LODI – Via Fanfulla 3, Caffè Letterario Martedì 15 Novembre ore 21 Incontro pubblico, lancio della Federazione di Pavia Per rafforzare il Partito, per l’Unità Comunista all’interno di un Fronte Ampio Con Alessandro PASCALE


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LODI – Via Fanfulla 3, Caffè Letterario
Martedì 15 Novembre ore 21
Incontro pubblico, lancio della Federazione di Pavia
Per rafforzare il Partito, per l’Unità Comunista all’interno di un Fronte Ampio
Con Alessandro PASCALE

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NAZIONALIZZARE LE TELECOMUNICAZIONI Tim, ex Telecom non riesce a stare al passo coi tempi e con gli sviluppi di piani industriali come gli altri Paesi perché i nostri governi hanno deciso, in passato, di privatizzare l’azienda e vendere grosse quote a multinazionali straniere a cui non interessa lo sviluppo dell’azienda, il destino dei lavoratori né tantomeno potenziare i servizi al cittadino. Paesi come Francia e Germania con Orange e Deutsche Telekom dove lo Stato svolge un ruolo attivo e principale all’interno dell’azienda, rappresentano il perno intorno al quale si muove tutto il sistema, con la garanzia data dalla presenza dello stato che ne orienta scelte e politiche di sviluppo. Nel nostro Paese invece la totale assenza di un progetto di industrializzazione per questo settore non produce i suoi effetti negativi solo sui conti delle imprese di tlc, ma danneggia gravemente gli interessi generali del Paese. Un modello che brucia 14 mld di ricavi tra il 2010 e il 2021 (-3,7% medio annuo, con il mobile a -5,0%, il fisso a -2,5% e una flessione confermata anche nel primo semestre 2022 dai ricavi domestici dei principali operatori italiani) oltre a non fare gli interessi del settore e, conseguentemente dei lavoratori impiegati – che pagano per questo un prezzo altissimo – è in controtendenza rispetto a quanto accade nel resto d’Europa e del mondo, dove i margini di redditività continuano ad aumentare progressivamente. E con essi, investimenti e sviluppo. La prosecuzione con la linea di spacchettare e continuare a (s)vendere la ex compagnia nazionale delle telecomunicazione porterà il nostro Paese ad essere solo un mercato da conquistare, tutto questo a discapito dei lavoratori ancora presenti nell’azienda e dei cittadini a cui viene emesso un servizio sempre peggiore e non di qualità. Per questo Tim deve essere nazionalizzata.


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NAZIONALIZZARE LE TELECOMUNICAZIONI

Tim, ex Telecom non riesce a stare al passo coi tempi e con gli sviluppi di piani industriali come gli altri Paesi perché i nostri governi hanno deciso, in passato, di privatizzare l’azienda e vendere grosse quote a multinazionali straniere a cui non interessa lo sviluppo dell’azienda, il destino dei lavoratori né tantomeno potenziare i servizi al cittadino.

Paesi come Francia e Germania con Orange e Deutsche Telekom dove lo Stato svolge un ruolo attivo e principale all’interno dell’azienda, rappresentano il perno intorno al quale si muove tutto il sistema, con la garanzia data dalla presenza dello stato che ne orienta scelte e politiche di sviluppo.
Nel nostro Paese invece la totale assenza di un progetto di industrializzazione per questo settore non produce i suoi effetti negativi solo sui conti delle imprese di tlc, ma danneggia gravemente gli interessi generali del Paese.
Un modello che brucia 14 mld di ricavi tra il 2010 e il 2021 (-3,7% medio annuo, con il mobile a -5,0%, il fisso a -2,5% e una flessione confermata anche nel primo semestre 2022 dai ricavi domestici dei principali operatori italiani) oltre a non fare gli interessi del settore e, conseguentemente dei lavoratori impiegati – che pagano per questo un prezzo altissimo – è in controtendenza rispetto a quanto accade nel resto d’Europa e del mondo, dove i margini di redditività continuano ad aumentare progressivamente. E con essi, investimenti e sviluppo.

La prosecuzione con la linea di spacchettare e continuare a (s)vendere la ex compagnia nazionale delle telecomunicazione porterà il nostro Paese ad essere solo un mercato da conquistare, tutto questo a discapito dei lavoratori ancora presenti nell’azienda e dei cittadini a cui viene emesso un servizio sempre peggiore e non di qualità.
Per questo Tim deve essere nazionalizzata.

