RIZZO (PC): «SU FOIBE CONTINUE FALSIFICAZIONI. L’ANPI SBAGLIA A DISSOCIARSI».

RIZZO (PC): «SU FOIBE CONTINUE FALSIFICAZIONI. L’ANPI SBAGLIA A DISSOCIARSI».

«Sulla vicenda delle foibe ormai è impossibile esprimere in Italia un giudizio legato alla verità storica e alla contestualizzazione degli eventi. Chiunque affermi il vero, e cioè che quello che è avvenuto non puo’ definirsi genocidio, nè pulizia etnica, e soprattutto che le vittime non erano nell’ordine nè delle centinaia di migliaia nè dei milioni come arrivano ad affermare settori di destra, viene tacciato di negazionismo. Sbaglia l’ANPI a dissociarsi da serie iniziative di storici che mirano a contrastare con il rigore della ricerca questo mare di propaganda» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Sulle vicende del confine orientale è stata costruita una narrazione che ha stravolto la realtà, che non fa i conti con le responsabilità dell’Italia fascista, alimenta il mito del “buon italiano”, utile alla propaganda nazionalista anche per l’oggi. Una cosa sono episodi di giustizia sommaria e rappresaglie, per quanto brutali, pero assai comuni durante la guerra, e nella maggior parte in risposta ai crimini perpetrati dalla colonizzazione fascista. Altro è quello che la propaganda revisionista afferma oggi a reti unificate. La costruzione della memoria collettiva è demandata a sceneggiati privi di reale riscontro storico come quello che andrà in onda sulla Rai questa sera. Si parla di ricerca della “memoria condivisa” ma in realtà si nobilita la falsificazione. La sinistra che ha appoggiato questa tendenza, è corresponsabile tanto quanto la destra, anzi forse di più. Al contrario – conclude Rizzo – difendere la verità storica significa evitare che narrazioni tossiche influenzino il senso comune, costruendo il terreno per nuove campagne belliciste che si profilano all’orizzonte e che nulla hanno a che fare con l’interesse dei popoli, a partire da quello italiano».

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Ai lavoratori non servono giravolte, ma coerenza e impegno per la ricostruzione comunista

Ai lavoratori non servono giravolte, ma coerenza e impegno per la ricostruzione comunista

Ancora una volta le tornate elettorali dettano l’agenda politica della sinistra, anche nelle sue organizzazioni più radicali, piegando qualsiasi prospettiva strategica all’utilità immediata del risultato contingente, e anche dell’autoconservazione dei suoi gruppi dirigenti. Quando un anno fa il Partito Comunista decise di presentare il proprio simbolo alle elezioni politiche e quindi di non partecipare a coalizioni elettorali unitarie di sinistra, attirò su di sé molte critiche. È bastato meno di un anno per dimostrare le ragioni della nostra scelta.

In ogni prospettiva di aggregazione a sinistra manca sistematicamente qualsiasi chiarezza sulla differenza tra l’alternativa al PD – condizione necessaria ma non sufficiente –  e la costruzione di una soggettività politica che esprima il rifiuto del sistema capitalistico e che lotti per far avanzare la prospettiva di un’alternativa alla società capitalistica. In nome di questa ambiguità si può rifiutare l’accordo con il PD, ma allo stesso tempo sostenerlo con settori altrettanto responsabili della condizione dei lavoratori e delle masse popolari: partiti e personaggi impegnati nelle amministrazioni locali, nei governi regionali, imbevuti della retorica della democrazia borghese, della legalità borghese, di una visione riformista, assolutamente compatibile con le dinamiche di salvaguardia del capitalismo. L’ambiguità si scioglie, l’alternativa diventa solo elettorale –  magari persino temporanea, in attesa di sviluppi interni al PD –  ma assolutamente priva di qualsiasi prospettiva strategica che ponga una reale differenza con le forze che comunque stanno “dentro” al sistema borghese ed alle sue logiche. Una parte rilevante delle forze più sane della società: lavoratori, settori di sindacato conflittuali, giovani, studenti, protagonisti delle lotte sociali vengono così imbrigliati, loro malgrado, all’interno dei meccanismi di bassa politica della società borghese.

