Grecia/ Il leader del Partito Comunista: Tsipras è la FINTA SINISTRA. Intervista internazionale del segretario comunista Dimitris Koutsoumpas.

Intervista ad Affaritaliani. Alberto Maggi

Quali sono i punti chiave del programma del KKE?

Sintetizzando, il KKE è a favore della cancellazione unilaterale del debito, del disimpegno dall’UE e dalla NATO, con potere ed economia operaio-popolare. Crediamo che i lavoratori possano organizzare la produzione e utilizzare le grandi potenziali dei fondi di ricchezza con pianificazione scientifica a livello nazionale concentrata alla soddisfazione di tutte le loro esigenze attuali, senza le catene dei monopoli, dell’UE e delle altre unioni imperialiste.

Pensa che un’eventuale vittoria di Syriza possa rappresentare una svolta in favore del popolo greco?

Che cosa di positivo può risultare da un governo che riconosce un debito non creato dal popolo? Da un governo che rivendica una sua piccola riduzione, al fine di trovare i soldi per i gruppi imprenditoriali? Da un governo che garantisce al capitale la stabilità dell’UE, della zona euro e il corso della Grecia lì dentro?

SYRIZA considera tutte le misure anti-popolari come «passate-dimenticate»

Compete con il partito di Nuova Democrazia su chi meglio rafforzerà i gruppi monopolistici. Quindi, qualsiasi misure “Filopopolari”,di un tale governo si limitano a poche briciole di sussidi,coupon per le mense per i più bisognosi. Sviluppi positivi per i popoli possono avvenire solo da una propria organizzazione e azione  contro l’UE, i capitalisti ei loro governi. Ecco perché il giorno successivo cè bisogno di un forte KKE per una forte opposizione popolare oggi,e per aprire la strada per cambiamenti radicali domani.

È possibile avere un governo SYRIZA con la vostra partecipazione?

SYRIZA dà credibilità ai quartier generali americani ed europei,sono eclatanti le rassicurazioni date da Tsipras in Texas, a Bruxelles, alla “Bilderberg” Italiana di Como, alla City di Londra, in comunione con tutta l’elite della plutocrazia.

Collabora con la Confindustria Greca (ΣΕΒ) e ha il sostegno di grandi imprese, di una parte potente della borghesia che crede che con la nuova socialdemocrazia , con la fraseologia della “finta sinistra”, intrappolerà i lavoratori e disarmerà il movimento operaio popolare per fare i suoi interessi.

In base a quello che abbiamo appena detto, ma anche l’esperienza storica di cui ci avvaliamo, un tale atteggiamento del Partito Comunista, di partecipazione o anche di tolleranza ad un governo di gestione di questo sistema marcio sarebbe un grosso errore, che danneggerebbe i lavoratori e il popolo. Disarmerebbe i lavoratori, che avrebbero perso il loro reale sostegno alle lotte.

Il KKE non è disposto a contribuire ai requisiti dei monopoli per aumentare la loro redditività con un governo di «sinistra». Non appoggeremo l΄ illusione che questo sistema marcio e la UE possano eventualmente essere «guariti»

Risponderemo con la speranza del cambiamento reale, che non sta nella rotazione dei gestori di governo, né nella strada di sviluppo capitalistico, bensì nel conflitto con la barbarie odierna e nella concentrazione di forze sociali per il cambiamento del potere politico, e per far prendere la situazione in mano ai lavoratori.

Quale pensate che sarà il corso dell’UE nel 2015? L’euro ha fallito?

I dati mostrano stagnazione o addirittura una nuova crisi nell’economia della zona euro. Su questo terreno aumentano i litigi per quale ricetta economica di gestione borghese sia migliore per assicurare la redditività dei monopoli, la loro posizione nella concorrenza mondiale, chi perderà e chi vincerà e il popoli saranno sempre quelli che pagano il conto. Per questo motivo si sviluppano persino «tendenze centrifughe».

La questione a nostro avviso non è di fallimento o successo dell’euro. Persino paesi che non appartengono alla zona euro, affrontano gli stessi temi e prendono le stesse misure anti-popolari. Questo è il culmine dello stesso sistema capitalista, che a questo punto genera solo crisi, guerre, e miseria.

In ogni caso, la questione è che i popoli non dovrebbero intrappolarsi e soffermarsi sulla concorrenza attorno alla moneta e alla gestione della crisi, e non dovrebbero dimenticare che lo sviluppo «capitalistico», o la cosiddetta ripresa, quando, e se, avverrà, poggerà sui loro diritti azzerati.

È ancora attuale parlare di Marx e Lenin 25 anni dopo la fine del socialismo reale?

È veramente più che mai attuale e realistico parlare e lottare per il socialismo-comunismo. Non si tratta di qualche «visione a distanza», o di qualcosa ogni volta determinato dai rapporti di forza, ma deriva dallo stesso sviluppo della società, dalle attuali possibilità e dai vicoli ciechi dell’economia capitalista.

La manifestazione della crisi capitalista, non solo in Grecia ma anche nei paesi più potenti, e l’intensificarsi delle concorrenze per quote di mercati, per i fondi energetici, per le vie di trasporto, dimostrano che questo sistema è arrivato alla sua fine. Le guerre che scoppiano con vari mezzi mostrano gli enormi rischi per i popoli.

A questa barbarie possono mettere fine solo i rapporti di produzione socialista-comunisti, che soddisfaranno i bisogni sociali attuali.

È importante che i partiti comunisti imparino anche dal corso storico, a trarre conclusioni per plasmare una strategia rivoluzionaria attuale, condizione necessaria per la concentrazione di forze e per il nuovo «assalto della classe operaia al cielo».

Qual è la vostra opinione/tesi per la Russia di Putin che affronta una difficile crisi economica?

 

Da 25 anni la Russia non è più un paese socialista. Anche lì sono i monopoli quelli che stanno al potere e che dominano nell’economia. Nessuna economia capitalista può sfuggire dalle leggi ferree di questo sistema, dal ciclo della crisi capitalista. L’ intervento imperialista degli USA, dell’ UE e della NATO in Ucraina e la loro concorrenza con la Russia è indicativo di quali conseguenze può portare questa concorrenza per il controllo dei mercati, delle risorse energetiche , delle vie di trasposto dell’energia e delle merci ecc.

Ogni popolo con la sua azione può, ed è necessario che lo faccia, diventare esso stesso il proprietario della ricchezza che produce, prendendo il potere e svincolandosi dall’UE e ogni altro organismo imperialista.

 

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