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9 NOVEMBRE 1989 : è crollato un muro, se ne sono alzati altri. Ci dicono che così si mise fine “all’isolamento” imposto dal socialismo. Ci dicono che oggi siamo liberi. Ci dicono che esiste un’Europa unita e solidale con i suoi popoli. La REALTÀ è che oggi esistono decine di muri che dividono il mondo (in Palestina fatto dagli Israeliani o tra USA e Messico, oppure tra la Polonia e la Bielorussia e quello che la Finlandia vuole costruire con la Russia), ben 70 in più rispetto alla fine della seconda guerra mondiale. Oggi, il nostro presente é fatto di sacrifici, sfruttamento e precarietà. In questa Unione Europea il PROFITTO viene prima delle nostre necessità, come quelle di un lavoro stabile, istruzione e sanità pubbliche ed efficienti e la difesa e il diritto alla casa. Nella DDR, questi diritti c’erano. Nell’Europa di oggi no. IL MURO DI BERLINO È CROLLATO SUI LAVORATORI E I POPOLI DI TUTTO IL MONDO!


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9 NOVEMBRE 1989 : è crollato un muro, se ne sono alzati altri.

Ci dicono che così si mise fine “all’isolamento” imposto dal socialismo.
Ci dicono che oggi siamo liberi.
Ci dicono che esiste un’Europa unita e solidale con i suoi popoli.

La REALTÀ è che oggi esistono decine di muri che dividono il mondo (in Palestina fatto dagli Israeliani o tra USA e Messico, oppure tra la Polonia e la Bielorussia e quello che la Finlandia vuole costruire con la Russia), ben 70 in più rispetto alla fine della seconda guerra mondiale.
Oggi, il nostro presente é fatto di sacrifici, sfruttamento e precarietà.
In questa Unione Europea il PROFITTO viene prima delle nostre necessità, come quelle di un lavoro stabile, istruzione e sanità pubbliche ed efficienti e la difesa e il diritto alla casa.
Nella DDR, questi diritti c’erano. Nell’Europa di oggi no.

IL MURO DI BERLINO È CROLLATO SUI LAVORATORI E I POPOLI DI TUTTO IL MONDO!

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Per il ministro Lollobrigida è “naturale” che ci sia un aumento dei prezzi a causa della speculazione. Mentre parlano di altro a volte chi ci governa si lascia scappare dichiarazioni interessanti, per il ministro quindi è “normale” che le grandi aziende energetiche facciano ancora più profitti alle spalle dei cittadini e dei lavoratori, i quali sono costretti a pagare interamente questa crisi che stiamo affrontando. La soluzione è una sola, nazionalizzare le aziende energetiche e imporre prezzi accessibili a tutti senza che i soliti pochi continuino a guadagnarci sopra.


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Per il ministro Lollobrigida è “naturale” che ci sia un aumento dei prezzi a causa della speculazione.

Mentre parlano di altro a volte chi ci governa si lascia scappare dichiarazioni interessanti, per il ministro quindi è “normale” che le grandi aziende energetiche facciano ancora più profitti alle spalle dei cittadini e dei lavoratori, i quali sono costretti a pagare interamente questa crisi che stiamo affrontando.

La soluzione è una sola, nazionalizzare le aziende energetiche e imporre prezzi accessibili a tutti senza che i soliti pochi continuino a guadagnarci sopra.

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12 Novembre ore 11 CAGLIARI Via dei Navigatori 1 (Lazzaretto di Sant’Elia) Incontro pubblico con: Salvatore CATELLO Ufficio Politico PC Per rafforzare il Partito, per l’Unità Comunista all’interno di un Fronte Ampio. – Contro la Guerra – Contro NATO – Contro le Sanzioni alla Russia – Contro l’invio di Armi – Contro il carovita PER RIBALTARE IL SISTEMA.


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12 Novembre ore 11
CAGLIARI
Via dei Navigatori 1 (Lazzaretto di Sant’Elia)
Incontro pubblico con:
Salvatore CATELLO Ufficio Politico PC

Per rafforzare il Partito, per l’Unità Comunista all’interno di un Fronte Ampio.
– Contro la Guerra
– Contro NATO
– Contro le Sanzioni alla Russia
– Contro l’invio di Armi
– Contro il carovita

PER RIBALTARE IL SISTEMA.