Per questa ragione si cercano formule di compromesso buone per tutte le stagioni che esprimano un’apparente radicalità senza dire nulla. Una di queste è l’idea della “rottura dell’Unione Europea dei trattati” che in concreto non significa assolutamente nulla, e che a ben vedere, non è altro che l’ennesima declinazione della visione riformista Sinistra Europea, con parole apparentemente più radicali. Dopo l’Arcobaleno, la Rivoluzione Civile, l’Altra Europa e Pap, saremmo ora di fronte ad un nuovo simbolo, per la quinta volta. A una leadership affidata, per la terza volta a un ex-magistrato, da Ingroia a Grasso, e oggi a De Magistris. No, grazie. Lo diciamo con rispetto per chi fa questa scelta, a nostro avviso, sbagliando.

Da comunisti riaffermiamo, ancora una volta, che la nostra prospettiva strategica è la costruzione di un forte, radicato, coerente Partito Comunista, che sia percepito come serio e affidabile da parte dei lavoratori e delle classi popolari del nostro Paese. È un processo che richiede tempo e non conosce scorciatoie. Esige un percorso sicuramente lungo, necessariamente chiaro e coerente. Non ha bisogno di continue giravolte, cambi di linee strategiche, simboli, figure di riferimento, situazioni che producono disorientamento, evitando sistematicamente la sedimentazione di qualsiasi ipotesi organizzativa. L’elettorato della sinistra “alternativa al PD” in dieci anni ha visto solo sconfitte, non tanto elettorali, quanto strategiche. Oggi un’altra ancora, che non fermerà di un millimetro il progressivo scivolamento in senso reazionario della società italiana.

Guardiamo alle elezioni europee, come abbiamo sempre fatto, con la consapevolezza che le elezioni servono a costruire e rafforzare il Partito e non viceversa. Siamo consapevoli che l’ostacolo della raccolta di 150.000 firme in tutto il Paese è enorme, ma non per questa ragione ci accodiamo a percorsi elettorali che sono antitetici rispetto alla nostra prospettiva. Il Partito lavorerà con le proprie forze, con tutti i sinceri comunisti che vorranno sostenere insieme a noi questo sforzo. Abbiamo sempre ricercato l’unità comunista ma attribuendo a questa espressione una prospettiva strategica e non istituzionale ed elettorale. Affermiamo nuovamente che la nostra porta è aperta, ma con altrettanta chiarezza diciamo che non siamo disponibili a discutere di unità comunista con quei dirigenti che, dopo essere stati rifiutati da chi ha preferito altre alleanze, si riscoprono improvvisamente fautori dell’unità dei comunisti sotto elezioni. Servono scelte strategiche non vecchie logiche.

Siamo consapevoli della difficile condizione della società italiana, del contesto internazionale, di quanto sta accadendo nel nostro continente e nel mondo. Ma siamo altrettanto consapevoli degli errori commessi nel passato dalla sinistra, e anche dai comunisti. Non sarà rinunciando alla costruzione dell’unico progetto in grado di lottare per una società alternativa al capitalismo che miglioreremo questa situazione. Abbiamo il dovere di evitare che nuovi errori strategici possano intaccare anche quel poco –  certamente ancora insufficiente –  che fino ad oggi siamo riusciti a ricostruire in termini di militanza, consenso, interesse attivo specie tra le nuove generazioni. Perché questo è l’embrione della nuova società che dobbiamo far nascere. Sarebbe un errore imperdonabile sacrificarlo in nome della pressione del momento, o peggio ancora di calcoli meramente elettorali. Sappiamo che una linea coerente può apparire rigida, ma nel tempo è l’unica che paga

