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CON LA MELONI FARMACI INTROVABILI E PIÙ CARI
Grazie alle scelte che il precedente governo ed alla continuità di quello attuale hanno portato avanti, adesso scarseggiano anche i farmaci di uso comune.
Le politiche estere riguardo la guerra in Ucraina e quindi le sanzioni supportate dall’Unione Europea, si riflettono di rimbalzo anche sulla Cina, ovvero il nostro primo partner per quanto riguarda l’importazione dei principi attivi dei medicinali, hanno portato il nostro paese ad essere in carenza anche di farmaci, molti dei quali risultano introvabili da molti mesi.
A mancare dagli scaffali delle farmacie al momento sono dai più comuni, come gli antibiotici e gli antipiretici, fino a quelli utilizzati per terapie specifiche, come gli antitumorali e gli anti-ipertensivi. Aifa nel suo bollettino ne conta 3200, dei quali 554 non si trovano a causa di difficoltà produttive o problemi distributivi.
Un fenomeno che non è certo nuovo ma che, a causa di diversi fattori che si sono accavallati negli ultimi mesi è più grave rispetto al passato.
C’è soprattutto un grosso problema strutturale che riguarda non solo l’Italia ma tutta l’Europa: la dipendenza verso l’Asia, e in particolare la Cina, per le forniture dei principi attivi e, più a monte della filiera, delle materie prime necessarie al packaging, come carta, plastica e alluminio.
La dipendenza viene da lontano, almeno dagli anni ’90, quando i paesi europei, per abbassare i costi di produzione, hanno iniziato a rivolgersi sempre di più all’estero per soddisfare il proprio fabbisogno. Una situazione generale che mostra tutte le fragilità del nostro sistema.
Mentre negli anni ’70 e ’80, l’Italia in particolare e l’Europa in generale, importavano solo il 30-40% dei principi attivi, alla fine degli anni ’90 la percentuale era salita al 60% per poi toccare l’attuale 74%. Ad oggi il 70% dell’import viene dalla Cina.
Questi sono il risultato di politiche liberiste e di delocalizzazione portate avanti negli ultimi 30 anni che hanno ridotto il nostro paese ad essere sempre più dipendente e non più un paese produttore, le ultime politiche attuate dagli ultimi governi (Draghi e Meloni) hanno accentuato questo deficit mettendo in evidenza ancora di più quanto il nostro Paese sia succube e ormai colonia delle politiche imposte da UE, NATO e USA.