MARCO RIZZO (PC): «SIRIA, UTILE RICORDARE A GENTILONI CHE L’ITALIA NON È UNA PORTAEREI AMERICANA. Il NUOVO PARLAMENTO ALLA PROVA»

MARCO RIZZO (PC): «SIRIA, UTILE RICORDARE A GENTILONI CHE L’ITALIA NON È UNA PORTAEREI AMERICANA. Il NUOVO PARLAMENTO ALLA PROVA»

Dichiarazione del segretario del Partito Comunista, Marco Rizzo:

La vile aggressione alla Siria da parte degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, dimostra la totale violazione del diritto internazionale dello stesso capitalismo globalizzato. Adesso la parola spetta al nuovo Parlamento italiano. Il PD con Gentiloni non stupisce, continua infatti a stracciare la Costituzione consentendo l’uso delle basi e fornendo l’appoggio logistico in queste azioni. Domani nell’aula del Senato sentiremo se qualcuno, tra i nuovi eletti, avrà il coraggio di riconoscere la totale mancanza  di prove su quella che è stata una vera e propria provocazione sull’uso delle armi chimiche per scatenare un attacco terroristico contro la Siria, ma soprattutto di ricordare che l’Italia non è una portaerei americana e che l’anacronistica e offensiva alleanza  della NATO deve uscire dal nostro Paese.

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Per un 25 aprile di classe a Milano

Per un 25 aprile di classe a Milano

Il Partito Comunista organizzerà, in occasione del 25 aprile a Milano, una grande conferenza pubblica sul tema della Resistenza. Crediamo sia necessario un momento di dibattito pubblico per raccontare la lotta partigiana inquadrandola nel corretto contesto di lotta per una società diversa, contro le tante mistificazioni e gli attacchi che dal dopo guerra ad oggi hanno tentato di travisare questa storia, di criminalizzare l’esperienza partigiana o di sminuirne i suoi contenuti e gli ideali.

Ne parleremo con il Segretario Generale Marco Rizzo e lo storico Alessandro Barbero, con Lorenzo Lang, segretario del Fronte della Gioventù Comunista e Argante Bocchio, combattente partigiano. Affronteremo dunque il tema della Resistenza da tanti punti di vista, quello preziosissimo di chi l’ha combattuta realmente, quello storico e politico analizzando ciò che la Resistenza effettivamente ha rappresentato per il movimento dei lavoratori e delle classi oppresse nella storia d’Italia, quali insegnamenti ci lascia per continuare nella nostra lotta.

La conferenza si terrà a partire dalle 17.00 del 25 aprile presso l’aula magna dell’ ITCS Schiaparelli-Gramsci in via Luigi Settembrini, 4  a Milano.

Questo per noi, però, non sarà l’unico appuntamento della giornata: alcune ore prima alle 14.00 ci incontreremo con i nostri militanti e tutti coloro che vorranno partecipare al Piazzale del Cimitero Maggiore (Musocco), per portare una corona di fiori e rendere omaggio al sacrificio di tanti partigiani, spesso giovanissimi, che hanno dato la vita per un’Italia differente.

Invitiamo tutti i compagni, gli antifascisti e tutti coloro che vogliono scoprire una lettura dell’esperienza partigiana che indaghi il contesto di classe, il grande contributo del PCI e inquadri quell’esperienza di lotta all’interno del movimento più generale dei lavoratori per la giustizia sociale, a partecipare alle nostre iniziative, a farsi carico della grande eredità d’ideali e di lotta che la guerra di Liberazione ci tramanda fino ad oggi.

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Avanti con la ricostruzione e l’unità comunista. Si può fare!

Avanti con la ricostruzione e l’unità comunista. Si può fare!

Comunicato del CC del Partito Comunista

Il Comitato Centrale del Partito Comunista riunito oggi a Roma, al termine di un attento esame del risultato delle elezioni e dello stato del partito, ha approvato all’unanimità la relazione e le conclusioni del segretario generale Marco Rizzo e le proposte politiche e organizzative formulate.