Abbiamo un Partito e una Gioventù che crescono nel Paese, lavoreremo coerentemente per rafforzarli. Per questo rivolgiamo un appello a quanti saranno delusi dalle ennesime giravolte e esperienze fallimentari, ai lavoratori, ai giovani: abbandonate le illusioni, unitevi a chi con determinazione e coerenza vuole costruire in questo Paese un forte Partito Comunista, unico strumento in grado di condurre i lavoratori e le classi popolari alla loro liberazione, all’abbattimento dell’oppressione capitalistica alla costruzione di una società socialista. Negli anni futuri, quali siano le condizioni di questo Paese e del mondo il Partito Comunista ci sarà, noi ci saremo e saremo più forti. Con il nostro simbolo, con le nostre bandiere, con le nostre idee. Ne è la riprova una forte e combattiva gioventù, che testimonia più di ogni altro fattore le solide basi su cui poggia la ricostruzione comunista in Italia. Chi oggi potrebbe dire altrettanto?

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RIZZO (PC): «REDDITO DI CITTADINANZA E’ SOLO UN SUSSIDIO CHE PROVOCHERA’ EMIGRAZIONE E SFRUTTAMENTO. QUOTA 100 NON ELIMINA LA FORNERO».

RIZZO (PC): «REDDITO DI CITTADINANZA E’ SOLO UN SUSSIDIO CHE PROVOCHERA’ EMIGRAZIONE E SFRUTTAMENTO. QUOTA 100 NON ELIMINA LA FORNERO».

«I cinque stelle riescono nel capolavoro di spacciare per provvedimenti a favore delle classi popolari l’istituzionalizzazione del loro sfruttamento con il reddito di cittadinanza e il sostanziale mantenimento della Legge Fornero. In realtà hanno tradito ogni impegno preso in campagna elettorale». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, a commento del decreto varato dal Cdm. «Dopo un anno, chi riceve il reddito è obbligato ad accettare qualsiasi offerta di lavoro in ogni parte d’Italia, pena la revoca del reddito. Non ci vuole molto a capire che si utilizzerà un esercito di disoccupati per costringerli a accettare lavori a condizioni sempre peggiori. Questo reddito è un sussidio allo sfruttamento e all’emigrazione, un sistema istituzionalizzato per favorire la competizione al ribasso sui salari e sui diritti dei lavoratori. Pagano i lavoratori, vincono anche questa volta le grandi imprese che incasseranno il reddito al posto dei disoccupati una volta assunti. Quanto alle pensioni – continua Rizzo – il governo Cinque Stelle – Lega, non ha abolito la Fornero ma ha solo previsto le condizioni per un anticipo con una forte riduzione della pensione percepita. Nulla di nuovo, la Fornero non viene cancellata. Avevano promesso fino a 20 miliardi e ne hanno stanziati 4,7. In sostanza – conclude Rizzo – questo governo sta ingannando i lavoratori, i disoccupati e pensionati, proseguendo con le stesse politiche delle precedenti maggioranze, come dimostrato dalla trattativa con l’Unione Europea».

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BANCA CARIGE. RIZZO (PC): « CINQUE STELLE ASSERVITI ALLA FINANZA COME IL PD».

BANCA CARIGE. RIZZO (PC): « CINQUE STELLE ASSERVITI ALLA FINANZA COME IL PD».

«Il governo Cinque Stelle -Lega, si prepara a varare l’ennesimo esborso di soldi pubblici in favore delle banche, questa volta per evitare il fallimento di Banca Carige. L’ennesima socializzazione delle perdite a costo della collettività per salvare i profitti privati della finanza italiana. In poche parole la stessa politica portata avanti dai governi precedenti per MPS e Banca Etruria». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Solo un anno fa -rincara la dose Rizzo –  il Movimento Cinque Stelle denunciava la spesa di oltre sessanta miliardi per il salvataggio delle banche. Oggi propone un’ennesima operazione di rifinanziamento, tradendo i propri impegni con gli italiani. Altro che governo del popolo. Chi accetta le regole del sistema capitalistico finisce sempre per fare la ruota di scorta degli interessi della finanza. Cambia il colore dei governi ma non la sostanza dei provvedimenti».

