L’INTERVENTO DEL SENATORE DEL PARTITO COMUNISTA EMANUELE DESSI’ SUI FATTI RIGURDANTI IL PROGRAMMA REPORT.

L’INTERVENTO DEL SENATORE DEL PARTITO COMUNISTA EMANUELE DESSI’ SUI FATTI RIGURDANTI IL PROGRAMMA REPORT.

INQUISITI PER AVER SVOLTO IL LORO LAVORO

 

Nella puntata di Report durante l’inchiesta sui legami tra mafia ed estrema destra nell’attentato a Falcone non è passata inosservata a chi, dall’alto, non vuole che nuove informazioni o nuove verità vengano fuori.
Infatti la Dia, direzione investigativa antimafia, ha disposto perquisizioni “su mandato della Procura di Caltanissetta, presso l’abitazione dell’inviato di Report Paolo Mondani” e la redazione dei Report di Sigfrido Ranucci.
Lo scopo è stato quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di Report sulla strage di Capaci, nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato.
A darne notizia è lo stesso giornalista Ranucci che ieri ha condotto la trasmissione.
“Il motivo – dice Ranucci – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci”. “Gli investigatori cercano atti e testimonianze su telefonini e Pc”, dice.
Sulle perquisizioni è intervenuto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti: “Ci auguriamo che a nessuno venga oggi in mente di ‘molestare’ Report e la sua redazione”.
“Dopo la puntata su Capaci – scrive su Twitter Giulietti – sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trenta anni, sono riusciti a restare in una ben protetta ‘oscurità'”.
Giulietti annuncia anche che “questa mattina saremo nella redazione di Report per decidere iniziative a tutela delle fonti e del segreto professionale”. “Intanto – conclude – chiediamo alla Rai di mettere a disposizione i suoi legali a tutela redazione”.
Questo è il paese in cui viviamo, un paese in cui i giornalisti che cercano di fare il proprio lavoro e non si adeguano alla narrazione che gli viene imposta dall’alto, vengono inquisiti come criminali.
D’altronde il nostro paese come libertà di stampa si trova solamente al 58esimo posto, dietro Gambia e Suriname.
Nel frattempo la DIA ha revocato il decreto di perquisizione.

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