MOBILITAZIONE SABATO 18 GIUGNO

MOBILITAZIONE SABATO 18 GIUGNO
Il nostro appello è rivolto alle forze politiche e sociali, ai lavoratori ed ai cittadini, a chiunque si opponga alla guerra e alle scelte antidemocratiche del governo Draghi e dei partiti che lo sostengono. È urgente realizzare la massima unità e mobilitazione per fermare questa deriva politica, economica e sociale, per difendere la Costituzione, la libertà e il lavoro.
L’aumento vertiginoso dei rischi legati alla guerra avviene in un mondo diviso e conflittuale.
Da una parte c’è il modello unipolare imposto dagli Stati Uniti negli ultimi trent’anni, caratterizzato da una crisi economica permanente e da una politica ingiusta che, nel socializzare le perdite e privatizzare i profitti, ha incrementato le disuguaglianze, la precarietà e la povertà, a esclusivo vantaggio delle oligarchie capitaliste multinazionali, le quali hanno concentrato in poche mani un’enorme ricchezza e un potere illimitato.
Dall’altra è emerso un modello multipolare, che è entrato in rotta di collisione con il blocco euro-atlantico mentre più stati diventano più assertivi sulla propria sovranità e indipendenza, dopo aver fatto leva sulla globalizzazione capitalista per rilanciare le loro economie, allargare il loro stato sociale e rafforzare la loro indipendenza politica.
La risposta occidentale intesa a spegnere qualsiasi nuovo ordine mondiale multipolare è sempre stata una sola, la guerra: Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, fino alla crisi ucraina nel cuore dell’Europa, favorita dall’espansione e dalla minaccia militare nella NATO, dalla piena conversione in istituzione belligerante dell’Unione Europea e dal sostegno sistematico del mondo euroatlantico alle classi dirigenti ultranazionaliste che hanno preso violentemente il potere a partire da Euromaidan.
Le potenze anglosassoni e l’UE, con la complicità di governi subordinati come quello italiano, con il massiccio armamento dell’esercito di Kiev, sono di fatto entrati in guerra contro la Russia, e ora stanno forzando l’opinione pubblica ad accettare un coinvolgimento militare diretto in un conflitto di portata mondiale. Dopo due anni di compressione delle libertà costituzionali e di attacco ai lavoratori con il pretesto dell’emergenza Covid-19, siamo entrati in una fase di stato d’eccezione permanente, caratterizzato dal commissariamento del governo, dall’auto-ammutinamento di gran parte del parlamento e dalla dichiarazione di uno stato di emergenza che prelude alle condizioni di uno stato guerra.
Questo risulta tanto più pericoloso in un momento in cui anche le azioni della Russia si situano in un ordinamento giuridico internazionale profondamente alterato per decenni dall’esercizio da parte di vari paesi del mero diritto di potenza.
Il costo delle sanzioni economiche, la spesa per gli armamenti e il ricorso al debito del Next Generation EU, gravano sulla condizione dei lavoratori italiani, i quali negli ultimi trent’anni, a fronte di un costante aumento del costo della vita in tutta la zona Euro, hanno visto il loro reddito pro capite diminuire costantemente, mentre negli altri paesi europei è sensibilmente aumentato. Questa condizione sociale, già estremamente compromessa dalle politiche economiche imposte dall’UE, a causa della speculazione, delle sanzioni e delle tensioni internazionali, sta precipitando: negli ultimi mesi il costo delle materie prime, delle risorse energetiche e dei beni alimentari ha segnato un aumento complessivo dell’inflazione, che rischia di triplicare il costo della vita per i lavoratori e le loro famiglie, riducendoli in uno stato di povertà assoluta e soggezione totale.
È pertanto necessario e urgente sollevarsi contro il governo Draghi e i suoi vassalli, per spezzare la scelta dell’Italia di subire ogni diktat che matura in seno all’UE e alla NATO, per riconquistare fuori l’asse costituzionale in cui si iscrivono l’indipendenza nazionale e la sovranità popolare, in collisione con le istituzioni sovranazionali che costituiscono l’«Europeismo Reale» diventato dittatura dello spread e sudditanza bellica: per riportare in mani pubbliche tutti quegli asset strategici e i monopoli naturali che, per mezzo delle privatizzazioni, hanno reso più ricchi pochi individui a sfavore di tutti, per garantire il diritto al lavoro e ad un reddito adeguato, per difendere la Costituzione e le libertà democratiche. Per fermare la guerra e costruire la pace! Mobilitazione Nazionale.
Sabato 18 Giugno.
CONTRO LA GUERRA E IL CAROVITA. PER UNA ITALIA INDIPENDENTE DALLE DOPPIE ISTITUZIONI DI BRUXELLES: CON UNA SICUREZZA NON PIÙ INCENTRATA SUI BLOCCHI MILITARI E UN’ECONOMIA NON PIÙ SOGGETTA AL VINCOLO DEI BLOCCHI ECONOMICI. PER UNA ITALIA DEL LAVORO.
Manifestazione a Roma ed in tutti i capoluoghi di regione.
Promotori: ALTERNATIVA, ANCORA ITALIA, PARTITO COMUNISTA, RICONQUISTARE L’ITALIA, Gruppo CAL Alternativa PC IDV Senato, gruppo Alternativa, Comitato No Draghi, Azione Civile, Patria Socialista, SIAmo e altri…
Elenco adesioni e luoghi-orari Città nei prossimi giorni