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L’Iniziativa Comunista Europea sul 101° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre 

L’Iniziativa Comunista Europea sul 101° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre 

L’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa, in merito al 101° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, afferma quanto segue:

La Rivoluzione d’Ottobre è stato il più grande evento che si è svolto nel 20° secolo. Gli effetti che la presa del potere da parte della classe operaia hanno avuto per i lavoratori e i popoli del mondo sono stati visibili per decenni e hanno modellato gli sviluppi della storia umana.

I sistemi pubblici di sicurezza sociale, istruzione pubblica, sistema sanitario pubblico, sono tutti esistiti nei paesi capitalistici perché furono creati per la prima volta nell’URSS. La classe operaia nei paesi capitalisti era più forte grazie all’esistenza dei paesi socialisti. La sola esistenza dei paesi socialisti era abbastanza forte da indebolire i capitalisti e dare più forza al movimento operaio in tutto il mondo.

Ai giorni nostri, anni dopo il trionfo della controrivoluzione in URSS e nei paesi socialisti europei, i capitalisti mirano ancora a distruggere tutte le conquiste ottenute grazie all’eroica lotta della classe operaia e dei popoli, ispirata all’esempio dei paesi che stavano costruendo il socialismo-comunismo.

L’importanza della Rivoluzione d’Ottobre e le sue conseguenze non devono esser dimenticate o manipolate. La Rivoluzione d’Ottobre, il movimento e la storia comunista non possono esser equiparati al nazifascismo. Non dimentichiamo che fu l’Unione Sovietica a sconfiggere il nazifascismo e liberare i paesi dell’Europa orientale!

L’esempio della Rivoluzione d’Ottobre è fonte di ispirazione per le nuove generazioni di comunisti in Europa, che combattono in condizioni molto difficili contro la borghesia e i suoi meccanismi e alleanze statali e inter-statali come l’Unione Europea e la NATO, che alimentano il pericolo di nuove guerre imperialiste e dispute.

L’esempio della Rivoluzione d’Ottobre è pieno di lezioni per il movimento operaio, che sviluppa una lotta di lunga durata contro i padroni e loro governi che vogliono distruggere i diritti sociali, i diritti dei lavoratori, gli accordi collettivi, i sistemi di sicurezza sociale e sanitari, che vogliono ritardare l’età pensionabile e ostacolare l’accesso alle pensioni pubbliche per i lavoratori.

L’esempio della Rivoluzione d’Ottobre e della costruzione socialista è una potente arma nelle mani delle donne lavoratrici e degli strati popolari, che possono trovare molti esempi di come la loro liberazione possa avvenire solo insieme alla liberazione dell’intera classe lavoratrice, di come l’uguaglianza tra uomini e donne possa esser raggiunta solo in un sistema sociale ed economico che metta fine alle radici economiche della disuguaglianza.

La Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre 1917 ha segnato la strada da seguire: distruggere i rapporti di produzione capitalistici e lo stato capitalista attraverso la Rivoluzione Socialista; socializzare i mezzi di produzione concentrati per far posto ad una economia pianificata centralmente sotto il controllo operaio della produzione e della distribuzione del prodotto sociale; far sorgere la democrazia socialista-comunista dai centri di lavoro, costruendo un nuovo tipo di Stato che porti alla completa estinzione di ogni traccia di rapporti di produzione mercantili, qualsiasi traccia di sfruttamento e oppressione di alcuni esseri umani da parte di altri, fino al trionfo completo del comunismo.

Per molti decenni, l’Unione Sovietica e il resto dei paesi socialisti hanno dimostrato la superiorità del socialismo-comunismo sul capitalismo. È un fatto che, per la prima volta nella storia, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è stato superato e che, nell’URSS e nel resto dei paesi socialisti, sono state poste le basi per la formazione di una società superiore, libera dallo sfruttamento e da ogni forma di oppressione.

