da Partito Comunista https://ift.tt/LmbGsw1
“Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”, così parlava qualche anno fa Alfonso Bonafede, ex Guardasigilli e deputato del Movimento 5 Stelle. In Sardegna non vi sono sospetti perché il provvedimento della Corte d’Appello di Cagliari è perentorio: la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, esponente di punta del Campo Largo, è stata dichiarata decaduta per inadempienze legate alle spese elettorali.
Sono sei i punti contestati alle presidente Todde: innanzitutto, la dichiarazione relative alle spese non sarebbe conforme a quanto stabilito dalla legge; in seconda battuta, “non risulta essere nominato un mandatario”, obbligato per legge; al terzo punto, “non risulta essere aperto un conto corrente riservato solo alla raccolta dei fondi”; al quarto punto, non vi è “la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”; al quinto punto, “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale” e, continua il provvedimento, “non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti della campagna elettorale”; infine, al sesto e ultimo punto, non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte attraverso PayPal durante la campagna elettorale.
Da ciò che emerge dal provvedimento del Collegio regionale di garanzia elettorale, sembra che il Movimento 5 Stelle, nella figura della presidente Alessandra Todde, abbiamo tradito altri due principi delle sue origini: la trasparenza e l’onestà. La notizia della decadenza riporta alla mente due fatti che dovrebbero farci pensare: lo scorso 18 ottobre nell’Ufficio elettorale centrale, ospitato alla Corte d’Appello di Cagliari, ci fu un’intrusione che richiese anche l’intervento della polizia scientifica, ma senza individuare il responsabile che cercò, pur senza riuscirci, di violare uno dei computer dell’Ufficio elettorale; l’altro episodio che ci torna in mente riguarda proprio Alessandra Todde che, il 10 marzo 2024, ospitata da Corrado Formigli su La7, dichiara: “mi sono pagata anche gran parte di questa compagna elettorale”, ma, dopo lo scoppio del caso che la vede coinvolta, il 4 gennaio 2025, afferma: “le mie spese sono state gestite da un comitato elettorale e io personalmente non ho sostenuto nessuna spesa”.
La Sardegna ha bisogno di risposte concrete per risolvere il dramma economico e sociale al quale è stata condannata da una politica impegnata a preservare i propri interessi. Né il Campo Largo (M5S e PD sardi), che trasportati da un vento complottista parlano di “trame di palazzo” per fare cadere il governo regionale, né il centrodestra regionale, che riscopre il “buon governo” dopo anni di gestione padronale della cosa pubblica, possono risollevare la Sardegna. All’orizzonte si profila una paralisi politica e istituzionale, che renderà impossibile l’approvazione di una finanziaria politica; per questo, è necessaria una trasformazione radicale della politica sarda che passi dalla democraticizzazione della politica regionale (la bocciatura del referendum consultivo sulla colonizzazione green e la messa all’angolo della Legge Pratobello sono l’esempio dello scarso coinvolgimento del popolo nelle decisioni di palazzo) e da una legge elettorale proporzionale in grado di permettere alle forze radicate nell’Isola di trovare la giusta rappresentanza nel Consiglio Regionale.
Chiediamo che la presidente Todde, che avrà modo di risolvere le sue grane giudiziarie nelle sedi opportune, si dimetta dal governo della Sardegna e che la maggioranza di governo regionale blocchi il progetto di colonizzazione dell’Isola da parte dei grandi gruppi finanziari e delle multinazionali green. Il popolo sardo ha bisogno di una nuova politica che affronti le sfide sociali ed economiche, il dramma della deindustrializzazione e quello della sanità regionale. Il Consiglio regionale non deve essere un poltronificio né il luogo dal quale restituire – sotto forma di mance elettorali (al riguardo potete recuperare un post pubblicato nelle nostre pagine l’11 dicembre) – i favori ricevuti dalla propria base elettorale.
Socialismo o barbarie.
Viva la Sardegna!
Viva il Partito Comunista!