 Il Partito Comunista considera l’esito di queste elezioni in linea con le nostre aspettative generali. Il crollo del Partito Democratico rappresenta la conclusione di un processo di trasformazione delle forze della sinistra con la progressiva perdita di consenso tra gli strati popolari. Il voto conferma la crescente ostilità popolare nei confronti delle politiche europee, e in generale delle forze che incarnano le politiche di governo di questi anni. Si tratta di un voto pesantemente influenzato dai temi della sicurezza, dell’immigrazione in generale dalla paura di precipitare in una condizione peggiore, con l’incapacità generale di forze di sinistra di intercettare questo sentimento dominante indirizzandolo in un’ottica di avanzamento collettivo. Un dato che dipende dai profondi errori strategici della sinistra di questi anni, dalla mancata chiarezza su temi – come l’Unione Europea – da una generale identificazione di tutte le forze di sinistra con il Partito Democratico e la sua politica. Il contesto in cui ci troviamo è senza dubbio arretrato, difficile. Una situazione in cui ci troveremo a agire per lungo tempo. La nostra azione è orientata a mutarlo.

La strategia del Partito Comunista era utilizzare queste elezioni per rafforzare la costruzione del Partito a livello nazionale, irrobustendo le realtà dove siamo presenti e iniziando nella costruzione del Partito dove eravamo praticamente assenti. Questa strategia, che prescinde dalle valutazione sul risultato elettorale, si è rivelata corretta. La campagna elettorale ci ha consentito di parlare a milioni di lavoratori, proponendo un programma di rottura e di lotta che ha consentito al Partito di intercettare consensi, sostegno e nuovi militanti che da oggi andranno a irrobustire e rafforzare le lotte.

Il Partito Comunista ringrazia l’impegno di tanti militanti, e specialmente dei giovani del Fronte della Gioventù Comunista che hanno consentito questo sforzo straordinario, dando energie e forza al Partito. In questi mesi abbiamo dimostrato che si può fare. Si possono convocare manifestazioni comuniste, senza cedere sui contenuti e sugli obiettivi. Si può vincere la sfida della presentazione alle elezioni, senza rinunciare al proprio simbolo, alle proprie parole d’ordine, alla propria prospettiva strategica. Si può dire che il fine dei comunisti non è modificare questo sistema, ma abbatterlo. Si può e si deve fare tutto ciò.

L’esito della nostra azione sarebbe stato migliore se il nostro appello all’unità comunista fosse stato accolto. Così non è stato, ma noi non arretriamo. Il Partito Comunista vuole ribadire anche in questa occasione la propria apertura ad una seria discussione sull’unità comunista, per dare a questo Paese un forte e coerente partito comunista, superando le divisioni, discutendo strategicamente degli obiettivi e dei compiti dei comunisti oggi. Tendiamo una mano a quei compagni che in dissenso con le proprie organizzazioni hanno sostenuto il PC, condividendo con noi la prospettiva strategica della ricostruzione comunista. Ci auguriamo ora che in queste e altre forze maturi un giudizio critico su esperienze unitarie a sinistra che, hanno avuto come unico risultato apprezzabile quello di ricondurre i comunisti alla coda di progetti perdenti, di impronta riformista e eclettica, privi della visione strategica dell’abbattimento del capitalismo e della costruzione del socialismo. A tutti questi compagni ci rivolgiamo: non è più tempo di aspettare. È il tempo dell’unità!

Di fronte al tracollo delle forze di sinistra e alla loro mutazione affermiamo con forza di assumere sulle nostre spalle la storia e l’esperienza del movimento operaio e dei comunisti, che vogliamo difendere da ogni attacco e revisionismo. Abbiamo il dovere di rilanciare con forza la nostra prospettiva di alternativa di società.

Quale sia l’esito delle consultazione e il colore politico del governo che si insedierà proseguiranno le politiche antipopolari e l’attacco ai diritti dei lavoratori. Continuerà il comando del FMI, della BCE e della Nato, della Confindustria, come testimonia il nuovo accordo siglato il 28 febbraio 2018 con i sindacati confederali . Quale sia il futuro governo l’Italia continuerà a sostenere interessi imperialistici, a incrementare le spese militari nell’ambito della Nato, noi ad opporci a questa politica . Nostro obiettivo primario è svelare da subito le contraddizioni anche delle forze – o di parte di esse – che hanno intercettato in massa il voto di protesta. In questo contesto il compito del partito è rafforzare la presenza, l’organizzazione, la lotta. Proseguire con più forza il lavoro di agitazione e la costruzione del partito sui luoghi di lavoro, organizzare e rafforzare le lotte. Compito del Partito sarà lanciare da subito campagne di propaganda e di azione a partire dai luoghi di lavoro e dai quartieri delle periferie.