Questo è il motivo per cui siamo pienamente impegnati a difendere e diffondere la conoscenza dei progressi della costruzione socialista nel passato, apprendendo dalle debolezze e dagli errori ma anche, e soprattutto, impegnandoci a riprendere il percorso segnato dalla Rivoluzione d’Ottobre di 101 anni fa, a organizzare e sviluppare nuove rivoluzioni che portino la classe operaia dei nostri paesi a un nuovo percorso di sviluppo libero da sfruttamento e guerra, sulla base di relazioni tra paesi basate sulla cooperazione reciproca e non sulla depredazione e il saccheggio.

Bruxelles, 7 Novembre 2018

Iniziativa Comunista Europea

 

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RIZZO (PC): «4 NOVEMBRE RICORDA INUTILE MASSACRO. NULLA DA FESTEGGIARE»

RIZZO (PC): «4 NOVEMBRE RICORDA INUTILE MASSACRO. NULLA DA FESTEGGIARE»

«Non c’è nulla da festeggiare nell’anniversario del 4 novembre. Un inutile massacro in cui morirono milioni di giovani e lavoratori non potrà mai essere una vittoria». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Seicentomila morti e oltre un milione di feriti e mutilati, mandati al massacro dal capitalismo in nome del Re e di una Patria mai così distante dagli interessi concreti del popolo italiano. La guerra fu voluta da una minoritaria casta parassitaria che nelle mani di quindici famiglie accumulava il reddito del 70% della popolazione italiana e che ha obbligato con la forza milioni di connazionali poveri e analfabeti ad imbracciare il fucile per massacrare i propri simili, poveri e analfabeti anche loro, solo perché si trovava al di là di un confine. Oggi come cento anni fa si cerca di diffondere una retorica dell’unità nazionale finalizzata a mettere i lavoratori alla coda degli interessi del capitale. L’unità nazionale è sempre nemica dei lavoratori. Ricordiamo quelle centinaia di migliaia di vite sacrificate sull’altare degli interessi dei grandi gruppi capitalistici, assumendo la promessa di lottare affinché quel massacro non si ripeta. Oggi come cento anni fa – la guerra imperialista mai più!»

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RIZZO (PC): «SE ESISTONO ACCORDI SEGRETI SULLA TAP DI MAIO LI PUBBLICHI».

RIZZO (PC): «SE ESISTONO ACCORDI SEGRETI SULLA TAP DI MAIO LI PUBBLICHI».

«Se esistono accordi secretati sulla Tap che obbligano l’Italia al pagamento di penali il Ministro Di Maio li pubblichi subito, denunciandone il contenuto. Siamo coscienti della responsabilità dei precedenti governi, per questo serve un’azione decisa di rottura, altrimenti c’è solo continuità» Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Se invece non esistono accordi segreti e penali, ma solo possibili richieste di risarcimento che erano conoscibili da tempo, i Cinque Stelle spieghino per quale motivo hanno sostenuto di voler bloccare la TAP pur essendo consapevoli delle possibili conseguenze. In realtà – conclude Rizzo – i cinque stelle hanno piegato la testa agli interessi delle grandi aziende italiane coinvolte nella costruzione e ai piani dell’imperialismo americano, di cui la TAP è un tassello fondamentale».

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RIZZO (PC): «NO A NUOVI SALVA-BANCHE».

RIZZO (PC): «NO A NUOVI SALVA-BANCHE».

