tutti coloro che vivono del proprio lavoro, dipendenti pubblici e privati, autonomi, precari, disoccupati, pensionati. Il nemico è quello che marcia alla nostra testa. Il nemico è la autonominata “classe dirigente” europeista, atlantista, in una parola traditrice.

Uniamoci in un ampio e vasto fronte che, come abbiamo fatto nelle scorse elezioni, metta al primo posto gli interessi della stragrande maggioranza del popolo italiano.

Contro la guerra. E quindi contro la NATO e l’invio delle armi
Contro la crisi. E quindi contro le sanzioni e tutte le misure che l’UNIONE EUROPEA continua a prendere

Per il lavoro. E quindi contro il governo Meloni, che in perfetta continuità del governo Draghi, scarica i costi della crisi sui più deboli.
Rovesciamo questa “classe dirigente” che in realtà è diretta a bacchetta dagli Stati Uniti.

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