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Nuovi Diktat dalla Unione Europea Per Affondare l’ Italia

L’Unione Europea continua a non fidarsi dell’Italia e impone nuovi diktat per paura che il nostro governo non rispetti gli impegni presi con i soldi a strozzo del PNRR.
L’Italia “sta vivendo squilibri eccessivi“.
Lo rileva la Commissione Ue nelle raccomandazioni del pacchetto di primavera del semestre europeo.
Da Bruxelles, peraltro, arriva un altro avvertimento a Roma: il Patto di Stabilità e crescita sarà sospeso anche nel 2023, ma tornerà nel 2024.
Quindi è necessario il prossimo anno “garantire una politica di bilancio prudente” e nel periodo successivo attuare “una riduzione credibile e graduale del debito“.
Le vulnerabilità dell’Italia secondo Bruxelles “riguardano l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera”, per questo impone l’attuazione del PNRR il prima possibile.
La Commissione, per il periodo successivo al 2023, raccomanda all’Italia di “perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti a medio termine e a garantire una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine attraverso il consolidamento graduale, gli investimenti e le riforme“.
L’unione Europea quindi vuole ancora politiche lacrime e sangue per il popolo italiano con lo spettro del ritorno del patto di stabilità nel 2024.
Il governo del banchiere Draghi, scelto direttamente da Bruxelles dovrà iniziare un percorso di tagli che porterà ancora di più i lavoratori a pagare questa crisi, peggiorando ulteriormente le loro condizioni di vita e di lavoro.
C’È UNA SOLA SOLUZIONE, FUORI L’ITALIA DALL’UNIONE EUROPEA!

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Nessuna lezione di lealtà…

…Da chi non ha il coraggio né delle proprie idee né di esporle.
Quello che vedete è un attacco diretto verso il Senatore Emanuele Dessì del Partito Comunista e del gruppo C.A.L. – Costituzione Ambiente Lavoro – Alternativa – PC – IdV .

Questo messaggio è stato inviato dal marito di una Senatrice del Movimento 5 Stelle, i quali dicono di voler dire le cose in faccia, ma non hanno il coraggio di farlo, quindi si rifugiano sulle chat e sui messaggi privati.

Questi sono quei politici che avrebbero dovuto cambiare il sistema e ne sono diventati, invece, parte integrante.
Noi non possiamo accettare comportamenti ipocriti da chi – purtroppo- invece di aprire le aule del Parlamento come scatolette di tonno ha avuto il coraggio di voltare le spalle al popolo italiano e di avallare il governo Draghi, grazie ai vergognosi accordi fatti dai loro leader nelle stanze segrete del potere.

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22 Aprile Sciopero contro la guerra

La giornata del 22 Aprile sarà una giornata di sciopero contro la guerra da parte del sindacalismo di base e conflittuale. Nel Lazio a Roma ci sarà la manifestazione dell’USB, in Lombardia di SGC – Sindacato Generale di Classe e altri sindacati e in tante altre città altre mobilitazioni.
Come Partito Comunista invitiamo tutti i lavoratori e gli studenti a dare forza a queste LOTTE. Scioperando e manifestando.
Contro la guerra, Contro la NATO, Contro l’invio di Armi, Contro l’aumento di spese militari.
Per spostare gli investimenti a sanità, istruzione e trasporti pubblici.
Contro l’aumento di gas ed energia. Contro l’aumento dei prezzi di tutti i beni di prima necessità.
Per Aumenti salariali sostanziali. Per la stabilizzazione del precariato. Per la piena occupazione.
CONTRO IL GOVERNO DRAGHI E IL PARTITO UNICO DELLA GUERRA!
PER LA PACE E IL LAVORO!

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Vogliamo Pace e Lavoro

Mentre il governo Draghi continua a spingere per l’escalation militare, l’invio di nuove e più potenti armi all’Ucraina, l’aumento vertiginoso delle spese militari e la politica suicida delle sanzioni, per il nostro tessuto produttivo e per i lavoratori italiani la situazione sta rapidamente precipitando.
Nei giorni scorsi lo stabilimento Colussi di Petrignano, vicino ad Assisi, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione a rotazione per i suoi 350 dipendenti.
Provvedimento che secondo l’azienda si è reso necessario “per arginare la grave e straordinaria congiuntura internazionale che ha pesantemente colpito l’economia nazionale e il comparto agro-alimentare”.
Come sempre insomma i costi delle crisi create da governi e padroni vengono scaricati sui lavoratori.
Al momento comunque non si parla di chiusura e licenziamenti, ma se il governo Draghi continuerà a far avanzare il paese verso il baratro ciò che è scongiurato oggi rischierà di diventare realtà domani.
Come Partito Comunista siamo al fianco dei lavoratori della Colussi e chiediamo con forza che la proprietà rispetti gli impegni presi con le RSU
confermando gli investimenti sullo stabilimento finalizzati al rinnovo e al potenziamento delle linee di produzione entro la fine dell’anno 2022.
Nessun posto di lavoro deve andare perso! I soldi pubblici vanno investiti per i bisogni sociali della popolazione e per tutelare la produzione e le classi lavoratrici, non per le armi e la guerra!