Compito del Partito sarà infine quello di conquistare ad uno ad uno i tanti lavoratori, giovani, disoccupati e pensionati che hanno dato il loro voto al Partito Comunista. In un contesto tanto arretrato oltre centomila voti al Partito Comunista in metà Italia sono un dato importante. Sarebbero una forza inarrestabile se organizzati. Vogliamo spezzare la passività e il disimpegno, l’idea della delega al posto della partecipazione diretta. Vogliamo irrobustire l’organizzazione anche e soprattutto in quelle regioni dove per poche firme è mancata la presentazione alle elezioni.

Su questa strada proseguiamo a testa alta, avanzando come abbiamo fatto in queste settimane. Si può e si deve fare.

Dispositivo organizzativo.

Il CC del Partito Comunista approva all’unanimità la proposta del SG di integrazione dell’ufficio politico e modifica dei compiti interni agli organismi dirigenti del Partito.

Entrano a fare parte dell’UP il compagno Salvatore Catello, segretario della Toscana con l’obiettivo di aumentare il lavoro politico nelle “regioni rosse”, il compagno Tiziano Censi, responsabile organizzazione del FGC che va ad irrobustire il settore organizzativo del Partito e a aumentare l’integrazione del lavoro di costruzione tra Partito e gioventù. Il CC attribuisce al compagno Mustillo il ruolo di coordinatore dell’UP del partito, e al compagno Lombardo la direzione del giornale “La Riscossa”.

Il CC delega infine i compagni Rizzo, Mustillo, Lang, Censi a costituire un gruppo esecutivo centrale per coordinare e supportare attivamente il processo di strutturazione e rafforzamento organizzativo nazionale e nelle realtà locali, nonché la gestione politica d’intesa con le strutture locali dei nuovi ingressi nel Partito.

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Rizzo (Pc): «Militante di sinistra aggredito. Fermare l’escalation di violenza, no al ritorno degli anni ’70. Antifascismo è anticapitalismo»

Rizzo (Pc): «Militante di sinistra aggredito. Fermare l’escalation di violenza, no al ritorno degli anni ’70. Antifascismo è anticapitalismo»

POL01F60BIS_7193790F1_802«La recente aggressione ad un militante di sinistra a Perugia segna un confine da non valicare. L’escalation di violenza va fermata.» Così Marco Rizzo, candidato premier e segretario del Partito Comunista. «Il potere è in crisi e quindi ha bisogno di riproporre una stagione simile a quella degli anni ’70 dove un’intera generazione di giovani è stata sacrificata. Da militante del ’77 conosco molto bene le dinamiche che si possono scatenare e che il potere ha tutto l’interesse ad incentivare strumentalizzandolo a proprio favore. In quegli anni le provocazioni e la logica degli “opposti estremismi” servirono a fare il gioco del potere e a invocare la repressione. I giovani si scontravano e alla fine vincevano i padroni.»

«Oggi il fascismo si combatte riprendendo le lotte tra i lavoratori, portando le parole d’ordine della solidarietà e dell’uguaglianza nei quartieri e nelle periferie, rifiutando la guerra tra poveri e dando una reale alternativa di lotta alle classi popolari, e non certo con l’antifascismo di facciata di chi ha scelto le banche e l’Unione Europea. Oggi l’antifascismo è anticapitalismo.»

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Rizzo (Pc): «Inaccettabile la repressione dell’antifascismo»

Rizzo (Pc): «Inaccettabile la repressione dell’antifascismo»

antifascisti napoli

«Le vicende di Napoli, dove un presidio antifascista è stato caricato dalle forze dell’ordine e i manifestanti perquisiti come dei criminali, sono inaccettabili e vanno condannate con forza», così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Esprimiamo solidarietà ai manifestanti perquisiti e fermati. La politica di Minniti e del Governo ormai va ben oltre l’ordinaria gestione dell’ordine pubblico, e sfocia nell’aperta repressione delle manifestazioni antifasciste mentre immensi schieramenti di polizia vengono posti a difesa dell’estrema destra. L’attuale governo ha la responsabilità di aver sdoganato le forze neofasciste, elevandole per pura convenienza politica a propri avversari e competitori diretti nonostante la loro scarsa rilevanza. A questa responsabilità si aggiunge l’equiparazione fra fascismo e antifascismo, che è il miglior modo per spianare la strada alle forze di estrema destra, che oggi vanno contrastate a partire dai quartieri popolari, dalle periferie, costruendo una reale alternativa di lotta per le classi popolari contro la guerra fra poveri promossa da queste organizzazioni».