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96 anni fa, l’8 Novembre del 1926 il regime fascista arrestava Antonio GRAMSCI a Roma e lo rinchiudeva nel carcere di Regina Coeli. Gramsci fu accusato di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all’odio di classe. Il pubblico ministero concluse la sua requisitoria con una frase rimasta famosa: «PER VENT’ANNI DOBBIAMO IMPEDIRE A QUESTO CERVELLO DI FUNZIONARE»; infatti Gramsci venne condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione; “L’acqua è acqua pura e libera quando scorre fra le due rive di un ruscello o di un fiume, non quando è sparsa caoticamente sul suolo, o rarefatta si libra nell’atmosfera. Chi non segue una disciplina politica è appunto materia allo stato gassoso, o materia bruttata da elementi estranei: pertanto inutile e dannosa. La disciplina politica fa precipitare queste lordure, e dà allo spirito il suo metallo migliore, alla vita uno scopo, senza del quale la vita non varrebbe la pena di essere vissuta” Antonio Gramsci.


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96 anni fa, l’8 Novembre del 1926 il regime fascista arrestava Antonio GRAMSCI a Roma e lo rinchiudeva nel carcere di Regina Coeli.
Gramsci fu accusato di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all’odio di classe.

Il pubblico ministero concluse la sua requisitoria con una frase rimasta famosa: «PER VENT’ANNI DOBBIAMO IMPEDIRE A QUESTO CERVELLO DI FUNZIONARE»; infatti Gramsci venne condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione;

“L’acqua è acqua pura e libera quando scorre fra le due rive di un ruscello o di un fiume, non quando è sparsa caoticamente sul suolo, o rarefatta si libra nell’atmosfera. Chi non segue una disciplina politica è appunto materia allo stato gassoso, o materia bruttata da elementi estranei: pertanto inutile e dannosa. La disciplina politica fa precipitare queste lordure, e dà allo spirito il suo metallo migliore, alla vita uno scopo, senza del quale la vita non varrebbe la pena di essere vissuta”

Antonio Gramsci.

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SANITÀ SEMPRE PIÙ DISTRUTTA Le promesse fatte dall’allora ministro Speranza durante la prima ondata di Covid-19 sul rafforzamento della sanità pubblica e sull’assunzione di nuovi medici sono state completamente disattese. Oltre ad essere state disattese, la Sanità Pubblica è persino peggiorata dal periodo pre-covid con il governo che si è prodigato ancora una volta a privilegiare la sanità privata a discapito di quella pubblica All’interno del Portale statistico dell’Agenzia AGEANS è possibile effettuare la lettura dei risultati dei tempi di attesa dei ricoveri per interventi chirurgici. L’analisi dell’area dedicata ai tumori maligni, per il periodo 2019-2021, indica come la pandemia da COVID abbia ancora degli effetti sui volumi sebbene si riscontrino dei miglioramenti nella garanzia di ricevere gli interventi nella classe di maggiore urgenza – Classe A – da effettuarsi entro 30 giorni. Il primo dato che emerge è che tra il 2019 e il 2021 ben 10 regioni su 21 abbiano peggiorato le loro performance sui tempi di attesa per quanto riguarda i tumori maligni. Per quanto riguarda la mobilità sanitaria interregionale invece cala il giro d’affari ma non si ferma l’esodo da Sud a Nord per curarsi con ben 14 regioni che presentano saldi negativi e il 30% delle prestazioni per cui non era necessario recarsi fuori regione. Peggiorano le liste d’attesa in mezza Italia e anche sul numero di prestazioni di specialistica ambulatoriale si fa fatica a tornare ai livelli pre Covid. Questo è il risultato di anni e anni di tagli al Sistema Sanitario Nazionale in un Paese dove ormai le cure sono disponibili solamente per i più ricchi e sempre più a pagamento


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SANITÀ SEMPRE PIÙ DISTRUTTA

Le promesse fatte dall’allora ministro Speranza durante la prima ondata di Covid-19 sul rafforzamento della sanità pubblica e sull’assunzione di nuovi medici sono state completamente disattese. Oltre ad essere state disattese, la Sanità Pubblica è persino peggiorata dal periodo pre-covid con il governo che si è prodigato ancora una volta a privilegiare la sanità privata a discapito di quella pubblica

