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Il Punto del Segretario Generale Alberto Lombardo
Contributi dalla Banche? No, Prestiti!
Si dibatte di imporre una tassa sugli extraprofitti alle banche italiane. In effetti essi nel 2022 e nel 2023 hanno raggiunto i 66 miliardi di euro lordi. Sono tanti, ma calcoliamo che una tassa dell’1-2% potrebbe portare un qualche sollievo ma non sarebbe risolutiva per la legge di bilancio 2025.
Comunque, l’ABI (Associazione bancaria italiana), attraverso le parole del suo presidente Antonio Patuelli, leva gli scudi, rilevando che sarebbe ingiusta, in quanto nei momenti negativi nessuno ha ripagato loro le “extra-perdite”.
Se ogni lavoratore, contribuente dello Stato, dovesse ragionare così, si dovrebbero compensare gli anni in cui ha guadagnato con quelli in cui ha studiato o è stato disoccupato. Ma si sa, le banche hanno un rapporto col denaro (e col potere) diverso dei comuni mortali.
Ma il bello viene ora.
«Tali misure dovranno essere di natura temporanea e predeterminata, con effetti esclusivamente finanziari, salvaguardando il patrimonio e i bilanci delle banche e senza effetti retroattivi, per non penalizzare la competitività delle banche operanti in Italia rispetto alle banche degli altri mercati bancari europei e quindi consentire di continuare a fornire il pieno sostegno a famiglie e imprese», si legge nel comunicato dell’ABI. Cosa significa in soldoni? Sui vari giornalini italici si parla più o meno a vanvera, ignorando il punto essenziale che Il Sole 24 Ore delinea invece in modo chiaro. I padroni le cose se le dicono senza tanti giri di parole. Si legge infatti sul Sole:
«Già nella definizione del cosa potrebbero fare gli istituti di credito si evince che non ci saranno esborsi, seppure volontari, a fondo perduto, ma che si tratterà di misure di anticipo della liquidità che verrà poi restituita. Nella sostanza di una sorta di prestito.»
Quindi, non solo il “contributo” oneroso per le banche, non ci sarà, ma “eventualmente”, si può discutere di un’“anticipazione” per alleviare la pressione sui tassi che comunque il Tesoro dovrà affrontare indebitandosi ulteriormente sul mercato dei capitali per finanziare il debito.
Tra i politici più agguerriti c’è chi ha notato che la proposta di un contributo volontario da parte delle banche sia un’elemosina, chi che sia troppo poco.
Nessuno ha però notato che non si tratta né dell’uno né dell’altro. È un modo per indebitare ancora lo Stato. Magari non ci faranno pagare gli interessi quest’anno, ma certamente l’anno prossimo, sì.