L’Europa taglia 10 miliardi di fondi per gli investimenti sull’energia i fondi potrebbero essere deviati su Germania, Polonia e Repubblica Ceca.
I fondi che sarebbero dovuti arrivare in Italia non ci saranno, le regole sulla tassonomia delle fonti energetiche – le stesse che hanno rilanciato il nucleare – hanno come corollario di «fissare emissioni di CO2 irraggiungibili» per la riconversione delle attuali centrali a carbone da riconvertire a gas. Mandando all’aria i piani delle industrie per pagarsi la riconversione con i soldi europei.
Nella Penisola sono in corsa attualmente 48 investimenti per la transizione delle centrali da carbone a gas metano: i più imponenti sono a Brindisi Sud Cerano, La Spezia, Monfalcone per A2A e Civitavecchia per Enel. Analizzando i dettati di Bruxelles sembrerebbe che dal programma in via di definizione si favoriscano quei progetti, e quindi quei Paesi, che a oggi risultano molto più esposti di noi verso il carbone: Polonia, Repubblica ceca o Germania. Al contempo viene facilitato anche il progetto francese per mantenere investimenti consistenti sul nucleare e incrementare quelli sul metano. Con questi presupposti anche la Francia sarebbe di molto davanti a noi in fatto di greenbond e incentivi per nuova sostenibilità.
Queste decisione da parte dell’UE costringeranno l’Italia ad acquistare energia da altri Paesi, non potendo godere dei finanziamenti per la riconversione e tutto ciò andrà a gravare solamente sulle tasche dei lavoratori e del popolo con un ulteriore innalzo dei prezzi dell’energia come già abbiamo visto dall’inizio dell’anno.
L’Unione Europea sempre più matrigna, sempre un danno per la nostra economia.
Eppure va detto che abbiamo il governo più filo-europeista di tutta l’Europa, sempre prono ad esaudire ogni capriccio che arriva da Bruxelles.
PER QUESTO L’UNICA SOLUZIONE PER L’ITALIA È:
FUORI DA UNIONE EUROPEA, EURO E NATO!