15 anni di tagli: la Mano invisibile che sventra la …


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15 anni di tagli: la Mano invisibile che sventra la sanità pubblica

“Non resteremo a guardare lo smantellamento della sanità”, ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, prima di annunciare un tour tra gli ospedali e le case di cura, in seguito allo sciopero anti-manovra di medici e infermieri. Schlein dimentica che lo smantellamento della sanità è in atto da quasi 15 anni e che il suo Partito Democratico è stato tra i principali responsabili di un piano mortifero. Dal 2010 a oggi, i tagli sulla sanità pubblica hanno superato i 37 miliardi di euro, molti dei quali imputabili a governi sostenuti dal PD.

Il definanziamento sistematico è iniziato con il governo tecnico guidato da Mario Monti, sostenuto principalmente dal Partito Democratico, che ha attuato misure di austerità per 8 miliardi. A seguire, il governo Letta, segretario del PD, ha sottratto altri 8,5 miliardi, mentre con il governo Renzi, anch’egli alla guida del Partito Democratico, i fondi destinati alla sanità sono stati ridotti di 12 miliardi di euro. L’esecutivo Gentiloni ha inferto un ulteriore taglio di oltre 3 miliardi. Neanche i governi Conte ci hanno risparmiato tagli alla sanità, sebbene più contenuti, pari a “soli” 0,6 miliardi. Con il governo di Mario Draghi, nonostante l’emergenza pandemica, si è assistito a una riduzione del finanziamento in termini reali del 2,9% rispetto all’anno precedente. Infine, l’attuale governo di Giorgia Meloni ha previsto tagli per 1,8 miliardi nel 2024 e un incremento reale per il 2025 di soli 1,3 miliardi, ben lontani dai 3,5 miliardi annunciati. Questo scarso incremento, che non risolve i problemi della sanità pubblica, deriva dalla rinuncia alla tassazione degli extraprofitti di banche e assicurazioni, ma, in un gioco al ribatto, accettando da banche e assicurazioni un contributo, che si configura come un anticipo di imposte già dovute. Per provare a riconquistare un minimo di dignità (anche se non è possibile) al suo partito, Elly Schlein dovrebbe proporre un piano di finanziamento alla sanità pubblica pari alla somma dei tagli accumulati nei governi a guida PD o supportati da esso.

È chiaro come i tagli alla sanità non conoscano colori politici. Da destra a sinistra, dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia, passando per Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, il progetto sistematico per smantellare il sistema sanitario nazionale, secondo le regole di austerità imposte dell’Unione Europea, viene perseguito da tutti.

Se è vero che la Corte costituzionale negli scorsi giorni ha stabilito il principio secondo cui i tagli alla sanità devono essere gli ultimi ad essere presi in considerazione, è altrettanto vero che la politica del nostro paese, non ci ha pensato molto ad impostare questa drastica riduzione dei finanziamenti.

Come Partito Comunista intendiamo rilanciare la sanità pubblica, ponendola al centro delle politiche di welfare, garantendole finanziamenti adeguati e attraverso l’internalizzazione dei servizi essenziali, oggi spesso esternalizzati ad aziende private, ed eliminando qualsiasi forma di privatizzazione. La sanità gratuita e universale è un diritto che ci impegniamo a difendere, colpendo i grandi patrimoni, gli extraprofitti e ponendo fine alla folle spesa in armamenti, in favore del diritto alla salute per tutti.

Socialismo o Barbarie!

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Legge di bilancio 2025 – Parliamo di Banche? Anche questa volta …


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Legge di bilancio 2025 – Parliamo di Banche?

Anche questa volta NIENTE TASSE sugli extra profitti bancari.
Dopo tanta propaganda strombazzata su TV e giornali, in cui si ventilava nuovamente l’idea di una tassa sugli Extra profitti delle Banche, visto la figuraccia rimediata lo scorso anno, il Consiglio dei Ministri ha deciso che le banche possono dormire sonni tranquilli.

Quindi nessuna tassazione degli Extra profitti, ma solo un’anticipazione di tasse che le Banche devono pagare, e che poi lo Stato gli farà recuperare negli anni seguenti. Sostanzialmente un prestito che le Banche fanno al Governo, un’anticipazione di cassa.

Passano gli anni, cambiano i Governi (Conte, Draghi, Meloni) , ma nulla di nuovo sugli Extra profitti delle grandi aziende.