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DA “IL TEMPO” GRAVE PROVOCAZIONE ANTICOMUNISTA

DA “IL TEMPO” GRAVE PROVOCAZIONE ANTICOMUNISTA

IL TEMPO FB

«Quella de “Il Tempo” è una provocazione anticomunista che non può essere tollerata», così Marco Rizzo, candidato premier e segretario del Partito Comunista (PC), sull’iniziativa del quotidiano che ha lanciato la sottoscrizione a una “Anagrafe nazionale anticomunista”, con tanto di prima pagina dedicata. «L’equiparazione fra comunismo e nazifascismo è un’assurdità storica. In Italia c’è stata una dittatura fascista che è stata combattuta proprio dai partigiani, in maggioranza comunisti; il Terzo Reich fu sconfitto dall’Armata Rossa. Nell’appello de “Il Tempo” si tirano fuori tutte le menzogne anticomuniste, a partire dalla vera e propria assurdità dei 100 milioni di morti, privi di ogni riscontro attendibile, col solo scopo di criminalizzare forze politiche come la nostra. È un’iniziativa utile solo a inquinare il dibattito elettorale. I problemi degli italiani oggi non vengono dai comunisti, ma dalle misure antipopolari votate per anni da centro-destra e centro sinistra. Vorremmo vedere il Tempo esprimersi con la stessa forza contro queste misure, contro i diktat UE e il Patto di Stabilità, contro il potere di banche e grandi imprese. Ma sappiamo che questo non avverrà».

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Rizzo (PC): «rilanciare assunzioni nella sanità pubblica contro la privatizzazione»

Rizzo (PC): «rilanciare assunzioni nella sanità pubblica contro la privatizzazione»

«Oggi la sanità pubblica è ridotta in ginocchio dai tagli e dal blocco del turnover» – ha dichiarato Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista – «Dal 2009 il personale impiegato nella sanità è stato decimato: meno 45mila in 8 anni, secondo i conti della Ragioneria dello Stato. Solo fra il 2016 e il 2014 si sono persi 15mila lavoratori nella sanità. È il risultato delle politiche antipopolari volute dall’Unione Europea e dai poteri forti; i tagli alla spesa sociale stanno strangolando la sanità pubblica. Una situazione che nel complesso giova al privato, al quale sono costretti a rivolgersi i cittadini esasperati da disagi e liste d’attesa interminabili. La nostra proposta è molto semplice: rompere con i vincoli di Bruxelles e difendere il Servizio Sanitario Nazionale rilanciando la spesa e le assunzioni. Ed eliminare il numero chiuso nelle facoltà di medicina e nelle professioni sanitarie, che evidentemente non ha nessun legame con i posti di lavoro disponibili, ma oggi al contrario è funzionale allo smantellamento della sanità pubblica a vantaggio del privato.»

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Nuove adesioni al Partito Comunista