«Mentre il governo si autoproclama del cambiamento e del popolo i suoi esponenti si dicono pronti a un nuovo sostegno alle banche. I lavoratori e le classi popolari italiane hanno già pagato abbastanza: decine di miliardi di euro sono già stati regalati in questi anni alle banche. I grillini in campagna elettorale parlavano di 85 miliardi. Ma oggi sono pronti a rimangiarsi anche questo». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Il governo alza i toni contro l’Unione Europea solo quando c’è da difendere gli interessi dei capitalisti italiani, ed è pronto a finanziarli direttamente al pari dei governi precedenti. Dietro la retorica populista – conclude Rizzo – c’è il vecchio inganno dell’unità nazionale: far pensare che si agisca per il popolo quando in realtà si sostengono i grandi gruppi economici e finanziari».

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Non esistono scorciatoie: serve rafforzare la ricostruzione comunista.

Non esistono scorciatoie: serve rafforzare la ricostruzione comunista.

Nel contesto politico non esiste unità senza unità di principi e di strategia, senza condivisione dello scopo finale dell’azione politica e dei traguardi intermedi attraverso cui procedere. Senza tutto questo esistono solo i cartelli elettorali, destinati se non all’insuccesso, sicuramente a non esser durevoli.

La storia della sinistra degli ultimi anni ne è piena. Il destino comune è lo sgretolamento successivo alle elezioni, non appena le divergenze strategiche  accantonate riemergono, o per mere questioni di tornaconto, perché si prefigurano all’orizzonte nuovi appuntamenti elettorali dove si punta a garantire e perpetrare la conservazione di gruppi dirigenti privi di qualsiasi funzione storica. L’unico risultato di queste alleanze è aumentare la sfiducia e il reflusso successivo, impedendo allo stesso tempo che gli elementi di soluzione possano svilupparsi, sottraendo forze e possibilità a chi si incammina nella direzione corretta ma più difficile.

La teoria marxista-leninista e l’azione politica e organizzata dei comunisti sono l’unica reale possibilità di contrastare adeguatamente e battere i due schieramenti (globalista e sovranista) che, pur non prefigurando alcun cambio di sistema, oggi sono soverchianti nell’attrarre l’attenzione delle masse e dividerle in opposte tifoserie. Per dirla con uno slogan non c’è da scegliere tra Salvini e Saviano, ma è necessario costruire una proposta di reale alternativa di sistema: quella socialista-comunista, l’unica destinata a risolvere durevolmente i problemi dei lavoratori e del popolo. Ogni energia, collettiva o individuale, sottratta a questa prospettiva è un regalo diretto al nemico di classe, e rende, giorno dopo giorno, più difficile la sua realizzazione.

Anche in questo momento il Partito Comunista riafferma la propria volontà di un confronto serio e positivo tra le forze che delineano come propria prospettiva quella della ricostruzione comunista e della lotta per il socialismo. Non disperdiamo le forze, lavoriamo insieme per conquistarne di nuove tra i lavoratori e le classi popolari oggi ostaggio della finta alternativa tra forze borghesi. Ma per farlo serve recidere definitivamente e con nettezza ogni illusione e tentazione opportunista che anche nel passato recente si è manifestata.

Siamo certi che i militanti di organizzazioni politiche e sindacali, sapranno chiedere conto degli errori perpetrati, rivolgendo la loro prospettiva alla ricostruzione comunista con coerenza e determinazione. Il tempo è poco, la situazione difficile, ma non esistono scorciatoie: serve rafforzare la ricostruzione comunista ora e subito.

Uff. Pol. Partito Comunista

9.10.18

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Replica ai giornali: «Dal Partito Comunista nessuna “difesa” della manovra»

Replica ai giornali: «Dal Partito Comunista nessuna “difesa” della manovra»