Sottolineiamo che si tratta di Super profitti non derivanti dalla particolare capacità gestionale dei propri dirigenti, ma risultato di “situazioni” particolarmente favorevoli del mercato in certi momenti. Si pensi ai Mega Profitti delle multinazionali del farmaco in periodo Covid, oppure agli enormi guadagni delle società petrolifere con la guerra Russo/Ucraina, o infine alle spettacolari rendite godute dalle Banche per l’innalzamento dei tassi d’interesse voluto dalla BCE.
L’unica grande capacità di queste multinazionali sembra essere quella di prevedere il futuro…

Ma non sarà invece il caso che siano proprio loro a creare certe “situazioni” particolari, con la connivenza di classi dirigenti (politiche e non solo) totalmente asservite?
Oggi la politica risponde alla grande finanza, destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia. È ora che la Sovranità torni nelle mani del popolo italiano.

#Banche #ExtraProfitti #Tassazione #Governo #Finanza #SovranitàPopolare #Multinazionali #CrisiEconomica #PoliticaEconomica #Speculazione #DestraSinistra #SuperProfitti #TassiDInteresse #COVID #GuerraRussoUcraina

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IL MANIFESTO DEI SOGNI Leggiamo il “Manifesto economico per contrastare il …


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IL MANIFESTO DEI SOGNI

Leggiamo il “Manifesto economico per contrastare il neoliberismo di guerra: economia sociale e lavoro nella Costituente del M5S”, a cura di Pasquale Tridico e Mario Turco, rispettivamente Capogruppo M5S al Parlamento Europeo e vicepresidente del M5S
Premessa. Se critichiamo questo manifesto, è perché lo merita, mentre gli altri partiti semplicemente obbediscono agli ordini degli USA e quindi non meritano neanche di essere presi in considerazione.
Le aspirazioni sono lodevoli:
«Negli ultimi decenni, la “post-democrazia” ha compresso le ragioni dei molti a favore dei privilegi di pochi… il bisogno di riscatto dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e delle classi popolari, … un’alternativa alle politiche neoliberiste e di austerità. La fine del rigorismo, il contrasto all’economia di guerra e ai dogmi neoliberisti … anche il ceto medio impoverito e le piccole imprese, vittime dello “Stato minimo” in economia.»
Analisi condivisibile:
«Negli ultimi tre anni, i salari reali sono scesi e il potere d’acquisto delle famiglie è stato eroso del 15% a causa dell’inflazione. La cancellazione del Reddito di cittadinanza ha peggiorato ulteriormente la situazione delle famiglie più vulnerabili. La moderazione salariale e la flessibilità del lavoro, insieme alla tolleranza verso livelli “accettabili” di disoccupazione, hanno frenato l’innovazione e aggravato la povertà.»
I problemi cominciano quando si delineano le soluzioni.
«Le imprese con più di 15 dipendenti devono fissare obiettivi annuali di produttività e sostenibilità … In caso di mancato rispetto di tali impegni, dovranno essere previste penalità fiscali.» Irrealizzabile a meno di una collettivizzazione forzata che farebbe impallidire i bolscevichi.
«Uno Stato innovatore per lo sviluppo industriale e ambientale. L’Italia ha bisogno di un “Piano pubblico per la rinascita industriale”, basato su innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e autonomia strategica.». Ottimo, ma col piano Letta/Draghi in favore dei monopoli o con una dirigenza politica che abbia nuove idee?
«… lo Stato deve giocare un ruolo di guida in questo cambiamento.» Perfetto, ma chi deve guidare lo Stato? I servi degli USA?
«… creare una Banca pubblica d’investimento che dovrà utilizzare nuovi strumenti finanziari …». Quali?
«Lavorare meno, meglio e per tutti.» L’abbiamo detto prima noi, e prima di noi molti altri.
Poi, parole. «Un nuovo paradigma economico, “crescita inclusiva”, “piena occupazione”, “sostenibilità”, sgravi contributivi, congedo parentale, il riscatto gratuito della laurea, la riduzione dell’orario di lavoro, incentivi fiscali, salario minimo, il reddito universale, sicurezza sul lavoro. un fisco più equo in una Europa più giusta, un welfare europeo, riformare il fisco».
Andiamo al concreto:
«… una tassazione del 2% sui super-ricchi… fino al 5% sui multimilionari.» Tutto qui? Già l’hanno detto in tanti e fatto nessuno. Perché coi mercati internazionali liberi è come voler raccogliere l’acqua del mare col colino.
Problemi veri fuori dal radar:
1) Interessi sul debito pubblico che si mangiano il prodotto degli italiani. Lo blocchiamo, lo monetizziamo, lo rinneghiamo? Stampiamo euro e li distribuiamo ai creditori?
2) Sicurezza sul lavoro e diritti dei lavoratori. Controllo “militare” (con un esercito di ispettori non coi carri armati, ben inteso!) sul territorio e liquidazione della concorrenza al ribasso del lavoro nero, oppure chiacchiere?
3) Settori strategici. Nazionalizzazione senza indennizzo. O continuiamo a farci colonizzare?
4) Libertà di commerciare con chi ci conviene. O continuiamo con le autosanzioni, ieri alla Russia e oggi alla Cina?
Si aspettano risposte sui temi veri

