RIZZO (PC): «CONTRO BRIATORE PROVO ODIO DI CLASSE»

RIZZO (PC): «CONTRO BRIATORE PROVO ODIO DI CLASSE»

Marco Rizzo intervistato alla trasmissione radiofonica la Zanzara da Cruciani replica alle parole di Flavio Briatore che aveva accusato l’Italia di essere un paese comunista che vuole tutti sfigati. «Briatore offende chi vive del proprio lavoro e non evade le tasse, non ha lo yatch – ha affermato il segretario comunista –  Quando Briatore usa queste parole mi fa provare nei suoi confronti, rancore, anzi odio. Direi odio di classe»

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RIZZO (PC): « NON PIANGO PER LA TARGA DELLA BOLOGNINA»

RIZZO (PC): « NON PIANGO PER LA TARGA DELLA BOLOGNINA»

«Non sappiamo chi sia stato, ma di certo non piangeremo lacrime per la targa di Occhetto imbrattata alla Bolognina. Un monumento al revisionismo e alla svolta che ha portato a cancellare il PCI fino a ritrovarci Renzi. La sinistra di oggi, che ha tradito i lavoratori per sposare Banche, Confindustria e Unione Europea è figlia di quella scellerata scelta» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Una falce e martello disegnata su quell’orribile targa la rende decisamente più bella. Non se ne vorranno i partigiani che dietro quel simbolo lottarono per la liberazione dell’Italia. Non è una targa per la Resistenza, ma una targa che cita strumentalmente il ricordo dei partigiani legandolo a un evento storico, la svolta della Bolognina, che è stato il tradimento anche dei loro ideali».

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* la targa della Bolognina riporta il seguente messaggio:

“Il 12 novembre 1989, tre giorni dopo la caduta del Muro di Berlino,nel 45° anniversario della Battaglia qui avvenuta, Achille Occhetto annunciò il cambiamento politico che prese il nome di “svolta della Bolognina”. La Germania sconfitta dagli Alleati contro il nazismo, smembrata dalla guerra fredda si riunificava senza ostacoli ed in pace, anche grazie al rifiuto del presidente sovietico Michail Gorbaciov di usare la forza contro la volontà popolare. Gli 11 partigiani della Bolognina caduti in battaglia o fucilati dai nazifascisti nel 1944 non morirono invano. Il loro sacrificio ci ha lasciato un mondo migliore. Nel loro ricordo salutiamo la liberazione dal nazifascismo, la democrazia e la Costituzione della Repubblica Italiana, sicuro baluardo di pace e di progresso in Europa e nel Mondo”

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25 APRILE. MUSTILLO (PC): « PRESENZA ASS. ITALIA-UCRAINA MAIDAN A CASA CERVI È INSULTO »

25 APRILE. MUSTILLO (PC): « PRESENZA ASS. ITALIA-UCRAINA MAIDAN A CASA CERVI È INSULTO »

«Il 25 aprile è la giornata in cui si festeggia la vittoria sul nazi-fascismo nel nostro Paese, Casa Cervi è un simbolo storico della lotta antifascista e del sacrificio pagato dalla resistenza partigiana. Vedere un’iniziativa con l’associazione Italia-Ucraina Maidan in questo contesto fa ribollire il sangue. Chiediamo l’immediata cancellazione» Così Alessandro Mustillo, coordinatore dell’ufficio politico del Partito Comunista. «Mi associo alle proteste della nostra federazione di Reggio Emilia e di tutta la cittadinanza e le associazioni e i gruppi antifascisti. La presenza di un’associazione che ha sponsorizzato un golpe antidemocratico nel quale erano in prima linea gruppi neofascisti, nelle celebrazioni del 25 aprile a Casa Cervi è un intollerabile controsenso. Ricordiamo solamente la persecuzione dei comunisti e degli antifascisti, il massacro di Odessa, la guerra a cui è stata costretta la popolazione del Donbass. Il PD – conclude la nota – la smetta di utilizzare il 25 aprile per operazioni di revisionismo contrarie alla natura e allo spirito della lotta partigiana. I partigiani non hanno lottato e dato la vita per un’Italia che tradisse i diritti dei lavoratori, un’Europa che il centro propulsore delle politiche antipopolari e del revisionismo storico e della legittimazione aperta del neofascismo.

