Chi baratta il proprio simbolo e la propria identità per un posto in Parlamento umilia i propri militanti e non merita rispetto.

Chi baratta il proprio simbolo e la propria identità per un posto in Parlamento umilia i propri militanti e non merita rispetto.

Chi baratta il proprio simbolo e la propria identità per un posto in Parlamento umilia i propri militanti e non merita rispetto. I comunisti quando rientreranno in Parlamento lo faranno dalla porta principale e non camuffati in una lista dove c’è tutto ed il contrario di tutto. Ricordate la giusta critica ai partiti personali? Oggi gli stessi vorrebbero portare all’ammasso i propri militanti per una lista con in maiuscolo il nome di un magistrato attento solo alla ribalta dei mass media di ritorno da una vacanza guatemalteca .L’ossessione della presenza (peraltro personale) nelle istituzioni quando la politica istituzionale conta quasi nulla è il segno del “si salvi chi può”. La lista Arcobaleno non aveva un’anima era solo una unione di simbolini; oggi è peggio, nella lista arancione al Prc e al Pdci addirittura non viene concesso di apparire, nessun intervento, fuori dalle conferenze stampa. Il baratto è chiaro: un posto in Parlamento ai rispettivi segretari ma nessun contenuto, nessuna presenza neanche simbolica. Al punto sei del decalogo incredibilmente si “ingoia”un inno all’impresa “6)Vogliamo che gli imprenditori possano sviluppare progetti, ricerca e prodotti senza essere soffocati dalla finanza, dalla burocrazia e dalle tasse”. E’ questa la strada? Sinceramente pensiamo di no!  Oggi una legge elettorale che brucia i tempi e obbliga ad una raccolta firme in pochissimo tempo ci impedisce la presentazione in ogni luogo, ma continuiamo a lavorare per ricostruire un vero Partito Comunista, con l’orgoglio della nostra storia e la capacità di riconoscere ed evitare gli errori che sono stati commessi.

 

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