Nuove adesioni al Partito Comunista

In queste ore decine e decine di adesioni di singoli militanti, e centinaia di contatti di simpatizzanti, stanno rafforzando la costruzione del Partito in tutta Italia. Lavoratori e lavoratrici, giovani, quadri sindacali stanno dando la loro disponibilità a sostenere la lista del Partito Comunista alle elezioni, aiutando concretamente nella raccolta delle firme. Molte le adesioni provenienti dalle altre formazioni comuniste, stanchi dell’ennesimo passo indietro sulla ricostruzione comunista.
Nei giorni scorsi la federazione di Trapani del PRC, la sezione del PCI di Capoterra (Cagliari) e la sezione del PRC di Gaeta (Latina) hanno ufficializzato il loro passaggio al Partito Comunista. Pubblichiamo alcuni stralci dei loro comunicati:
«Nonostante le forze e l’energia profusa da tutti i militanti della federazione, nello sviluppo e la crescita della federazione provinciale di PRC di Trapani, ci rendiamo ormai conto che la strada percorsa fino ad oggi non è più praticabile,  che agire da comunisti adesso significa sostenere il processo di ricostruzione ed identificazione  di un forte Partito Comunista nel nostro paese e non compromettersi più, pur se con buona fede dei militanti, su principi nobili e coraggiosi,  in alleanze con forze della così detta “sinistra” che tradiscono da decenni le aspettative del popolo lavoratore».
«Siamo la Sezione di Capoterra Cagliari, ma qui annunciamo una lunga serie di adesioni, che dopo una esperienza  umiliante per i Comunisti in Sardegna , sa e saprà ritrovare l’orgoglio di sentirsi e di agire da Comunisti» I compagni sardi criticando la scelta del loro partito di dare vita ad una lista elettorale comune a sinistra hanno chiesto l’iscrizione al PC. «Non rinunciamo al nostro sogno di ricostruire la forza nella classe operaia nel nostro paese e quindi vi chiediamo di poter militare nel PARTITO COMUNISTA  l’unico che non si vergogna di presentarsi alle elezioni con il suo nome e le sue bandiere»
«Da molto tempo ormai il nostro dissenso nei riguardi delle scelte operate dalla dirigenza nazionale di Rifondazione è netto e sempre più incolmabile – hanno dichiarato i compagni di Gaeta –  Una linea ondivaga e opportunista caratterizzata da accordi elettorali posticci a sostegno di soggetti che non ci rappresentano, gli ultimi dei quali solo in ordine di tempo sono stati “Rivoluzione Civile” e “L’Altra Europa con Tsipras”. Accordi fallimentari e al ribasso sottoscritti in una posizione di subalternità anteponendo a tutto il disperato tentativo di ottenere nuove rappresentanze istituzionali attraverso l’abiura sistematica dell’identità e dell’autonomia dei Comunisti». 
L’Ufficio Politico del Partito Comunista saluta le nuove adesioni, ringrazia i compagni per la fiducia e la scelta coraggiosa e importante. Da oggi si parte più forti e più uniti, non solo per queste elezioni, ma anche e soprattutto per il grande lavoro di costruzione del Partito e di impulso alle lotte sociali che ci attende.

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Il tempo è adesso: uniti per il Partito Comunista

Il tempo è adesso: uniti per il Partito Comunista

Poco meno di un mese fa il Partito Comunista ha annunciato l’intenzione di correre alle elezioni politiche 2018. Da quel giorno abbiamo ricevuto centinaia di messaggi di sostegno, proposte di aiuto attivo e concreto, adesioni militanti al nostro progetto. Ringraziamo tutti e continueremo in questi giorni a mettervi in contatto con i nostri referenti locali.

Seguendo gli sviluppi di queste ore della discussione nelle formazioni comuniste e le scelte operate dai gruppi dirigenti,  spesso nonostante ampie contrarietà della base di quei partiti, vogliamo fare un ulteriore appello ai compagni e alle compagne a prendere atto delle scelte operate e mobilitarsi per sostenere attivamente il Partito Comunista a partire dalla campagna per le elezioni 2018.

La decisione di Rifondazione Comunista e del Partito Comunista Italiano di aderire alla lista comune di sinistra, Potere al Popolo, sono la prova che la strategia di questi partiti si muove in una direzione opposta e inconciliabile rispetto alla ricostruzione comunista. Come più volte abbiamo sostenuto in questi anni, la questione comunista è questione di scelte strategiche, non di semplici proclami unitari, privi di chiarezza ideologica e di prospettiva politica.

La lista unitaria della sinistra radicale ha come propri modelli Podemos, Syriza e i movimenti post-comunisti. E’ saldamente ancorata al riferimento internazionale del Partito della “Sinistra Europea”, movimento costruito da Bertinotti, che sta operando per lo scioglimento e la trasformazione dei partiti comunisti in forze genericamente di sinistra, che accetta il sistema capitalistico, l’Unione Europea, che grazie alla sua prospettiva è direttamente responsabile del massacro sociale in Grecia. In alcuni casi addirittura la confusione è tale che si guarda persino al partito laburista inglese di Corbyn, all’opposizione di sua maestà!