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25 APRILE. UN PASSATO DA ONORARE. UN FUTURO DA CONQUISTARE

25 APRILE. UN PASSATO DA ONORARE. UN FUTURO DA CONQUISTARE

l Partito Comunista sarà in piazza il 25 aprile nei cortei e con proprie iniziative per ricordare la vittoria sul nazifascismo, onorando il contributo vittorioso del movimento partigiano e il ruolo centrale del Partito Comunista nella sua organizzazione. Ricordare la vittoria sul fascismo non è un atto di ritualità, ma un preciso legame con la nostra storia e gli ideali di liberazione e giustizia sociale che hanno animato la lotta partigiana.
Il Partito Comunista difenderà questa memoria contro ogni attacco revisionista da parte della destra. Il revisionismo storico è oggi uno strumento potente nelle mani del nazionalismo, che mira a cancellare le responsabilità storiche dell’Italia fascista, e a diffondere una falsa coscienza storica utile agli interessi dei grandi gruppi capitalistici in questa fase.
Siamo convinti allo stesso tempo che le celebrazioni del 25 aprile non possano diventare terreno di propaganda elettorale per un centrosinistra ormai privo di qualsiasi legame con quella storia. Gli ideali che hanno animato la lotta di tanti giovani durante la Resistenza chiedevano di pari passo alla liberazione dall’occupazione nazifascista, la costruzione di una società nuova, fatta di maggiore equità e giustizia sociale.
L’Italia di oggi non è il frutto della Resistenza ma del tradimento delle sue aspirazioni di cambiamento. Per questo motivo crediamo che l’antifascismo non possa essere invocato come scusa per giustificare alleanze e opportunismi, subalternità con quei settori del centrosinistra che hanno tradito gli interessi dei lavoratori e delle classi popolari. Sconfiggere l’avanzata della destra oggi significa, lottare contro i presupposti della sua crescita, avanzare nel radicamento tra le nuove generazioni, tra i lavoratori e le classi popolari, diffondendo un’ideale di cambiamento reale della società e denunciando allo stesso tempo, l’imbroglio delle parole d’ordine della destra.
Per questa ragione diciamo: “fedeli alla nostra storia avanti fino alla vittoria”. Per questo, ricordando e onorando la memoria di quanti hanno combattuto per la liberazione, intendiamo proseguire la nostra lotta fino alla liberazione definitiva dei lavoratori e dei popoli dall’oppressione capitalista in tutte le sue forme.

Ufficio Politico
Partito Comunista

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+++ PARTITO COMUNISTA AMMESSO IN TUTTA ITALIA PER LE EUROPEE +++

+++ PARTITO COMUNISTA AMMESSO IN TUTTA ITALIA PER LE EUROPEE +++

Il Partito Comunista è stato ufficialmente ammesso in tutta Italia alle elezioni Europee 2019. Il simbolo della falce e martello sarà presente su tutte le schede elettorali. Le liste comuniste saranno guidate dal segretario Marco Rizzo che ha dichiarato: «La nostra lotta contro l’Unione Europea sarà portata avanti insieme con i partiti comunisti di tutto il continente. Grazie alla presenza dei comunisti in questa campagna elettorale, che rischiava di diventare uno scontro tra europeisti e nazionalisti, entreranno gli interessi dei lavoratori e delle classi popolari. Il mercato comune ha cancellato i diritti sociali dei popoli europei per arricchire la finanza e le grandi imprese. La sinistra ha abbandonato queste battaglie dimenticando la sua funzione, e la destra fomenta la guerra tra poveri a tutto vantaggio dei grandi poteri. Solo i comunisti – conclude Rizzo – possono essere lo strumento di un reale cambiamento che oggi è attuale e necessario».

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RIZZO (PC): QUESTIONE MORALE ESISTE SOLO CON PROSPETTIVA ALTERNATIVA DI SISTEMA.

