I comunisti parteciperanno alla manifestazione del 18 ottobre a Roma, come mobilitazione dello Sciopero Generale indetto dai Sindacati di base.
E’ una manifestazione diversa dalle altre indette nei giorni vicini, oscillanti tra una falsa propaganda istituzionalista ed un tipico estremismo parolaio.
E’ una manifestazione diversa perché potrebbe tentare di rimettere al centro la questione e la centralità operaia.
Vi partecipiamo in modo critico perché appunto la centralità operaia non viene invocata in modo esplicito e perché le piattaforme dello sciopero e della manifestazione non sono prive di ambiguità e di incertezze. Ma essa è pur sempre un’occasione per porre da subito un argine all’attacco concentrico contro i lavoratori, condotto con sempre maggiore violenza dalla borghesia nazionale, dal suo stato, e dagli imperialismi internazionali di cui essi fanno parte, sotto il pugno di ferro dell’ Unione Europea.
A partire dalla impellente necessità di ricostruire un Sindacato di classe, nell’ambito di una netta collocazione internazionale entro la Federazione Sindacale Mondiale ( W.F.T.U. ) i comunista affermano la necessità di
- contrastare su tutti i piani la sostanza e gli effetti dei nefandi accordi Cgil-Cisl-Uil-Ugl-padronato sulla rappresentanza sui luoghi di lavoro e sulla produttività, nonché su nuovi attacchi al diritto di sciopero e all’occupazione operaia perpetrati applicando il criminale modello-marchionne;
- difendere e tutelare i luoghi alti del conflitto di classe, a partire dalla Fiat, dalle fabbriche metallurgiche, dalle industrie della telefonia e del trasporto, aprendo alle lotte la prospettiva di espropri senza indennizzo delle realtà a rischio chiusura, delocalizzazione, svendita, per le quali i padroni hanno tra l’altro incassato enormi finanziamenti pubblici e/o causato danni incalcolabili alla collettività, alla salute, all’ambiente, all’economia del nostro Paese;
- rimettere al primo posto i temi concreti della sicurezza sul lavoro e della lotta alle nocività, sottraendoli alla stucchevole, ipocrita passerella istituzionale, a partire da quella del Quirinale;
- dopo 25 anni di sconfitte sul terreno del cosiddetto stato sociale, lottare di nuovo per una scuola ed una sanità gratuite e per tutti, per l’edilizia popolare, per i servizi sociali, ben consapevoli che tali conquiste potranno essere complete e permanenti solo con la vittoria del socialismo-comunismo;
- contrapporre alle proposte fuorvianti di reddito sociale, la conquista del salario minimo garantito, lungo percorsi certi di lavoro, fuori dalle vecchie e dalle nuove ( P.I.) forme di precarietà;
- accumulare le forze, le capacità di analisi e di organizzazione, per passare finalmente dai falsi movimentismi, dalla effimera spontaneità, dalle lotte difensive e spesso rinunciatarie, ad una nuova ed esaltante fase offensiva di lotte operaie e dell’ intero mondo del lavoro.
DAL NO AI PADRONI ED ALLA LORO ARROGANZA
ALL’ AFFERMAZIONE DI UNA NUOVA CIVILTA’ DEL LAVORO
Costruire il Fronte Unitario dei Lavoratori (FUL)
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MIGRANTI: Vergogna al capitalismo! Vergogna all’imperialismo!
L’ennesima tragedia che ha colorato di rosso il mare Mediterraneo rivela la precisa responsabilità di politiche criminali che, da un lato, attraverso l’espansionismo imperialista, affama e distrugge le economie dei paesi del sud del mondo, depredando e le risorse, dall’altro è funzionale all’aumento dell’esercito salariato di riserva alimentato dagli eterni sfruttati, cancellandone definitivamente i diritti.
A questo servono le criminali politiche di respingimento che oggi, ipocritamente, vengono messe in discussione anche da coloro che ne sono stati i fautori o i precursori (vedi legge Turco Napolitano e Bossi Fini).
Allo stesso modo permane nel silenzio totale lo sfruttamento dei lavoratori europei, obbligando gli stessi ad una migrazione interna all’U.E a vergognose ed umilianti condizioni di lavoro. Il Partito Comunista evidenzia come lo sfruttamento generalizzato ha come motore propulsore il conflitto capitale – lavoro determinato dai rapporti di forza interni alla società. Solo il socialismo comunismo può mettere fine alle politiche imperialiste e creare una società nella quale trovino spazio dignità e giustizia sociale per tutti i lavoratori.
C.S.P. – PARTITO COMUNISTA