Dentro il solco della “Sinistra Europea” non è possibile alcuna ricostruzione comunista. Chiunque nella storia dei comunisti in Italia abbia rinunciato al simbolo della falce e martello e sostenuto la necessità di costruire fronti più ampi, dalla Bolognina in poi è andato nella direzione del superamento della questione comunista, che è la questione dell’emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento capitalistico e della costruzione del socialismo.

Non fatevi ingannare ancora una volta! La ricostruzione comunista non passerà per l’ennesimo annacquamento in una lista comune, più radicale delle precedenti solo per scelta dei partiti istituzionali, oggi in Liberi e Uguali, che hanno “scaricato” il Brancaccio e quanti erano già pronti a salirvi su, ma che porta le medesime contraddizioni di fondo, che già stanno intaccando le parti più genuine persino di quel movimento.

La ricostruzione comunista passa per un’altra prospettiva. Per le scelte di quanti coerentemente e tra mille difficoltà stanno portando avanti quel processo di ricostruzione di un campo autonomo e indipendente dei comunisti.

Come abbiamo già dichiarato, facciamo della lista del Partito Comunista la lista aperta al contributo di tutti i comunisti che non vogliono rassegnarsi e consegnarsi all’ennesimo progetto fallimentare e rinunciatario. Le scadenze imposte dalla presentazione delle liste sono rigide, il tempo è poco. Ma il rafforzamento unitario del processo di ricostruzione comunista, vale più di tutto. Il PC è pronto a valorizzare in ogni modo possibile i contributi individui e collettivi dei compagni che vorranno unirsi e sostenere la causa comunista, dimostrando nei fatti e non a parole la volontà reale di aprire un processo unitario, nella direzione da tempo indicata dal nostro Partito.

Il tempo è adesso: uniti per il Partito Comunista.

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RIZZO (PC): «DI MAIO PARLA COME IL PD AL GOVERNO CON MONTI»

RIZZO (PC): «DI MAIO PARLA COME IL PD AL GOVERNO CON MONTI»

«Di Maio ha aperto a un governo col PD usando gli stessi argomenti che il PD usò per giustificare il sostegno al governo Monti e l’alleanza con Berlusconi» –  ha affermato Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) in corsa per le prossime elezioni – «È chiaro che oggi l’obiettivo di Di Maio è accreditare il M5S agli occhi dei poteri forti, e infatti parla di “responsabilità” e di garantire “la stabilità contro il caos”, cioè gli interessi di banche e Confindustria. Il Partito Democratico in questi anni è stato artefice delle peggiori politiche antipopolari, promuovendo misure che neanche la destra era riuscita a fare. Il PD oggi è il primo nemico dei lavoratori e dei giovani, la sua natura non cambia se si toglie Renzi. È piuttosto il M5S che sta mostrando il suo vero volto».

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IL PARTITO COMUNISTA CORRERA’ CON IL PROPRIO SIMBOLO ALLE ELEZIONI POLITICHE.

IL PARTITO COMUNISTA CORRERA’ CON IL PROPRIO SIMBOLO ALLE ELEZIONI POLITICHE.