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UN ALTRO PASSO VERSO IL BARATRO EUROPEO! Finanza e mercato dei…


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UN ALTRO PASSO VERSO IL BARATRO EUROPEO!

Finanza e mercato dei capitali, energia e transizione ambientale, comunicazioni e difesa.

Questi sono i quattro pilastri su cui si basa il “ Rapporto Letta”, ovvero le proposte dell’ex Presidente del Consiglio per l’integrazione ed il consolidamento dell’Unione Europea. Dopo aver rinchiuso l’Italia nella UE partendo dalla moneta, con la drammatica adozione dell’Euro a scapito della Lira ora sono pronti a mettere gli ultimi chiodi sulla Sovranità dei paesi Europei e dell’Italia più di tutti. Non è un caso che proprio Enrico Letta, subito dopo le ultime dichiarazioni di Mario Draghi, proponga nel suo rapporto un’unione della Difesa a livello europeo, compresa la produzione di armi e veicoli dedicati.

Sacrificare la nostra Sovranità nella difesa, strizzando l’occhio alla NATO, un ulteriore passo verso il baratro.

FUORI L’ITALIA DA EURO, UE e NATO SUBITO!

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1 GENNAIO 1959: TRIONFA LA RIVOLUZIONE! Con il rovesciamento del regime…


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1 GENNAIO 1959: TRIONFA LA RIVOLUZIONE!

Con il rovesciamento del regime del generale Batista grazie alla rivoluzione guidata da Fidel Castro e da Ernesto Che Guevara, nel 1959 Cuba entra in una nuova era.
I ricchi proprietari terrieri, i servi del dittatore filo USA e i potenti mafiosi italo-americani che fino ad allora avevano abusato della libertà del popolo cubano, scappano inseguiti dalle fucilate dei giovani rivoluzionari, che trasformeranno da lì a poco Cuba.
Non più “il bordello degli USA”, ma la patria di un popolo unito, compatto e fiero della propria storia.
Un popolo che ancora oggi resiste agli attentati e all’infame blocco economico che gli Stati Uniti continuano a perpetuare.
Con un saluto fraterno al popolo cubano, il Partito Comunista continua il suo percorso contro il governo Draghi, il governo delle banche, dell’Unione Europea, e degli sfruttatori di quelli che vivono del proprio lavoro e chiunque continui a voler imbavagliare la volontà del popolo.

BUON 2024, non un passo indietro!

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I GIGANTI DEL WEB ELUDONO 50 MILIARDI DI TASSE E…


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I GIGANTI DEL WEB ELUDONO 50 MILIARDI DI TASSE E IL GOVERNO LASCIA FARE

I 4 giganti del web che operano nel nostro paese continuano ad evadere o a eludere le tasse, mentre il governo fa di tutto per non vederli e non sanzionarli, accanendosi e tartassando solamente il popolo già stremato.

Così i 4 colossi hanno evaso al nostro Stato più di 50 miliardi di euro di tasse: l’aliquota media risulta pari al 15,1% nel 2022 (ma ad esempio Amazon paga solamente il 4% grazie alle agevolazioni avute dai governi Conte e Draghi), inferiore a quella teorica del 21,9%, media calcolata in base al paese in cui le multinazionali hanno sede.

Secondo uno studio di Mediobanca, nel 2022 circa un terzo dell’utile ante imposte delle maggiori WebSoft mondiali è stato tassato in paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 13,6 miliardi di euro nel 2022 e di 50,7 miliardi di euro cumulati nei quattro anni 2019-2022.