RIZZO (PC): QUESTIONE MORALE ESISTE SOLO CON PROSPETTIVA ALTERNATIVA DI SISTEMA.

«La questione morale può esistere solo se c’è una reale diversità. La sinistra che ha perso la prospettiva di costruire una società alternativa ha perso anche la sua diversità morale, piegandosi alla corruzione e al malaffare. Se non sei più portatore di un’idea di cambiamento, se sei soggetto alle leggi di una politica che è solo gestione di interesse privati, non c’è più alcuna diversità» Così Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista. «La vicenda del PD in Umbria è l’ennesima testimonianza di questo.  Noi vogliamo ricostruire un partito che sia dalla parte dei lavoratori e del popolo, che abbia una prospettiva di cambiamento reale della società. Per questo siamo diversi. Chi sta con i banchieri, con la finanza, con i grandi poteri privati della sanità, dei palazzinari non fa più parte della nostra famiglia».

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IL PARTITO COMUNISTA IN CORSA PER LE ELEZIONI EUROPEE 2019.

IL PARTITO COMUNISTA IN CORSA PER LE ELEZIONI EUROPEE 2019.

Il Partito Comunista ha depositato questa mattina il contrassegno elettorale per la partecipazione alle elezioni europee 2019. Correremo in tutte le circoscrizioni senza necessità di raccogliere le firme in quanto membri dell’Iniziativa Comunista Europea, rappresentata al Parlamento Europeo da due deputati del KKE, e grazie al consenso apprestato dai compagni greci all’inserimento del loro simbolo nel nostro contrassegno elettorale al fine di rafforzare il presupposti stabiliti dalla legge italiana per il diritto a tale esonero. Il gesto del KKE è una testimonianza di vero internazionalismo, la prova della forza e della solidità dei legami internazionali che il Partito Comunista ha costruito in questi anni con i propri partiti fratelli.

La raccolta delle sottoscrizioni sarebbe stata uno scoglio impossibile da superare altrimenti. La legge richiede infatti 145.000 firme con quote regionali altissime (3.000 nella sola Valle d’Aosta), e dei costi ingenti necessari per le autenticazioni. Si tratta di una legge antidemocratica che ha come unico e chiaro scopo quello di favorire le forze politiche già presenti in Parlamento, spingere i partiti ad accordi forzati e innaturali, coalizzandosi con le forze maggioritarie, impedire la riorganizzazione di forze popolari alternative ai partiti esistenti.

La partecipazione alle elezioni europee non muta il nostro giudizio sulla natura irriformabile dell’Unione Europea, e delle sue istituzioni. Utilizzeremo queste settimane di campagna elettorale per denunciare la reale natura dell’Unione Europea, senza ipocrisie e opportunismi di sorta. Così come abbiamo già fatto nelle elezioni politiche del 2018, diremo chiaramente ai lavoratori e alle lavoratrici che il voto al Partito Comunista è un voto al rafforzamento della prospettiva storica di abbattimento della società capitalista e di accumulazione di forze nella direzione della costruzione di una società socialista.

L’Europa dei lavoratori e dei popoli che noi vogliamo realizzare, potrà essere costruita solo al di fuori dell’Unione Europea che è un’alleanze imperialista al cui timone ci sono le grandi società della finanza. L’Unione Europea è il principale promotore delle politiche di attacco ai diritti dei lavoratori e delle classi popolari, protagonista di guerre e responsabile della crisi. Non esiste spazio per la creazione di una società che metta in primo piano i diritti sociali nella gabbia dell’Unione Europea e dell’euro. Non esiste alcun futuro di progresso, di giustizia e di pace per le nuove generazioni in un sistema antidemocratico che mira a schiacciare i diritti e la condizione dei popoli in favore del profitto di pochi.

Crediamo sia necessario rafforzare il processo di ricostruzione comunista per dare ai lavoratori e alle classi popolari una reale alternativa alla falsa scelta tra le forze di governo e di opposizione, tra europeisti e nazionalisti, divisi nella propaganda ma sempre uniti nella difesa degli interessi della finanza e nell’approvazione di politiche antipopolari. Un’alternativa che non può essere rappresentata da liste elettorali di sinistra, prigioniere di contraddizioni politiche e prive di qualsiasi prospettiva, funzionali solo alla conservazione di vecchi gruppi dirigenti, che puntualmente si presentano a ogni elezione con nomi e simboli diversi, contribuendo solo a disorientare il proprio popolo.

