La nuova legislazione sul lavoro è una vera e propria arma di distruzione di massa nelle mani dei padroni!
La distruzione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e la nuova possibilità di licenziamenti per soli motivi economici trasforma direttamente lo sfruttamento del lavoro salariato da parte del padrone in vera e propria schiavitù economica.
Ogni lavoratore dovrà recarsi ogni giorno sul posto di lavoro in una condizione di precarietà e ricatto permanente: impossibile lottare per contrattare salari e condizioni dignitose, impossibile combattere per la sicurezza sul posto di lavoro.
Ogni lavoratore scomodo, fastidioso, non prono ai desideri del padrone potrà essere licenziato per motivi economici.
La riforma, voluta dalla UE delle banche e dei capitali, realizzata dal Governo Monti, è stata però appoggiata da tutte le forze parlamentari del centrosinistra e continua ad essere immutata dai recenti governi di larghe intese Letta e Renzi
Le maggiori confederazioni sindacali hanno di fatto avallato questa azione, accontentandosi di poche modifiche che salvaguardassero i propri apparati. D’altro canto, i medesimi sindacati confederali, CGIL in testa, con la sola ed inconcludente opposizione della Rete 28 aprile, hanno varato l’accordo sulla rappresentanza sindacale che esporta su scala nazionale il modello Marchionne: per accedere a questo sistema di rappresentanza le organizzazioni che hanno la possibilità di accedervi devono sottoscrivere la rinuncia a contestare i futuri accordi che verranno adottati da quelle maggioranze.
In pratica, una volta che un contratto è stato accettato dalle maggioranze, chi non è d’accordo non può più contestarlo, fare sciopero, fare azione autonoma, pena l’esclusione dai successivi tavoli: chi dissente non parlerà più, non tratterà più.
Oggi con il nuovo decreto-legge del governo Renzi interviene ancora a favore del padronato aumentando la precarietà. In armonia coi desideri padronali, i contratti a termine vengono allungati sino a tre anni.
Si tolgono anche quei pochi limiti che la precedente tremenda legislazione Fornero aveva imposto per giustificare i sacrifici: ad esempio l’assunzione dei lavoratori apprendisti non sarà più vincolata alla trasformazione di almeno il trenta per cento degli apprendisti già dipendenti in lavoratori in pianta stabile.
Nel frattempo le armi del diritto vengono appuntite anche nelle aule giudiziarie, dove l’impegno delle Procure è ormai primariamente rivolto alla repressione del conflitto sociale: dalla repressione dei compagni lavoratori in lotta nelle fabbriche e nelle piazze per il proprio posto di lavoro alle azioni contro i NOTAV, a quelle contro i NO MUOS, all’attacco contro chi rivendica il diritto alla casa.
Contro queste temibili armi di distruzione di massa, occorre una concreta arma di difesa anche nelle aule giudiziarie in cui lo Stato Borghese impone i suoi rapporti di produzione cercando di darsi una veste di finta terzietà.
Nel campo dei diritti del lavoro, così come contro la repressione sociale, occorre approntare una sorta di forum di Giuristi attivi e miltanti, che mettano a punto strumenti di lotta nelle aule giudiziarie al fine di bloccare con ogni mezzo questo strumentario di macelleria sociale, denunciandone l’assoluta incostituzionalità, contrastandone in ogni modo l’applicazione, promuovando una politica della giustizia che restituisca quest’ultima al popolo, sottraendola al capitale monopolistico, alle oligarchie, alle corporazioni.
C’è quindi bisogno di un nuovo
SCUDO LEGALE POPOLARE
Il 22 marzo 2014 alle ore 11.00 il Partito Comunista riunirà a Roma i giuristi che vorranno rispondere a questo appello, chiamandoli alla predisposizione di strumenti giuridici comuni di lotta e difesa dei lavoratori e dei cittadini.
CONTRO LA UE, CONTRO IL GOVERNO RENZI, CONTRO I SOPRUSI DEI PADRONI
PER L’UNIONE DELLE LOTTE DI TUTTI I LAVORATORI
PER IL SOCIALISMO
Enzo Pellegrin – Direzione nazionale Partito Comunista
Dipartimento Lavoro