Il governo finge di non vedere, non si pone il problema e preferisce attaccare e accanirsi sul proprio popolo continuando a tartassarlo e a prosciugarlo dei pochi risparmi rimasti, salvaguardando sempre la parte più ricca del paese, Confindustria compresa.
Per risollevare le casse pubbliche basterebbe che i colossi del Web e le grandi aziende pagassero ciò che devono senza avere continuamente privilegi da parte dello Stato. Il governo classista della Meloni, sulla scia dei precedenti, preferisce invece prosciugare i lavoratori.

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CON I PRIVATI PAGHEREMO IL 56% IN PIU’ LE BOLLETTE Grazie…


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CON I PRIVATI PAGHEREMO IL 56% IN PIU’ LE BOLLETTE

Grazie alla fine del mercato tutelato le grandi aziende private che imporranno i prezzi vorranno guadagnare ancora di più, facendolo sulla pelle dei cittadini.
I cittadini saranno costretti ad abbandonare i loro vecchi contratti e stipularne di nuovi con le aziende private che potranno imporre il prezzo che vogliono aumentandolo rispetto a quello tutelato per guadagnare ancora di più e prendendo per il collo i cittadini già martoriati dalla crisi economica e dall’inflazione.

L’Istat ha già certificato per quest’anno che chi è entrato nel mercato libero paga il 56,7% in più rispetto a chi è ancora nel mercato tutelato, tradotto significa che la famiglia tipo che consuma 2700 KW/h all’anno e ha una potenza impegnata pari a 3 KW paga nel mercato libero la bellezza di 433 euro in più su base annua rispetto a chi è nella maggior tutela, una tassa, quindi, che al governo Meloni, visto che lo stesso Governo non ha mai creduto e voluto la proroga del mercato tutelato, condannando il popolo a dover pagare sempre di più a scapito di un servizio sempre peggiore.

Il Governo fa un altro favore ai privati arricchendoli ancora di più, seguendo l’agenda Draghi e ciò che l’Europa ci ha sempre chiesto: la svendita completa del nostro Paese. Il tutto facendolo pagare direttamente ai cittadini, dimostrando ancora una volta che la Meloni e il suo governo sono servi dei potenti, dell’UE e della NATO.

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MELONI PRONTA A RATIFICARE IL MES Tra le tante promesse che…


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MELONI PRONTA A RATIFICARE IL MES

Tra le tante promesse che la Meloni ha fatto durante la campagna elettorale, c’era quella che non avrebbe ratificato il MES. Adesso però pare abbia cambiato idea ed è pronta tradire l’ennesima parola data seguendo ancora una volta le imposizioni inviate da Bruxelles.

Il governo Meloni cambia idea ancora una volta e fa l’ennesima giravolta in poco più di un anno e mezzo di governo, accantonando definitivamente tutte le parole d’ordine di finto sovranismo di cartone che aveva propagandato per vincere le elezione, adottando nella sostanza le stesse politiche economiche del PD.
Oggi infatti, a Bruxelles si riuniranno i ministri delle Finanze dell’area euro, e all’ordine del giorno c’è anche “il punto sui progressi compiuti con la ratifica” della riforma del Mes. L’Italia, va ricordato, è l’ultimo Paese che manca per la ratifica della riforma approvata due anni fa da tutti i governi coinvolti (incluso quello italiano).

Il governo Meloni continua a seguire in tutto e per tutto l’agenda Draghi, dimostrando una continuità di linea politica interna ed esterna che va avanti dal governo Monti in poi, frustrando le rivendicazioni delle masse popolari per soddisfare il volere delle tecnocrazie dell’UE. Ennesima dimostrazione che tutti i blocchi presenti in parlamento sono solamente due facce della stessa medaglia.

