


Tagli alla sanità:Tutti colpevoli – Destra, Sinistra e Tecnici

L’ACQUA NON SARA’ PIU’ UN BENE PRIMARIO!
MENTONO SEMPRE SU TUTTO
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I nostri politici dicono da mesi che l’economia del nostro Paese si sta riprendendo dopo la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19.E’ tutto falso, negli ultimi mesi abbiamo assistito a migliaia di licenziamenti da parte di aziende che sempre più spesso delocalizzano e portano soldi e lavoro all’estero, all’aumento esponenziale dei prezzi di materie di prima necessità e a quelli di acqua, luce, gas e benzina e alla chiusura di migliaia di piccole attività che sono fallite durante questi due anni.La ripresa c’è, ma è solo per le multinazionali, non per tutti quelli che vivono del proprio lavoro.

IL PD È DESTRA

MOBILITAZIONE NAZIONALE IN TUTTA ITALIA SABATO 27 FEBBRAIO

La fine di miti e illusioni
Per affrontare il presente e preparare il domani
Siamo nel mezzo della pandemia del nuovo coronavirus che minaccia il nostro popolo, i popoli di tutto il mondo. Il nostro Partito affronta con alto senso di responsabilità questa nuova vicenda per il nostro popolo. Fin dal primo momento, abbiamo sospeso tutte le nostre iniziative pubbliche, adattato il funzionamento e l’azione delle organizzazioni del Partito nel quadro di prevenzione e protezione della salute pubblica. Allo stesso tempo, abbiamo richiesto che fossero prese immediatamente tutte le misure necessarie per proteggere la salute del popolo ed i diritti dei lavoratori.
Il contenuto dell’intervento del nostro Partito in queste difficili condizioni è adeguatamente illustrato dallo slogan:
“Rimaniamo forti, non rimaniamo in silenzio”
Proteggiamo noi stessi, la nostra famiglia, i nostri compagni e amici, i nostri colleghi.
Non rimaniamo in silenzio di fronte alle carenze del sistema sanitario pubblico. Evidenziamo e rivendichiamo tutto ciò che avrebbe dovuto esser fatto per contrastare la pandemia.
Stiamo evidenziando in particolare la necessità di assunzione di migliaia di operatori sanitari, la requisizione immediata del settore sanitario privato, per la protezione di coloro che soffrono nei luoghi di lavoro per produrre il necessario per la sopravvivenza del popolo, nonché la protezione dei lavoratori della sanità che stanno combattendo una battaglia titanica con spirito di sacrificio negli ospedali, in tutti i luoghi della sanità, per proteggere la nostra salute e la nostra vita.
RIMANIAMO FORTI, non ammainiamo la bandiera della resistenza, della rivendicazione, della solidarietà nei luoghi di lavoro e nei quartieri, tenendo sicuramente conto delle misure di protezione e delle circostanze speciali.
Non restiamo silenziosi di fronte all’arbitrarietà padronale ed alla politica del governo, che cerca di caricare anche questa crisi sulle spalle dei lavoratori.
Rompiamo il silenzio che, governo e grande padronato, vogliono imporre in nome del “tutti insieme superiamo anche questa crisi”, un riflesso dell’etica ipocrita borghese. Molto semplicemente perché non possiamo “tutti insieme” assumere operatori sanitari, requisire il settore privato, adottare misure preventive e protettive, fornendo tutti i mezzi e gli strumenti necessari alla protezione dei lavoratori. Tutto questo, nei limiti di questo sistema, deve essere fatto dallo Stato che dirige insieme alla classe che ha il reale potere e la proprietà.
E questo fino a quando la classe operaia, gli strati popolari, “tutti insieme” e uniti, li toglieranno di mezzo definitivamente e irrevocabilmente per costruire una società in cui i beni sociali saranno prioritari, in contraddizione con il profitto capitalistico che porta alla morte i nostri simili.
RIVENDICHIAMO MISURE di sostegno per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori autonomi che sono stati colpiti dalle misure restrittive imposte.
Pretendiamo la cancellazione dei circa 40.000 licenziamenti e le dannose modifiche precedenti.
Non legittimiamo le misure che si stanno adottando in risposta all’epidemia, ma con l’obiettivo di una loro stabilizzazione, come quelli riguardanti l’ulteriore “flessibilizzazione” del lavoro.
NON NEGHIAMO LA RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE. Ma questa si consolida quando uno stato si assume la sua responsabilità primaria.