Il Partito Comunista presenterà la propria lista sotto il simbolo della falce e martello alle elezioni politiche 2018. Dopo anni di assenza dei comunisti nella principale competizione elettorale, che ha privato i lavoratori dell’unico voto utile alla difesa dei propri interessi, crediamo sia necessario restituire alla classe operaia e alle classi popolari la possibilità di tornare a votare per il Partito Comunista. Di fronte ai tentennamenti, alle promesse disattese, alla ricerca di scorciatoie che non esistono da parte     dei partiti della “sinistra”, mettiamo la nostra forza al servizio della ricostruzione comunista in Italia.
Una scelta che avviene all’indomani della manifestazione dell’11 novembre, in cui migliaia di comunisti -in larga parte giovani- sono scesi in piazza a Roma, testimoniando la forza conquistata da PC e FGC con l’impegno militante nella classe operaia, tra le masse popolari, nei quartieri delle periferie delle città.
Nei mesi scorsi abbiamo rivolto un appello alle forze comuniste per fare dei passi in avanti nella direzione dell’unità comunista. Questa proposta non è stata raccolta, preferendo la strada delle alleanze più larghe, della costruzione di fronti di sinistra ed anche di nuove esperienze politiche. Ne prendiamo atto ma non rinunciamo alla nostra strada, all’indipendenza dei comunisti.
Non vogliamo lasciare i lavoratori, i disoccupati e i pensionati di questo paese ostaggio di una finta alternativa tra la destra, i cinque stelle, il centrosinistra, pilastri fondamentali del disegno e delle politiche filo-padronali e antipopolari. Non crediamo che la classe operaia possa essere rappresentata da Grasso, dai D’Alema e dal gruppo dirigente pro-Bolognina fuoriuscito dal PD, primo responsabile dell’attacco ai diritti dei lavoratori, dell’accettazione dei diktat della Troika, dei tagli alla spesa sociale, alla sanità e alla scuola pubblica. Rigettiamo da subito gli appelli al voto utile e all’unità con queste forze, per fermare l’avanzata della destra. Un disperato tentativo che suona come una provocazione. Se la destra avanza è perché le forze di sinistra sono colpevoli agli occhi delle classi popolari per le politiche di questi anni.
Non pensiamo infine che l’orizzonte dei comunisti possa essere imprigionato in progetti e parole d’ordine eclettiche e arretrate. Per l’emancipazione dei lavoratori non basta come prospettiva l’applicazione della Costituzione. Non serve spacciare come rivoluzionari programmi che si risolvono in un misto di ricette riformiste e movimentiste, che hanno già condotto al fallimento.
Crediamo che la questione comunista, che è la questione dell’emancipazione dei lavoratori dalla propria condizione di subalternità e della presa del potere politico, possa avanzare solo senza compromessi, senza nascondersi, senza ammainare la propria bandiera. Se i rapporti di forza sono sfavorevoli non è solo per il contesto storico, ma perché troppo spesso anche le avanguardie hanno deciso di arretrare. Noi non lo faremo.
Presentare il simbolo comunista alle elezioni serve a rafforzarne l’organizzazione, ad utilizzare ogni spazio minimo residuo concesso per parlare con le masse sfruttate e oppresse. Lo facciamo per dare slancio alle lotte, per scardinare un sistema di rappresentanza finto che difende apertamente gli interessi del capitale. Guardiamo a milioni di lavoratori, di giovani, di pensionati, di donne che oggi vivono sulla propria pelle le contraddizioni del capitalismo.
Non ci interessa difendere un sistema, quello della rappresentanza borghese, che è morto e sepolto dalla crescente astensione. Non saremo la ruota di scorta sinistra del parlamento. Vogliamo scardinare quel sistema. Non chiederemo solo un voto, una semplice delega, ma di unirsi alla nostra lotta, di divenire in prima persona protagonisti del cambiamento.
Sarà necessario farlo da subito. Presentare le liste in tutta Italia è una sfida. I meccanismi della legge elettorale approvata dal Parlamento sono congeniali all’esclusione di una forza alternativa ai partiti presenti nelle istituzioni; comportano la raccolta di un numero ingente di firme – oltre 50.000 in tutta Italia – per la valida presentazione dei moduli. Facciamo appello a tutti i comunisti per sostenere quest’azione, per dare un aiuto concreto con il proprio protagonismo attivo. Non è tempo di stare alla finestra, ma di sostenere con forza e convinzione la ricostruzione comunista in Italia.
Il nostro programma non sarà un programma elettorale ma un programma di lotta. Non un insieme di promesse irrealizzabili, ma un elenco di parole d’ordine su cui costruire quotidianamente una mobilitazione popolare. Dai centri di lavoro, alle lotte per la casa, dall’opposizione alle politiche imperialistiche alla difesa dell’istruzione e della sanità pubblica, alla necessità dell’uscita dall’Unione Europea e della Nato, affermata con chiarezza e senza formule vaghe. Lavoriamo per unire le lotte, per abbandonare ogni illusione riformista e inconcludente, per dire apertamente che solo il socialismo è la soluzione per il futuro dei lavoratori e delle classi popolari.
Facciamo della lista del PC la lista aperta, di tutti i comunisti, delle avanguardie delle lotte, dei lavoratori e delle lavoratrici che pensano che la questione comunista in Italia non sia chiusa, che la lotta per l’abbattimento del capitalismo e la costruzione del socialismo è la lotta del nostro tempo.

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