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LE GIRAVOLTE DEL PD SULLA GUERRA Il PD si sta lentamente…


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LE GIRAVOLTE DEL PD SULLA GUERRA

Il PD si sta lentamente accorgendo che la propaganda filo-atlantista che ha sempre sponsorizzato inizia a cedere – forse perché anche gli stessi USA stanno lentamente ritrattando le loro posizioni su Zelenskij e Ucraina – e sta cercando di nascondere tutte le offese e gli atteggiamenti di superiorità che l’hanno caratterizzato dall’inizio della guerra.
Sin dall’inizio il PD ha tacciato di “putiniani” tutti coloro che si ponevano a favore della pace, legittimando vere e proprie liste di proscrizione fatte dalle testate a loro fedeli. Adesso però si accorgono di essersi “sbagliati a chiamare putiniani coloro che sono per la Pace” e tentano miseramente di fare una giravolta e prendere un po’ le distanze dal dittatore Zelenskij.
“Questa è una giornata per recuperare un terreno che non abbiamo saputo calpestare nel modo giusto”. Gianni Cuperlo presenta così la lunga giornata del convegno “La parola Pace – L’utopia che deve farsi realtà”, in cui sono intervenuti tutti i big del partito con posizioni più o meno fedeli agli USA, tanto per dare come al solito un colpo al cerchio e uno alla botte.
La posizione del PD quindi non può più essere quella delle armi a oltranza fino alla vittoria contro la Russia – posizione impostata da Draghi e poi ripresa da Meloni. Tale tesi è ormai sconfessata pure dagli USA, così tentano ipocritamente e fintamente di riciclarsi agli occhi dei propri elettori.
Il PD rimane nemico del popolo e dei lavoratori!
Le sue giravolte non cambieranno la sua anima, quella di chi etichetta come “putiniani” gli oppositori della guerra imperialista della NATO, come “no-vax” tutti coloro contro il green pass. Non sono degni neanche di essere definiti “liberali”, dato che squalificano in continuazione chiunque la pensi diversamente da loro su qualsiasi tema rilevante.

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LA MELONI PEGGIORA PERSINO LA LEGGE FORNERO Il governo Meloni da…


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LA MELONI PEGGIORA PERSINO LA LEGGE FORNERO

Il governo Meloni da un ulteriore colpo alle pensioni e ai pensionati italiani andando persino a peggiorare la legge Fornero inserita nel decreto lacrime e sangue, infatti la nuova bozza della manovra oltre a non presentare nessun incremento per le pensioni minime andrà ad aumentare ancora una volta l’età pensionabile portandola a Quota 104 con una riduzione della parte della pensione calcolata col retributivo.

Vai in pensione un po’ prima, ma ti tolgono un bel po’.

Questo pacchetto previdenza sembra scritto per dire a Bruxelles e alle agenzie di rating che il Paese segue pedissequamente tutto ciò che l’UE ordina, ancora di più di quanto abbiano fatto i governi tecnici guidati prima da Monti e l’ultimo con Draghi.

La Meloni continua però a vantarsi a mezzo di stampa e di propaganda dei successi del suo governo durante l’ultimo anno, la realtà però è ben distante da quello che lei racconta e il popolo la vive ogni giorno sulla sua pelle con il potere d’acquisto perso di oltre il 22% in un anno a fronte di stipendi sempre più stagnanti, il costo del carburante è aumentato di quasi il 20% e il costo delle materie prime sempre del 20%. E per i prossimi mesi sono previsti nuovi aumenti di carburanti e energia che faranno ancora aumentare tutto.

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IL GOVERNO MELONI SEMPRE PRONO ALL’UE Il Governo Meloni ritratta tutte…


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IL GOVERNO MELONI SEMPRE PRONO ALL’UE

Il Governo Meloni ritratta tutte le promesse fatte in campagna elettorale sulla prossima manovra economica, infatti se la precedente era ancora figlia del Governo Draghi, questa è una vera e propria delusione per tutti quelli che hanno creduto alla bugie dette nelle precedenti elezioni.

La Meloni aveva promesso che avrebbe rivoluzionato l’Italia in campagna elettorale, la realtà però è molto lontana da quello che aveva promesso e ricorda molto ciò che avrebbe fatto il PD se fosse stato lui al governo. Una miseria per i redditi bassi e per tutti quelli che vivono delproprio lavoro, una miseria anche per i pensionati. Oltre a tagli a sanità e istruzione.

Il Ministro dell’economia Giorgetti cerca di giustificare il governo parlando di “Manovra seria e prudente” che tradotto significa: obbediamo a tutto ciò che l’UE ci impone.
Questo governo è esattamente come i precedenti e non c’è nessuna differenza tra un governo a guida Meloni o a guida PD, tutti e due portano avanti le stesse politiche economiche e la stessa sudditanza verso UE, NATO e USA.

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