La strategia comunicativa di N.D. (Nuova Democrazia, il partito la governo– N.d.T.) di condurre tutto sulla “responsabilità individuale” è subdola, proprio perché nasconde la grande verità al popolo.
Mira a nascondere le enormi mancanze del sistema sanitario pubblico per le cui carenze è responsabile la politica generale dell’Unione Europea, accettata e approvata da tutti i governi greci. Nonché dalla politica di declassamento, della mercificazione e dei tagli seguita nel tempo da tutti i governi, prima quelli di ND-PASOK e poi SYRIZA.
Ma non è stata la stessa politica comunicativa di “responsabilità individuale” che ha seguito anche il governo SYRIZA quando attribuiva alle responsabilità individuali le grandi tragedie di Mandra e Mati? (tragedie di frane e incendi con centinaia di vittima tra la popolazione N.d.T).
L’ipocrisia dell’attuale governo si dimostra anche sulla questione delle necessarie misure restrittive, perché queste misure si fermano fuori dai cancelli dei luoghi di lavoro, degli ospedali, dei supermercati, delle fabbriche dove i lavoratori si affollano senza le necessarie misure precauzionali.
E tutto questo, mentre esiste l’esempio della vicina Italia, dove si denuncia, come la diffusione del virus è in grande parte dovuta al fatto che, sotto la responsabilità degli industriali e del governo, la grande zona industriale del Nord non ha interrotto le sue attività, diventando il focolaio principale della diffusione virale.
Per tutto questo sopraddetto, “facciamo i conti” da ora, sia col governo di N.D., sia con la sfrenatezza del grande capitale. Non lo lasceremo per il dopo, in nome delle condizioni speciali che impongono oggi una spuria ”concordia” come sostengono SYRYZA e gli altri partiti borghesi, chiedendo sostanzialmente al popolo pieno disarmo e sottomissione. E ciò riguarda il pensiero, la coscienza, la chiara ottica di classe.
Riguarda anche la prassi, l’atteggiamento di lotta nella vita quotidiana, in modo che nessuno e nessuna persona si senta solo/sola in queste difficili condizioni.
La nostra concordia, la concordia della classe operaia e del popolo sofferente, è quella che si costruisce quotidianamente, con pazienza e perseveranza, con fermezza, frontalmente e contro le politiche della UE, del grande capitale e dei suoi governi che mettono a rischio la vita del popolo e dei suoi figli.
In particolare, l’opposizione dei partiti, come quella di SYRIZA rimarrà nella storia come l’opposizione che “dà una mano” in ogni passo pericoloso che in definitiva colpisce gli interessi del popolo greco.
Dalle relazioni pericolose con gli USA e la NATO, alle relazioni greco-turche fino all’affronto dell’aggressività imperialista che si sviluppa insieme e al fianco delle provocazioni e dell’aggressività turca, fino alla gestione del dramma dei profughi/migranti e la gestione della stessa pandemia, SYRIZA, a causa della sua strategia di condivisione e accordo, dà una mano al governo di N.D., su tutte le questioni fondamentali per la vita del popolo. Tutto questo, insieme al la liquidazione del sistema sanitario pubblico fino ai grandi ospedali arrivati alla situazione limite senza aspettare l’esplosione della pandemia, porta anche il suo marchio: il precedente governo di ND ha chiuso gli ospedali, SYRIZA li ha lasciati chiusi.
Il partito di ND stava riducendo i fondi per la salute e SYRIZA li ha ridotti ulteriormente.
Nessuno di loro ha fatto le necessarie assunzioni di personale medico e sanitario.
Insieme favoleggiavano dicendo al popolo che il settore privato avrebbe potuto contribuire al “potenziamento” del settore della sanità pubblica.
Se un mito sta crollando nei giorni della pandemia del coronavirus è il mito della coesistenza armoniosa del settore pubblico con il settore privato nel contribuire ad affrontare la situazione, poiché questo mito viene sbugiardato dalla corsa ai profitti dei centri sanitari privati tramite i test virali. Test disponibili per quelli che possono pagare ma che sottraggono dalla pianificazione statale risorse preziose aumentando nel contempo il rischio di ulteriore diffusione del virus.
Questo mito è anche screditato dal fatto che lo stato dipenda per le forniture di importanti materiali e medicinali dalla “guerra” condotta sul mercato mondiale da parte delle grandi compagnie che hanno trovato l’opportunità di fare affari d’oro.