In una serie di articoli comparsi su giornali e agenzie web viene impropriamente riportato che il Partito Comunista avrebbe “difeso” la manovra approvata dal Governo Cinque Stelle-Lega. Il riferimento sarebbe alle dichiarazioni del segretario Marco Rizzo durante la trasmissione CoffeBreak andata in onda ieri su La7. Sul sito on line del quotidiano “Il Giornale” nell’articolo a firma di Franco Grilli si legge: «Il segretario del Partito comunista italiano “a difesa” della Finanziaria del governo Lega-Movimento 5 Stelle … non si tratta certo di una spassionata difesa a spada tratta, ma rappresenta comunque una presa di posizione non così malevola nei confronti del Def che l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte punta a varare al pià presto»; Su lineapress.it nell’articolo firmato da Salvatore Massaro si legge: «Marco Rizzo, ospite di Coffee Break su La7 sorprendentemente difende l’operato di Lega e M5S…La difesa da chi non te l’aspetti. Marco Rizzo, il “comunista” per eccellenza difende le scelte del governo gialloverde». Per LiberoTV si tratterebbe addirittura di una “svolta” poiché «A sorpresa il comunista Marco Rizzo difende la manovra del governo giallo-verde».

Con questa nota il Partito Comunista intende smentire le ricostruzioni giornalistiche che attribuendo alle parole del segretario un senso diverso da quanto detto, prospettano un sostegno dei comunisti alla manovra del governo o addirittura una “svolta” nella linea del Partito. Il senso delle parole espresse da Rizzo è inequivocabile e illustra chiaramente la nostra linea rispetto alla manovra e al governo gialloverde.

Probabilmente l’equivoco deriva dal diverso significato politico che noi comunisti attribuiamo al rispetto dei vincoli di bilancio e del patto di stabilità. Per noi affermare che il governo si muove in perfetta continuità con i governi precedenti, rispettando i parametri della UE non è un complimento, ma una durissima critica. É la prova che questo governo risponde alle stesse logiche di chi lo ha preceduto, non rappresentando alcun reale “cambiamento” come invece tenta di far credere

A differenza del centrosinistra che intende utilizzare contro il governo gli argomenti dell’interesse dei mercati e delle istituzioni europee, noi comunisti critichiamo la maggioranza perché ha approvato un provvedimento contrario agli interessi dei lavoratori, favorevole alle imprese e assolutamente non di rottura rispetto ai vincoli europei e alla politica internazionale dell’Italia (es adesione alla Nato). La posizione dei comunisti, che è quella della difesa dei reali interessi dei lavoratori, non trova oggi alcuna vicinanza né nella maggioranza di governo, né nell’opposizione del Partito Democratico. Ogni  tentativo di ricondurre la nostra visione sotto uno dei due campi politici in lotta è una totale e errata forzatura. Sia PD che Cinque Stelle-Lega rappresentano interessi di settori del capitale in lotta, entrambi uniti nella difesa di questo modello di sistema e quindi antitetici rispetto alla nostra prospettiva di società.

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RIZZO (PC): «NESSUNA SICUREZZA NEL DECRETO, SOLO STRETTA REPRESSIVA»

RIZZO (PC): «NESSUNA SICUREZZA NEL DECRETO, SOLO STRETTA REPRESSIVA»

«La sicurezza non c’entra nulla, il decreto Salvini è un regalo ai potenti con una durissima stretta repressiva sulle lotte sociali. Dietro l’abbaglio del contrasto all’immigrazione, si nasconde il vero volto di questo governo, completamente al servizio del grande capitale». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Una manifestazione non autorizzata potrà essere punita anche con sei anni di carcere, mentre chi truffa lo Stato al massimo ha una pena di tre. L’occupazione di una fabbrica per difendere il proprio posto di lavoro, o di un edificio costerà fino a tre anni di reclusione, un bel regalo per i padroni che delocalizzano. La stretta contro le occupazioni, senza una politica abitativa del governo è anch’essa un regalo alla rendita. Infine – conclude Rizzo – non ci sono provvedimenti contro l’immigrazione, ma contro gli immigrati e in particolar modo contro i lavoratori immigrati. Se una lotta diventa reato e toglie la possibilità anche ai tuoi familiari di avere la cittadinanza, chiunque ci penserà due volte prima di lottare per i propri diritti. Una chiara dimostrazione di come la Lega strumentalizzi la lotta tra poveri a tutto vantaggio dei capitalisti».

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