IL PUNTO DEL SEGRETARIO GENERALE ALBERTO LOMBARDO LE CONSIDERAZIONI FINALI DEL…


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IL PUNTO DEL SEGRETARIO GENERALE ALBERTO LOMBARDO
LE CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA

«Sostenere l’occupazione con più immigrati, ma è fuga dei giovani» (Il Sole 24 Ore)
«Servono più migranti regolari» (Il Corriere della Sera)
«La lezione di Panetta: servono più immigrati» (La Stampa»)
«Il governatore Panetta: “Più Europa e più immigrazione contro il declino”» (La Repubblica)

Questi i titoli dell’indomani della tradizionale lettura delle Considerazioni Finali del Governatore [1].
Naturalmente non ci siamo fidati delle “veline” di regime e abbiamo letto le 30 pagine della Relazione, dove leggiamo:
«Decisi aumenti dei tassi di occupazione – fino ai livelli medi dell’area dell’euro – potrebbero arrivare a controbilanciare gli effetti del calo demografico e mantenere invariato il numero degli occupati. È inoltre possibile che un sostegno all’occupazione derivi da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall’Istat. Occorrerà gestirlo, in coordinamento con gli altri paesi europei, bilanciando le esigenze della produzione con gli equilibri sociali e rafforzando le misure di integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro.

Ma è chiaro che anche con maggiore occupazione e maggiori flussi migratori l’apporto del lavoro alla crescita dell’economia non potrà che essere modesto. Solo la produttività potrà assicurare sviluppo, lavoro e redditi più elevati.»
Queste le parole esatte del Governatore. Quindi: fate lavorare bene i lavoratori e vedrete che le cose si aggiusteranno. Qui dovremmo criticare l’inversione della causalità implicita nelle parole di Panetta: “lavorare meglio per crescere e guadagnare di più”. Noi dovremmo dire: “aumentare i salari per far uscire dalla disoccupazione due milioni di disoccupati (e molti di più sotto occupati) e mettere i soldi nelle tasche dei lavoratori affinché essi possano spendere e far crescere l’economia”, anche se ciò sarebbe ancora nel più tiepido riformismo.
Ma quello che è ancora una volta conclamato è che la “narrazione” imposta dall’alto non si mette in discussione, anche se a contraddirla è la massima autorità economica del Paese.

Ora capite quando vi invitiamo a leggere tutti i giornali e usare quello che scrivono come stella polare per credere all’esatto contrario?

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