Mario Monti è stato nominato, ieri, Senatore a vita dal Presidente della Repubblica.
E’ ovvio che si tratta di un passaggio obbligato verso il Governo Monti; ma la mossa di Giorgio Napolitano, ben vista da molti, andrebbe analizzata più attentamente rispetto alle prime reazioni a caldo.
In effetti, chi esulta forse dovrebbe rileggersi la biografia, la carriera, la vita e le opere di Mario Monti.
L’altissimo merito è di essere stato commissario europeo con deleghe economiche, dal 1994 al 1999 per nomina del primo governo Berlusconi; dal 1999 al 2004 per nomina del primo governo D’Alema.
Forse il merito è anche per la sua presidenza alla famigerata Commissione Trilateral, una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger che riunisce capi di stato, amministratori di multinazionali, leader politici, banchieri, accademici, insomma un’elite esclusiva e potentissima che non ama troppo la pubblicità.
Ci voleva, quindi, un ex sedicente comunista dell’area migliorista, per formalizzare attraverso la persona di Monti il ruolo extraparlamentare dell’economia liberista che sta condizionando l’Europa intera attraverso le politiche della Banca Centrale (oggi presieduta da Mario Draghi, ex collega di Monti e di Prodi come consulente della Goldman Sachs), del Fondo Monetario Internazionale e delle borse.
A questo si può aggiungere qualche altro “piccolo” dettaglio.
Per esempio, il fatto che Mario Monti faccia parte del comitato esecutivo dell’Aspen Insititute Italia, un’inquietante struttura internazionale foraggiata, al momento della nascita, dalla Rockefeller Brothers Fund e dalla Fondazione Ford che, fra l’altro, finanziarono il golpe in Cile di Pinochet.
In Italia, Aspen fa propria la riservatezza e le riunioni a porte chiuse.
E’ stata fondata da Gianni Letta che, se Monti diventasse Presidente del Consiglio, rimarrebbe sicuramente sottosegretario, ed è oggi presieduta da Giulio Tremonti ed ha, fra i vicepresidenti, oltre John Elkann e Lucio Stanca, anche Enrico Letta (nipote di Gianni).
Del comitato esecutivo di Aspen Institute Italia fanno parte, fra gli altri, Emma Marcegaglia, Fedele Confalonieri, Romano Prodi, Giuliano Amato, Giacomo Vaciago, Cesare Romiti, Corrado Passera, Francesco Caltagirone e tanti altri.
Ne faceva parte anche il defunto Tommaso Padoa Schioppa.
Soci di Aspen?
C’è di tutto: Impregilo, Enel, Eni, Rai, Mediaset, SKY, Telecom, Siemens, FIAT, Finmeccanica, API, un elenco infinito.
Monti, quindi, piace a tutti quelli che raccontano la favola delle “grandi intese”, centrosinistra in primis.
Ma le “grandi intese” sono pericolosissime.
Mario Monti ha più volte evidenziato la sua profonda convinzione sulla durezza delle misure da prendere e sulla necessità di presentarle in modo convincente ai cittadini. Non solo, ha in sostanza fatto proprie tutte le indicazioni contenute nella lettera della Bce al governo italiano del 5 agosto, ossia misure per la crescita che devono comprendere la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali; una nuova riforma del sistema di contrattazione salariale che renda gli accordi aziendali più rilevanti rispetto agli altri livelli di contrattazione.
Senza dimenticare, infine, l’accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti.
Quindi, a buon intenditore, poche parole!
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