Un’alternativa che dobbiamo realizzare prima di tutto nel nostro Paese, ma coordinandoci e unendoci a livello internazionale con i Partiti Comunisti per rendere più forte la nostra azione. Siamo consapevoli che la presenza del Partito Comunista alle elezioni europee è un importante segnale di rafforzamento dell’Iniziativa Comunista Europea e di tutti i partiti che, nelle difficili condizioni dell’Europa di oggi, stanno portando avanti il processo di ricostruzione comunista. Insieme con i nostri partiti fratelli e sulla base delle linee comuni che ci siamo dati affronteremo questa sfida.

Solo il rafforzamento dei comunisti può creare in Italia e in Europa i presupposti di una reale svolta politica. Per questa ragione invitiamo a votare il 26 maggio per il Partito Comunista e a prendere da subito contatto con le nostre federazioni e con i nuclei del Partito per sostenere la nostra azione.

Roma, 8 aprile 2019

Ufficio Politico
Partito Comunista

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ARRESTO DE VITO: LA RAGGI SI DIMETTA. VIA GLI AMICI DEI PALAZZINARI!

ARRESTO DE VITO: LA RAGGI SI DIMETTA. VIA GLI AMICI DEI PALAZZINARI!

comunicato della federazione romana del Partito Comunista

La federazione romana del Partito Comunista chiede le immediate dimissioni della sindaca Raggi e della giunta cinque stelle dal Comune di Roma. La vicenda dell’arresto del presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, esponente di primo piano del movimento romano e già candidato sindaco nella precedente tornata elettorale non può essere trascurata.

Il Movimento Cinque Stelle ha fallito la sua missione di cambiamento della città, finendo per assecondare gli interessi dei costruttori e dei “poteri forti” che in campagna elettorale diceva di voler combattere. Ciò che avevamo previsto prima delle elezioni si è miseramente avverato. Indipendentemente dagli esiti della vicenda giudiziaria esiste una responsabilità politica chiara. Roma è allo sbando, tutti gli elementi di discontinuità del programma dei cinque stelle sono stati accantonati per una sostanziale continuità con le giunte precedenti.

La vicenda dello stadio della Roma è stata paradigmatica. Dall’opposizione all’approvazione di un piano persino peggiorativo in termini di opere a scomputo di quello voluto dalla giunta Marino. Se a ciò fosse corrisposto, come sembrerebbe emergere dall’arresto di oggi, anche il pagamento di tangenti, il tutto si aggraverebbe per gli ulteriori profili. Chi ha fatto della diversità e dell’onestà la propria bandiera, oggi deve trarne le conseguenze.

Il Partito Comunista – conclude la nota – ha sempre dato atto alla giunta capitolina di operare in un contesto di difficoltà e di pesante eredità dovuta all’azione delle giunte precedenti. Ha sempre respinto e continuerà a respingere al mittente le critiche dei partiti responsabili della condizione di Roma (PD e centrodestra in testa). Ma il tempo per questa giunta è scaduto. L’alternativa non esiste, c’è solo la peggiore continuità. La Raggi deve dimettersi immediatamente.

 

Via gli amici dei palazzinari da Roma, quale sia il loro colore politico!

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RIZZO (PC): «SU FOIBE CONTINUE FALSIFICAZIONI. L’ANPI SBAGLIA A DISSOCIARSI».

RIZZO (PC): «SU FOIBE CONTINUE FALSIFICAZIONI. L’ANPI SBAGLIA A DISSOCIARSI».