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Green Economy? Il verde è solo nelle nostre tasche!

Draghi parla tanto di Green economy ma l’unica cosa rimasta al verde sono i portafogli degli italiani.
Con questi aumenti folli c’è il serio rischio di chiusura di tante piccole attività, industriali, commerciali e artigianali e il rischio di nuovi licenziamenti e delocalizzazioni.

 

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Sprofondo Verde: Migliaia di licenziati per colpa del “Green”

Il Governo Draghi sta portando al dissolvimento del Paese, senza una idea di società e senza una politica industriale e del lavoro, così facendo le grandi multinazionali, principali colpevoli dell’inquinamento mondiale, stanno attuando una riconversione industriale, chiudendo stabilimenti e licenziando migliaia di lavoratori con la scusa del “GREEN”.
La colpa dell’inquinamento è delle prime 100 multinazionali, spegnere la luce è una giusta abitudine ma i colpevoli sono loro e a pagare non devono essere i lavoratori.

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Assegno unico: Il solito pacco

L’introduzione dell’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE (chiamato così perché integra tutte le forme di sostegno riguardano le famiglie con figli a carico) è, di fatto, l’ennesima misura che penalizzerà, ancora una volta, le famiglie delle fasce di reddito più basse.
Il motivo è semplice: ne potranno usufruire tutti, ma proprio tutti! Anche coloro che non presentano ISEE e con redditi superiori ai 50.000 euro (questa l’unica differenza di fascia di reddito introdotta). In definitiva (anche se con importi diversi) si fa accedere allo stesso contributo sia il disoccupato sia il multimilionario che sicuramente non ha bisogno di tale “aiuto” per poter “campare’. L’aspetto economico no non è l’unica ingiustizia che provoca questa nuova “figura”. Infatti, dal punto di vista pratico scompariranno dalle “buste paga” le voci degli assegni familiari e similari perché sarà a carico del singolo soggetto la presentazione della domanda all’INPS (ente che gestirà i pagamenti). Il rischio (non tanto remoto), visto l’attuale momento di emergenza, è che si assista ad un enorme mole di pratiche che, probabilmente, l’ENTE non sarà in grado di gestire in tempi brevi, o che i soggetti non siano informati a doveri e non richiedano il sostegno.
Il ricco informato chiederà il sostegno, l’operaio si vedrà ridotta la busta paga senza sapere perché.
Di conseguenza potrebbero essere molti i soggetti che non si vedranno corrisposto le “cifre” che sono di vitale importanza per la propria sussistenza.
Quindi il giudizio sull'”assegno unico universale” non può essere che negativo perché distribuisce in modo antipopolare risorse e rende più difficile l’accesso e meno sicura la ricezione dell’aiuto economico.
BASTA GOVERNO DRAGHI!

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Ma quale governo dei “migliori”???

I nodi vengono al pettine e le persone si stanno accorgendo che il governo dei “migliori” in realtà è stato tra i peggiori governi della storia italiana.

Con il PD e Draghi i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono aumentati a dismisura.

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Paolo Maddalena: Buona la prima!

Quirinale. Un ottimo risultato di quello che abbiamo definito il “candidato della Costituzione” e per cui ci siamo spesi unitariamente:
PAOLO MADDALENA. Primo nella votazione odierna con 36 voti. In un momento in cui può scoppiare la guerra mondiale, in cui la finanza governa il nostro Paese, serve evitare in ogni modo che Draghi diventi Presidente della Repubblica. Con lui l’Italia diventerebbe definitivamente una provincia dell’impero.

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Un Banchiere Presidente della Repubblica?

Mai, a 10 giorni dal voto del Presidente Della Repubblica, è successo che non venissero presentati nomi (oltre al nostro candidato Maddalena).
Se arriva Draghi alla presidenza della Repubblica, l’Italia verrà completamente commissariata.
Noi ci troveremmo in una Repubblica (di fatto) Presidenziale, senza averla mai votata.
Consigli di Magistratura, Forze Armate, Servizi, in mano al liquidatore del nostro Paese.
Mai nessuno prima d’ora, avrà esercitato un così forte potere sugli eventuali governi che verranno.
In un mondo in cui ormai, i Partiti praticamente NON ESISTONO, essendosi trasformati in semplici “comitati elettorali” l’unica alternativa è la costruzione di un grande e forte Partito Comunista.
L’unica vera arma in mano alle classi lavoratrici per organizzarsi e contrattaccare.
Ribadiamo la nostra indicazione per il voto del candidato MADDALENA.
L’unica reale alternativa a Draghi.

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