Si sta dimostrando in modo drammatico la necessità di un sistema sanitario esclusivamente pubblico e gratuito accompagnato dall’abolizione dell’azione imprenditoriale.
Anche ora che tutti gli occhi sono puntati sul sistema sanitario pubblico, le assunzioni di personale sanitario annunciate dal governo sono insufficienti a soddisfare anche i bisogni di base in periodi normali e tanto meno in condizioni di emergenza pandemica.
Le condizioni odierne impongono di:
- Procedere immediatamente con la requisizione delle unità sanitarie private ed il loro inserimento nella pianificazione statale centrale.
- Fornire gli ospedali di tutti gli strumenti necessari richiesti dagli stessi operatori sanitari che conoscono meglio di chiunque altro le reali necessità e bisogni, ora e subito.
- L’apertura di tutte le Unità di Terapia Intensiva.
- L’assunzione di tutto il personale sanitario necessario.
Né il governo, né SYRIZA osano proporre la reale e immediata requisizione del settore privato.
IL SECONDO MITO CHE STA CROLLANDO è quello riguardante il “ritorno alla normalità” ed ai tassi di alta crescita.
Tutto ciò ora si trasforma nell’ammissione del fatto che l’economia greca sta entrando in una profonda recessione.
Questa era stata ovviamente preceduta dal rallentamento dell’economia nell’UE ed in altre importanti economie capitaliste aumentando il rischio di una nuova crisi economica capitalistica.
Naturalmente, l’attuale pandemia non è la sua causa principale ma ne è solo il suo catalizzatore. È un dato di fatto che l’economia greca sarà colpita grazie anche alla “monocoltura” del turismo, facendo fare una pessima figura a coloro che sbandierano l’estroversione dell’economia greca.
Le misure adottate dalla UE e dai governi dei suoi stati-membri, che perseguono misure protezionistiche, chiudono le frontiere, finanziano i propri gruppi monopolistici, non fermeranno questo processo.
Questo intervento di tipo keynesiano, così come il tanto pubblicizzato alleggerimento della morsa fiscale per sostenere l’economia capitalista – dobbiamo saperlo – verranno pagati ancora una volta dai lavoratori che saranno chiamati a colmare le nuove lacune della finanza pubblica ed i nuovi prestiti.
La famosa “solidarietà europea” è sentita come una barzelletta anche tra i circoli filo-borghesi del paese. Specialmente dopo che nell’Unione Europea di “libera circolazione delle merci” la Germania e la Francia hanno addirittura vietato l’esportazione del materiale sanitario necessario in altri paesi.
Si dimostra in questo modo, e persino in tempi tragici per i popoli d’Europa, che l’UE non è l’unione dei popoli, ma “un’alleanza di lupi” ed una “tana dei leoni”, un’unione imperialista di stati, evidenziando la necessità, non solamente di una posizione più dura nei suoi confronti – come sostengono vari partiti borghesi quando sono all’opposizione – ma di una scelta politica e strategica che indirizzi allo svincolamento da essa, con la classe operaia, il popolo di ogni paese detentore del potere e della proprietà (dei mezzi di produzione N.d.T.).
Soprattutto, la pandemia mette sempre più in luce i limiti del sistema capitalista.
Si dimostra che i bisogni contemporanei, i beni sociali, come quello della salute non possono essere lasciati alla mercé dei mercati e dei profitti.
Questo marciume non può essere nascosto da definizioni aggressive che alcuni danno al sistema capitalista, come “il capitalismo neoliberista”, “il capitalismo estremo” e così via solamente, in ultima analisi, per nascondere il fatto che sostengono, anima e corpo, lo stesso sistema capitalista.
Situazioni oltraggiose, con i medici costretti a scegliere chi vivrà e chi morirà, esistono sia in paesi con “governi neoliberisti” come in Italia, ma anche in paesi come la Spagna dove le finte “alleanze progressiste” stanno governando.
Oggi il capitalismo stesso è in bancarotta, la stessa economia di mercato in tutte le sue versioni annulla ogni possibilità per la classe operaia, per il popolo di godere i benefici di alto livello in materia di salute in linea con l’evoluzione della scienza e della tecnologia, proprio perché ha come criterio principale il profitto capitalista.