«Sulla vicenda delle foibe ormai è impossibile esprimere in Italia un giudizio legato alla verità storica e alla contestualizzazione degli eventi. Chiunque affermi il vero, e cioè che quello che è avvenuto non puo’ definirsi genocidio, nè pulizia etnica, e soprattutto che le vittime non erano nell’ordine nè delle centinaia di migliaia nè dei milioni come arrivano ad affermare settori di destra, viene tacciato di negazionismo. Sbaglia l’ANPI a dissociarsi da serie iniziative di storici che mirano a contrastare con il rigore della ricerca questo mare di propaganda» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Sulle vicende del confine orientale è stata costruita una narrazione che ha stravolto la realtà, che non fa i conti con le responsabilità dell’Italia fascista, alimenta il mito del “buon italiano”, utile alla propaganda nazionalista anche per l’oggi. Una cosa sono episodi di giustizia sommaria e rappresaglie, per quanto brutali, pero assai comuni durante la guerra, e nella maggior parte in risposta ai crimini perpetrati dalla colonizzazione fascista. Altro è quello che la propaganda revisionista afferma oggi a reti unificate. La costruzione della memoria collettiva è demandata a sceneggiati privi di reale riscontro storico come quello che andrà in onda sulla Rai questa sera. Si parla di ricerca della “memoria condivisa” ma in realtà si nobilita la falsificazione. La sinistra che ha appoggiato questa tendenza, è corresponsabile tanto quanto la destra, anzi forse di più. Al contrario – conclude Rizzo – difendere la verità storica significa evitare che narrazioni tossiche influenzino il senso comune, costruendo il terreno per nuove campagne belliciste che si profilano all’orizzonte e che nulla hanno a che fare con l’interesse dei popoli, a partire da quello italiano».

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Ai lavoratori non servono giravolte, ma coerenza e impegno per la ricostruzione comunista

Ai lavoratori non servono giravolte, ma coerenza e impegno per la ricostruzione comunista

Ancora una volta le tornate elettorali dettano l’agenda politica della sinistra, anche nelle sue organizzazioni più radicali, piegando qualsiasi prospettiva strategica all’utilità immediata del risultato contingente, e anche dell’autoconservazione dei suoi gruppi dirigenti. Quando un anno fa il Partito Comunista decise di presentare il proprio simbolo alle elezioni politiche e quindi di non partecipare a coalizioni elettorali unitarie di sinistra, attirò su di sé molte critiche. È bastato meno di un anno per dimostrare le ragioni della nostra scelta.

In ogni prospettiva di aggregazione a sinistra manca sistematicamente qualsiasi chiarezza sulla differenza tra l’alternativa al PD – condizione necessaria ma non sufficiente –  e la costruzione di una soggettività politica che esprima il rifiuto del sistema capitalistico e che lotti per far avanzare la prospettiva di un’alternativa alla società capitalistica. In nome di questa ambiguità si può rifiutare l’accordo con il PD, ma allo stesso tempo sostenerlo con settori altrettanto responsabili della condizione dei lavoratori e delle masse popolari: partiti e personaggi impegnati nelle amministrazioni locali, nei governi regionali, imbevuti della retorica della democrazia borghese, della legalità borghese, di una visione riformista, assolutamente compatibile con le dinamiche di salvaguardia del capitalismo. L’ambiguità si scioglie, l’alternativa diventa solo elettorale –  magari persino temporanea, in attesa di sviluppi interni al PD –  ma assolutamente priva di qualsiasi prospettiva strategica che ponga una reale differenza con le forze che comunque stanno “dentro” al sistema borghese ed alle sue logiche. Una parte rilevante delle forze più sane della società: lavoratori, settori di sindacato conflittuali, giovani, studenti, protagonisti delle lotte sociali vengono così imbrigliati, loro malgrado, all’interno dei meccanismi di bassa politica della società borghese.

Per questa ragione si cercano formule di compromesso buone per tutte le stagioni che esprimano un’apparente radicalità senza dire nulla. Una di queste è l’idea della “rottura dell’Unione Europea dei trattati” che in concreto non significa assolutamente nulla, e che a ben vedere, non è altro che l’ennesima declinazione della visione riformista Sinistra Europea, con parole apparentemente più radicali. Dopo l’Arcobaleno, la Rivoluzione Civile, l’Altra Europa e Pap, saremmo ora di fronte ad un nuovo simbolo, per la quinta volta. A una leadership affidata, per la terza volta a un ex-magistrato, da Ingroia a Grasso, e oggi a De Magistris. No, grazie. Lo diciamo con rispetto per chi fa questa scelta, a nostro avviso, sbagliando.

