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CRISI DEGLI ARTIGIANI IN ITALIA: UN ALLARME SOCIALE E ECONOMICO
Il calo drastico di 325.000 artigiani dal 2012 è un segnalo di allarme che va oltre i numeri.
Il numero di artigiani è in costante diminuzione, e le città italiane stanno perdendo parte della loro anima e del loro tessuto sociale.
Cosa sta accadendo? Gli artigiani tradizionali, spina dorsale della nostra storia culturale e economica, stanno sparendo. Le botteghe che erano il cuore pulsante dei quartieri sono sempre meno. Questo non solo riduce l’identità dei nostri luoghi, ma ha un impatto diretto sulla qualità della vita nelle aree urbane.
Il panorama urbano cambia e con esso la socializzazione e la coesione sociale. Con la chiusura di queste botteghe, le zone urbane diventano meno vivibili e più insicure. Questa crisi tocca in particolare gli anziani, che ora trovano difficoltà nell’accesso quotidiano a servizi di base.
Ma qual è la causa principale di questo declino? L’età avanzata degli artigiani, la competizione con le grandi catene e l’e-commerce, l’aumento degli affitti e delle tasse, e un cambiamento nel comportamento dei consumatori. Si sta abbandonando la cultura del “fatto a mano” per una mentalità dell'”usa e getta”, consumistica.
Inoltre, c’è stata una svalutazione economica del lavoro manuale. L’artigianato, che era una volta rispettato e valorizzato, viene ora visto come un settore in declino. È essenziale reintegrare l’importanza dell’artigianato nella nostra società e nella nostra economia, con azioni concrete.
Detassazione dell’artigianato, sostegno per il caro affitti e per la tari agevolazioni per l’assunzione di nuovo personale che porti avanti qualità e tradizioni.
Non pensate che lo facciano centro destra e centro sinistra perché entrambi gli schieramenti fanno gli interessi delle multinazionali.