Anche in condizioni di pandemia, tutto è soggetto alla redditività del capitale. Ecco perché gli operai delle industrie del Nord Italia hanno lavorato nonostante i divieti, senza misure di protezione con i noti effetti tragici. Ecco perché sta aumentando la concorrenza tra i monopoli internazionali su chi brevetterà il nuovo vaccino, in un momento in cui dovrebbero esserci cooperazione e sforzi comuni dei migliori tra scienziati e centri di ricerca di tutto il mondo.
Ecco perché, anche adesso, la grande impresa sta distruggendo qualsiasi diritto del lavoro rimasto, sta provando nuove forme di sfruttamento come il telelavoro e mette in atto licenziamenti di massa.
Di fronte al marciume del capitalismo in bancarotta, emerge la superiorità del socialismo che ha assicurato la salute, la cura per tutti. E stiamo parlando del secolo scorso e dei paesi che hanno iniziato la costruzione del Socialismo in condizioni di grande ritardo su tutti i livelli.
I dati della Russia Sovietica di 30 anni fa sono inesorabili: oltre 1,1 milioni di medici, assistenza sanitaria gratuita per tutta la popolazione, 1387 letti d’ospedale per 10.000 abitanti, numeri che non possono nemmeno essere paragonati con la situazione prevalente nel nostro paese e nei paesi dell’UE.
Ancora oggi l’invio di medici cubani in Italia, l’esistenza di infrastrutture sanitarie in paesi come la Germania (che al tempo della presenza della DDR fu costretta dal sistema sanitario socialista ad adeguarsi anche all’ovest) e anche la gestione della pandemia nella Cina capitalista che rivela i suoi residui socialisti, mostrano che il socialismo ha lasciato la sua forte impronta sociale anche oggi, tre decenni dopo il suo rovesciamento.
Quindi, in queste condizioni senza precedenti, rimaniamo forti, lottiamo per misure di protezione della vita e dei diritti dei lavoratori, promuoviamo l’unica prospettiva per la classe operaia e la maggioranza del nostro popolo: la nuova società, il socialismo.
La tangibile superiorità del socialismo, della proprietà sociale e della pianificazione scientifica centralizzata è la grande eredità per il giorno dopo. Ciò prevalga nei pensieri e nell’azione politica di tutti noi, in questi giorni di “quarantena”. Rifiutiamo la “quarantena” politica, combattiamo la “quarantena” del pensiero.
Pensiamo, studiamo e agiamo, affrontando oggi l’attualità, adattando la nostra azione, con lo sguardo però al domani, preparando il domani.
Dimitris Koutsoumpas
Segretario Generale del C.C. del KKE

Dispositivo del CC del Partito Comunista
Il Comitato Centrale del Partito Comunista approva l’introduzione e le conclusioni del segretario generale Marco Rizzo. Manifesta ampia soddisfazione per la riuscita della grande manifestazione a Roma contro il governo Conte-bis e contro la risoluzione anticomunista del Parlamento Europeo. La linea politica che abbiamo sinora seguito, e che va ribadita e rafforzata, sta portando questi risultati.
L’indipendenza assoluta del Partito Comunista nella sua azione teorica, politica ed organizzativa va considerata come punto strategico da cui partire.
Ciò non preclude il necessario lavoro per la ricerca della più vasta unità nelle lotte, continuando a rivolgere l’appello alla mobilitazione comune a tutte le forze sindacali, politiche e sociali che condividono l’opposizione al governo e la lotta per l’uscita dall’Unione Europea, dall’euro e dalla Nato a partire dalla mobilitazione della Gioventù Comunista l’11 ottobre e lo sciopero del sindacalismo di base e di classe del 25 ottobre.
L’azione del Partito ha come obiettivo la costruzione delle alleanze sociali a partire dalla classe operaia e dai lavoratori dipendenti privati, pubblici ed autonomi.
Le elezioni generali e locali devono sempre avere come punto centrale la crescita e il rafforzamento del Partito e non la rappresentanza istituzionale a tutti i costi. In tal senso ci impegniamo a costruire una forte mobilitazione per la campagna elettorale in Umbria contro la destra, il PD-cinque stelle e la sinistra opportunista, e questa sarà la cifra con cui affronteremo le prossime elezioni locali e regionali.
* dispositivo approvato dalla riunione del CC del 6/10/2019

Per il rafforzamento dell’opposizione sociale al governo
A poche ore dalla votazione di fiducia del Parlamento nei confronti del nuovo Governo il Partito Comunista conferma la propria opposizione e l’invito ai lavoratori e alle classi popolari a non riporre false speranze e cadere nella trappola dei governi “amici”.