Da comunisti riaffermiamo, ancora una volta, che la nostra prospettiva strategica è la costruzione di un forte, radicato, coerente Partito Comunista, che sia percepito come serio e affidabile da parte dei lavoratori e delle classi popolari del nostro Paese. È un processo che richiede tempo e non conosce scorciatoie. Esige un percorso sicuramente lungo, necessariamente chiaro e coerente. Non ha bisogno di continue giravolte, cambi di linee strategiche, simboli, figure di riferimento, situazioni che producono disorientamento, evitando sistematicamente la sedimentazione di qualsiasi ipotesi organizzativa. L’elettorato della sinistra “alternativa al PD” in dieci anni ha visto solo sconfitte, non tanto elettorali, quanto strategiche. Oggi un’altra ancora, che non fermerà di un millimetro il progressivo scivolamento in senso reazionario della società italiana.

Guardiamo alle elezioni europee, come abbiamo sempre fatto, con la consapevolezza che le elezioni servono a costruire e rafforzare il Partito e non viceversa. Siamo consapevoli che l’ostacolo della raccolta di 150.000 firme in tutto il Paese è enorme, ma non per questa ragione ci accodiamo a percorsi elettorali che sono antitetici rispetto alla nostra prospettiva. Il Partito lavorerà con le proprie forze, con tutti i sinceri comunisti che vorranno sostenere insieme a noi questo sforzo. Abbiamo sempre ricercato l’unità comunista ma attribuendo a questa espressione una prospettiva strategica e non istituzionale ed elettorale. Affermiamo nuovamente che la nostra porta è aperta, ma con altrettanta chiarezza diciamo che non siamo disponibili a discutere di unità comunista con quei dirigenti che, dopo essere stati rifiutati da chi ha preferito altre alleanze, si riscoprono improvvisamente fautori dell’unità dei comunisti sotto elezioni. Servono scelte strategiche non vecchie logiche.

Siamo consapevoli della difficile condizione della società italiana, del contesto internazionale, di quanto sta accadendo nel nostro continente e nel mondo. Ma siamo altrettanto consapevoli degli errori commessi nel passato dalla sinistra, e anche dai comunisti. Non sarà rinunciando alla costruzione dell’unico progetto in grado di lottare per una società alternativa al capitalismo che miglioreremo questa situazione. Abbiamo il dovere di evitare che nuovi errori strategici possano intaccare anche quel poco –  certamente ancora insufficiente –  che fino ad oggi siamo riusciti a ricostruire in termini di militanza, consenso, interesse attivo specie tra le nuove generazioni. Perché questo è l’embrione della nuova società che dobbiamo far nascere. Sarebbe un errore imperdonabile sacrificarlo in nome della pressione del momento, o peggio ancora di calcoli meramente elettorali. Sappiamo che una linea coerente può apparire rigida, ma nel tempo è l’unica che paga

Abbiamo un Partito e una Gioventù che crescono nel Paese, lavoreremo coerentemente per rafforzarli. Per questo rivolgiamo un appello a quanti saranno delusi dalle ennesime giravolte e esperienze fallimentari, ai lavoratori, ai giovani: abbandonate le illusioni, unitevi a chi con determinazione e coerenza vuole costruire in questo Paese un forte Partito Comunista, unico strumento in grado di condurre i lavoratori e le classi popolari alla loro liberazione, all’abbattimento dell’oppressione capitalistica alla costruzione di una società socialista. Negli anni futuri, quali siano le condizioni di questo Paese e del mondo il Partito Comunista ci sarà, noi ci saremo e saremo più forti. Con il nostro simbolo, con le nostre bandiere, con le nostre idee. Ne è la riprova una forte e combattiva gioventù, che testimonia più di ogni altro fattore le solide basi su cui poggia la ricostruzione comunista in Italia. Chi oggi potrebbe dire altrettanto?

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