All’interno del Portale statistico dell’Agenzia AGEANS è possibile effettuare la lettura dei risultati dei tempi di attesa dei ricoveri per interventi chirurgici. L’analisi dell’area dedicata ai tumori maligni, per il periodo 2019-2021, indica come la pandemia da COVID abbia ancora degli effetti sui volumi sebbene si riscontrino dei miglioramenti nella garanzia di ricevere gli interventi nella classe di maggiore urgenza – Classe A – da effettuarsi entro 30 giorni.
Il primo dato che emerge è che tra il 2019 e il 2021 ben 10 regioni su 21 abbiano peggiorato le loro performance sui tempi di attesa per quanto riguarda i tumori maligni.
Per quanto riguarda la mobilità sanitaria interregionale invece cala il giro d’affari ma non si ferma l’esodo da Sud a Nord per curarsi con ben 14 regioni che presentano saldi negativi e il 30% delle prestazioni per cui non era necessario recarsi fuori regione. Peggiorano le liste d’attesa in mezza Italia e anche sul numero di prestazioni di specialistica ambulatoriale si fa fatica a tornare ai livelli pre Covid.
Questo è il risultato di anni e anni di tagli al Sistema Sanitario Nazionale in un Paese dove ormai le cure sono disponibili solamente per i più ricchi e sempre più a pagamento

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PACE E LAVORO! Evento con Marco RIZZO e Fulvio GRIMALDI. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare. A seguire cena popolare (prenotazione obbligatoria: +39 346 680 3753) presso l’Agriturismo Casal Damiano.


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PACE E LAVORO!
Evento con Marco RIZZO e Fulvio GRIMALDI.
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
A seguire cena popolare (prenotazione obbligatoria: +39 346 680 3753) presso l’Agriturismo Casal Damiano.

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QUESTA SERA a BERGAMO – Circolino della Malpensata, Via Luzzatti 6b Lunedì 7 NOVEMBRE ore 21.00 Nel giorno della Rivoluzione di Ottobre, Incontro pubblico: Per rafforzare il Partito, per l’Unità Comunista all’interno di un Fronte Ampio. I Comunisti sono il motore del cambiamento. Con Alessandro PASCALE


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QUESTA SERA a BERGAMO – Circolino della Malpensata, Via Luzzatti 6b
Lunedì 7 NOVEMBRE ore 21.00
Nel giorno della Rivoluzione di Ottobre, Incontro pubblico:
Per rafforzare il Partito, per l’Unità Comunista all’interno di un Fronte Ampio.
I Comunisti sono il motore del cambiamento.

Con Alessandro PASCALE

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7 Novembre 1917 – 7 Novembre 2022 INIZIA LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE. Con l’assalto al Palazzo d’Inverno sede del parlamento. La mente va a chi seppe sfidare il cielo: è già successo, succederà ancora. Viva la #RivoluzioneDiOttobre! “Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai; egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera RIVOLUZIONE” V. Ilič Lenin


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7 Novembre 1917 – 7 Novembre 2022
INIZIA LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE.
Con l’assalto al Palazzo d’Inverno sede del parlamento.
La mente va a chi seppe sfidare il cielo: è già successo, succederà ancora.
Viva la #RivoluzioneDiOttobre!

“Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai; egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera RIVOLUZIONE”

V. Ilič Lenin

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VERGOGNA ITALIA! NELLA VOTAZIONE ALL’ONU VOTA CONTRO LA CONDANNA AL NAZISMO 52 Paesi, tra cui Italia, Germania e Austria, hanno espresso un voto contrario alle Nazioni Unite sulla risoluzione che ogni anno la Russia presenta contro la glorificazione del nazismo. Un anno fa gli stati contrari erano solo due: Usa e Ucraina.


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VERGOGNA ITALIA!
NELLA VOTAZIONE ALL’ONU VOTA CONTRO LA CONDANNA AL NAZISMO

52 Paesi, tra cui Italia, Germania e Austria, hanno espresso un voto contrario alle Nazioni Unite sulla risoluzione che ogni anno la Russia presenta contro la glorificazione del nazismo.

Un anno fa gli stati contrari erano solo due: Usa e Ucraina.

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