Il governo Conte appoggiato da Cinque Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali (MPD + Sinistra Italiana) è, al pari dei precedenti, un governo di gestione capitalistica e come tale farà gli interessi del grande capitale. La reazione dei mercati, così come delle istituzioni internazionali a partire dall’Unione Europea non lasciano dubbi in tal senso.
L’inserimento di qualche ministro proveniente da forze politiche di sinistra presenti o passate non cambia il carattere di questo governo. Da sempre l’utilizzo di esponenti e forze politiche di sinistra nei governi di gestione capitalistica è uno strumento per confondere le masse popolari e disorganizzare la capacità di reazione e organizzazione dei lavoratori, tanto più in un momento critico di aperta crisi economica come questo. Per questo invitiamo i lavoratori a non cadere nella trappola: non basta avere un passato di lotte sindacali, cantare “bella ciao”, ciò che conta sono gli indirizzi politici generali.
Questo governo gode del consenso dell’Unione Europea. È possibile che in ottica premiale possa godere in un primo momento di un leggero allentamento dei vincoli e dell’alleggerimento della pressione sui conti, dando luogo a una parziale redistribuzione e concedendo qualche provvedimento spot per mantenere consenso. Ma si tratterà di una congiuntura temporanea e parziale, di cui le classi popolari riceveranno solo le briciole. Una congiuntura destinata comunque a esaurirsi per il peggioramento delle condizioni generali e l’inasprimento della competizione internazionale sui mercati che già fa evidenziare importanti segnali di recessione in Germania, nel centro produttivo dell’Europa, con conseguenze che non tarderanno ad arrivare anche in Italia, acuendo una condizione già precaria dell’economia nazionale. Un quadro ulteriormente complicato a livello internazionale dalla vicenda inglese e dal braccio di ferro sulla Brexit.
Dato il contesto in cui questo governo si muove è davvero ridicolo riporre qualche “Speranza” nel nuovo esecutivo. Alla lunga le esigenze dei settori che sono dietro a questo governo prevarranno apertamente, utilizzando la leva di riforme strutturali e usufruendo al contempo di una nuova pace sindacale e di lotta che i comunisti hanno il dovere di spezzare.
Il cambio di cavallo di una parte dei settori capitalistici italiani che hanno scaricato la Lega, non deve farci illudere sulla sconfitta di elementi reazionari, nazionalisti e razzisti che pure restano ben presenti nella società italiana e che potranno essere nuovamente utilizzati non appena la fase lo richieda. Il Partito Comunista ha sempre denunciato con forza il carattere reazionario, repressivo dei provvedimenti emessi dal precedente Governo, guardandovi con profonda preoccupazione. Tuttavia guardiamo alle contraddizioni presenti e non cediamo alla logica dell’avvenuta liberazione, che per giunta non mette in discussione molti dei pilastri di un impianto largamente condiviso anche dalle forze oggi al Governo. Inoltre in termini di consenso, il fallimento di un governo presentato a media unificati come “di sinistra” potrebbe rappresentare a medio periodo un nuovo rafforzamento di quelle forze.
Per tutte queste ragioni il Partito Comunista ritiene di dover insistere sulla strada della costruzione di un’opposizione sociale al nuovo governo Cinque Stelle- PD-Leu, confermando la disponibilità del PC a condividere la manifestazione del 5 ottobre, come già rappresentato ad altre forze sindacali e di lotta in questi giorni. Estendiamo questo invito a tutti i lavoratori e a quanti (forze sindacali, politiche e di lotta) ritengono in che l’opposizione sociale a questo Governo possa costruirsi attorno alle parole d’ordine della contrarietà all’Unione Europea, all’euro e alla Nato, alla difesa immediata dei diritti, dei posti di lavoro e dei salari dei lavoratori, dei diritti sociali criticando ogni ipotesi di realizzabilità di questi proposti mediante la compartecipazione a governi di gestione capitalistica e indicando come via la lotta per la costruzione di una società socialista.

Sabato 5 ottobre in piazza contro il nuovo Governo. Appello ad una manifestazione unitaria.
Con il voto favorevole degli iscritti al Movimento Cinque Stelle la nascita del nuovo governo Conte, è ormai questione di ore. Il Movimento Cinque Stelle insieme con il Partito Democratico e ciò che resta della “sinistra” in Parlamento (Liberi e Uguali e Sinistra Italiana) si apprestano a formare il nuovo esecutivo nel segno della piena continuità con i precedenti. Cambia il colore ma il quadro resta uguale.
