Interrogazione nuova infrastruttura militare a Coltrano

Interrogazione nuova infrastruttura militare a Coltrano

A seguito della proposta per la costruzione di una nuova infrastruttura militare nell’area di Coltano in provincia di Pisa, un moto di proteste si è sollevato da parte dei cittadini del territorio, dove ricordiamo è già presente la base militare di Camp Darby.
L’infrastruttura militare verrà tra l’altro finanziata con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR e la sua realizzazione è prevista all’interno del Parco nazionale di San Rossore.
Preserviamo il territorio da un nuovo disastro ambientale.
Qui di seguito vi presentiamo l’interrogazione parlamentare fatta dal Senatore Emanuele Dessì del Partito Comunista

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Al Presidente del Consiglio,
al Ministro della difesa,
al Ministro della transizione ecologica.
premesso che:
il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 23. 03 2022, prevede un intervento infrastrutturale per la realizzazione di un’opera destinata alla difesa nazionale, nell’area di Coltano, nel Comune di Pisa;
tale nuova infrastruttura militare, finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è destinata ad ospitare la sede del Gruppo intervento speciale del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili;
come previsto dello stesso D.P.C. M., per la realizzazione dell’opera, si applicano le misure di semplificazione procedurale previste dal decreto-legge “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”, convertito dalla legge 29 luglio 2021 nr 108, privando, in tal modo, gli enti territoriali di ogni potere decisionale in merito ed annullando ogni forma partecipativa dei cittadini;
il progetto prevede circa 440 mila metri cubi di nuove edificazioni, da realizzare all’interno del Parco Nazionale di San Rossore;
la zona interessata è posta all’interno di un parco protetto, tutelato da rigorosi e stringenti vincoli paesaggistici ed ambientali, che vengono scavalcati dalle procedure semplificate ed eccezionali, di cui sopra, le quali annullano di fatto l’esercizio delle legittime azioni degli enti territoriali;
diverse sono le criticità individuate nel progetto: l’eccessivo consumo di suolo in una zona agricola protetta, un elevato rischio di pericolosità alluvionale ed irrimediabili danni paesaggistici, considerato che si tratta di una zona dal grande valore storico e naturalistico, che vanta, altresì, un’oasi di ripopolamento faunistico;
tra l’altro, l’area individuata per la costruzione dell’opera, è già interessata dalla presenza della base militare americana di Camp Darby, diventata molto importante da punto di vista strategico nel corso degli ultimi anni;
a parere dell’interrogante, il progetto di tale nuova infrastruttura militare, che va a deturpare un parco protetto, mal si concilia con gli obiettivi del PNRR e con il principio di tutela ambientale, recentemente introdotto in Costituzione;
pur consapevole che la programmazione del progetto sia precedente allo scoppio della guerra in Ucraina, appare, in ogni caso, a parere dello scrivente, poco comprensibile la scelta del governo di impiegare ulteriori risorse in spese militari, risorse che avrebbero potuto, invece, essere utilizzate per compensare i tagli alla spesa pubblica che il Documento di economia e finanza 2022 ha previsto e che ricadranno inevitabilmente sui cittadini italiani;
Tutto ciò premesso, si chiede di sapere
se, alla luce di quanto esposto in premessa, il Governo non intenda valutare la possibilità di rivedere il progetto di cui sopra, in particolare individuando altro e diverso sito ove realizzare la nuova infrastruttura militare, ricercandolo nei territori, già inseriti nel sistema militare, da valorizzare e recuperare, preservando le aree protette ed evitando l’ennesimo disastro ambientale.

 

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