Non sarà un governo di svolta, ma un governo che proseguirà le politiche antipopolari in favore della finanza e delle grandi imprese. Un governo dei poteri forti, delle banche, dei mercati, dell’Unione Europea, della Confindustria con il sostegno esplicito degli Stati Uniti, della Nato, del Vaticano. Le manifestazioni di sostegno di tutti questi settori e la valutazione positiva espressi dai mercati non lasciano alcuna ombra di dubbio. Noi comunisti vogliamo da subito denunciare il carattere antipopolare di questo governo, invitando i lavoratori e non cadere nella trappola dei “governi amici” e non riporre false speranze in questo esecutivo.
I giornali hanno definito questo governo “giallo-rosso”. Rifiutiamo questa definizione perché il nuovo governo Conte di “rosso” non ha assolutamente nulla. È l’ennesimo prodotto della rinuncia del Movimento Cinque Stelle alle istanze più radicali e di svolta dei suoi programmi. I cinque Stelle, dopo aver accettato l’alleanza con la Lega, rafforzando Salvini e la destra, oggi si alleano con il PD pur di mantenere il proprio ruolo di governo. Poche settimane fa con il loro voto determinante hanno permesso l’elezione di Ursula Von Der Leyen a Presidente della Commissione Europea, presentandosi a livello internazionale come nuovo partito della stabilità nel nostro Paese. “Rosso” non è certamente il Partito Democratico, alfiere delle politiche antipopolari, strenuo sostenitore dell’Unione Europea e della Nato, capace attraverso la propria influenza sui sindacati confederali di legittimare le peggiori politiche contro i lavoratori spegnendone l’opposizione sociale. “Rossa” non è neppure quella sinistra residuale presente in Parlamento (Liberi e Uguali, Sinistra Italiana) che subito si è accodata al nuovo esecutivo, tanto fondamentale per i numeri della maggioranza, quanto ininfluente nella definizione delle politiche di governo, spinta solo dall’autoconservazione dei propri gruppi dirigenti e priva di qualsiasi ruolo sociale.
Non sarà questo governo a fermare la crescita della Lega e della destra, i cui provvedimenti reazionari, repressivi e razzisti hanno giustamente destato sdegno e grande preoccupazione in ampi settori delle classi popolari. Chi crede che l’alternativa a una destra nazionalista possa essere il governo diretto dall’Unione Europea si illude e fa il gioco della destra. Proprio questo governo, fatto passare mediaticamente come governo “di sinistra”, sarà un nuovo e potentissimo sponsor della crescita della destra nel nostro Paese, che già oggi appare agli occhi distratti di molti, come l’unica alternativa possibile.
In questo quadro, dominato dalla finta alternativa tra nazionalisti e europeisti è dovere dei comunisti promuovere una forte opposizione politica al governo nascente e lavorare per la formazione di un vasto fronte sociale capace di unire i lavoratori e le classi popolari, le organizzazioni sindacali di classe e le forze politiche e di movimento. Un fronte di lotta che dimostri che l’unica vera alternativa possibile è quella in cui il potere è nelle mani dei lavoratori e delle classi popolari, che ha come presupposti l’uscita dell’Unione Europea e dalla Nato, e la rottura con le politiche e gli interessi capitalistici.
Per questa ragione il Partito Comunista convoca una grande manifestazione in piazza a Roma, sabato 5 ottobre, lanciando contestualmente un appello a tutte le forze sindacali e politiche che con noi condividono la necessità di costruire un’opposizione sociale a questo governo a partecipare e organizzare insieme a noi questa manifestazione.

Fare un salto di qualità nella ricostruzione comunista
Estratto del dispositivo finale approvato all’unanimità dal Comitato Centrale del Partito Comunista nella riunione del 19 giugno a Roma.
Il comitato centrale del Partito Comunista riunitosi a Roma domenica 16 giugno ha effettuato un’analisi dei risultati delle elezioni europee e della situazione generale, discutendo le prospettive generali di azione del Partito nei prossimi mesi e approvando il seguente dispositivo:
1) La situazione generale evidenzia un inasprimento delle contraddizioni capitalistiche con conseguente incremento delle politiche antipopolari e intensificazione dell’attacco ai lavoratori. Tale quadro non costituisce una fase transitoria ma strutturale, in stretta connessione con i processi generali di concentrazione e centralizzazione capitalistica, l’incremento della competizione sui mercati internazionali e la perdita di posizioni dell’Italia e dei paesi occidentali nella piramide imperialista.
Tutti gli indicatori economici, a partire dalla riduzione della produzione industriale, evidenziano come nel prossimo periodo i paesi europei, Italia in testa, saranno soggetti a un approfondimento della crisi. A una tale condizione segue inevitabilmente una crisi di gestione da parte delle classi dominanti- pur in un quadro di permanente egemonia capitalistica – che si ripercuote sul sistema politico con una crescente instabilità che ha nell’elevata astensione e nella grande volatilità dell’elettorato un sintomo palese.
Il Partito Comunista ritiene possibile lo scenario di una caduta del governo Cinque Stelle-Lega entro la fine dell’anno, anche per l’approfondimento delle contraddizioni con l’Unione Europea e la pressione sul governo italiano per una manovra lacrime e sangue, con procedura d’infrazione per sforamento del rapporto debito pubblico/pil oltre il 120%. La crisi economica italiana si acuisce, aumentando le chiusure aziendali e di impianti produttivi, ma anche le politiche repressive come quelle previste dal decreto sicurezza bis che mirano a colpire le lotte dei lavoratori.
Tale contesto, complessivamente considerato, chiama il Partito a una profonda riflessione finalizzata al miglioramento dell’azione politica e al potenziamento del nostro intervento ad ogni livello.
2) La presenza del Partito Comunista alle elezioni ha rappresentato un passaggio importante per il consolidamento e il riconoscimento della nostra organizzazione, e per la diffusione delle parole d’ordine dei comunisti. Di fondamentale importanza è stata la presenza dei comunisti per far emergere una critica dell’Unione Europea “da sinistra” rompendo così la narrazione europeista della sinistra in tutte le sue forme. Siamo consapevoli che tale presenza non è sufficiente, ma sappiamo anche che i risultati del lavoro svolto si misureranno nel tempo, proseguendo con coerenza e determinazione su questa strada.
Il PC ha ottenuto un importante incremento di voti in termini assoluti, non limitato solamente alla maggiore presenza nelle circoscrizioni elettorali, riportando 235.000 voti, pari allo 0,9% dei consensi (+0,6% dal 2018). Sebbene tale risultato sia ancora limitato, non possiamo non evidenziare come il PC sia l’unica forza “a sinistra” che cresce in termini assoluti e percentuali, in un quadro particolarmente sfavorevole in tutto il continente europeo.
Il Comitato Centrale manifesta il proprio ringraziamento a tutti i militanti e ai sostenitori comunisti che hanno consentito con il loro lavoro il raggiungimento di questo obiettivo. Il risultato delle elezioni europee carica di responsabilità tutti i membri del Partito ed in modo particolare il gruppo dirigente centrale e periferico dell’organizzazione ad ogni livello, perché evidenzia la necessità di un salto di livello qualitativo e quantitativo nell’azione del Partito, nella sua costruzione e nel suo radicamento.
3) Il primo obiettivo del Partito è quello di attivare il consenso elettorale ricevuto trasformandolo in forme di militanza e sostegno attivo organizzato nei confronti del Partito. Si tratta di trasformare questa manifestazione di consenso alla causa comunista in elemento legato organizzativamente al Partito, attraverso le molteplici forme di legame possibile […]
4). Per sostenere il processo di rafforzamento politico-organizzativo del Partito e la piena strutturazione degli organismi dirigenti e dei gruppi di lavoro, il Comitato Centrale convoca una conferenza nazionale di organizzazione da tenersi – salvo diverse improrogabili esigenze – entro il mese di dicembre 2019 […]
In particolare la conferenza di organizzazione è chiamata a realizzare una maggiore strutturazione del centro politico del partito, garantendo una più ampia partecipazione permanente dei compagni all’elaborazione della linea politica nazionale e alla sua esecuzione materiale, mediante il rafforzamento del ruolo politico del CC e le commissioni politiche del Partito e puntando a dotare il Partito di una struttura organizzativa capillarmente presente nei territori […]
5) Il CC conferma la linea di indipendenza politica e strategica del Partito Comunista rigettandosi ogni ipotesi di unità elettorale con forze di centrosinistra e sinistra mascherata oggi dalla falsa bandiera dell’unità “antifascista” proposta da settori legati al centrosinistra. Chiama il Partito tutto a rispondere con forza a questi tentativi mistificatori che hanno come unico obiettivo quello di distogliere l’attenzione dal carattere antipopolare del PD e del centrosinistra. […]
Il risultato elettorale rende il Partito Comunista una forza più autorevole, spingendoci a fare un passo avanti nell’attivazione di un percorso reale per far avanzare il processo di unità delle forze marxiste-leniniste. Come abbiamo sempre affermato tale percorso non può prescindere da un dibattito serio e articolato su questione di carattere strategico che hanno a che fare con la prospettiva di ricostruzione comunista, con l’obiettivo di lavorare nella direzione di un avanzamento unitario a partire dalla condivisione di tali elementi. Per questo il CC approva la proposta dell’Ufficio Politico di realizzare tavoli di discussione dei comunisti su questioni di carattere strategico, di teoria e prassi politica, dando mandato all’UP di individuare modalità, referenti e tematiche per procedere in tale direzione già a partire dal mese di giugno.
6) L’attività del partito deve essere orientata in questi mesi nell’approfondimento della lotta politica, attraverso una maggiore, più strutturata e coordinata presenza nelle lotte dei lavoratori, a partire dalle grandi vertenze che stanno interessano stabilimenti e interi comparti della produzione e della distribuzione. Tutta l’attività politica del Partito deve essere indirizzata alla conquista di posizioni all’interno della classe lavoratrice puntando a una capillare diffusione delle nostre idee tra i lavoratori e alla strutturazione di nuclei comunisti nei luoghi di lavoro e nei sindacati.
Al contempo il CC ritiene necessaria un’intensificazione dell’azione di opposizione alle politiche del Governo Cinque Stelle-Lega attraverso una maggiore presenza del Partito sia in termini di propaganda che di azione politica, anche mediante la convocazione di proprie manifestazioni o mediante adesione massiccia alle mobilitazioni che abbiano piattaforme condivisibili o nelle quali sia possibile far avanzare le parole d’ordine del Partito. In questa ultima direzione da mandato all’UP di intensificare momenti di discussione e coordinamento con le forze sindacali e con i movimenti e le organizzazioni di lotta su tali basi.
7) Il CC impegna l’Uff. Politico all’implemento dell’azione internazionale, e alla definitiva strutturazione di una commissione internazionale, nella direzione dell’incremento delle relazioni bilaterali con i PC e operai presenti nella rete Solidnet e parallelamente dell’aumento dell’azione politica del Partito nell’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa. Il CC impegna altresì il Partito: ad incrementare l’azione di contrasto dei piani di guerra, per scongiurare il coinvolgimento dell’Italia in tali conflitti presenti e futuri; ad effettuare azioni di solidarietà contro la messa fuori legge dell’ideologia comunista in Polonia; a sostenere iniziative di solidarietà verso la lotta del popolo sudanese guidata dall’Alleanza per la Libertà e il Cambiamento, di cui il PC Sudanese è parte d’avanguardia, premendo affinché l’Italia cessi ogni forma di collaborazione, militare e commerciale, con il Sudan fino al completo rispetto della volontà popolare.
8) Il CC conferma l’importanza strategica del lavoro del FGC nella gioventù, come spina dorsale della ricostruzione comunista in Italia. Invia il suo ringraziamento ai giovani per il lavoro svolto in questa campagna elettorale in sostegno del Partito, saluta l’importante traguardo raggiungo con la candidatura in tutta Italia alle elezioni del CNSU insieme con il risultato del 2.1% e i risultati ottenuti in diverse università che hanno spesso superato il 4-5% dei voti. In considerazione dell’importanza strategica del lavoro nella gioventù richiama le federazioni del Partito a sostenere la costruzione del FGC, secondo le indicazioni organizzative centrali […]
9) il CC assume come obiettivo organizzativo da qui al mese di settembre la realizzazione di feste politiche da parte di tutte le federazioni. Il CC ribadisce la posizione espressa nella scorsa riunione chiedendo alle federazioni di non associare alla festa il nome dell’Unità, per evitare di ingenerare ulteriori fraintendimenti a livello di massa, mantenendo come strategia generale la presa di distanza dal PD e dalla sua politica. […]
Il presente dispositivo è approvato all’unanimità dei presenti unitamente con la relazione e le conclusioni del Segretario Generale e le relazioni dei dipartimenti.
Roma 19 giugno 2019