Egitto: arriva nuovo premier gradito a piazza Tahir

Si e’ dimesso il primo ministro egiziano, Ahmed Shafik, nominato da Hosni Mubarak poco prima di lasciare l’incarico. Ne ha dato notizia il Consiglio supremo delle forze armate che ha incaricato l’ex ministro dei Trasporti, Essam Sharaf, di formare il nuovo governo che dovra’ guidare la transizione politica.

I giovani della rivoluzione del 25 gennaio hanno salutato con favore l’avvicendamento e hanno chiesto a Sharaf, un ex ministro dell’Aeronautica che partecipo’ alle proteste, di giurare in Piazza Tahrir. Il suo nome era stato suggerito proprio dagli attivisti democratici nell’incontro con i militari svoltosi domenica scorsa e per questo e’ stata annullata la manifestazione di protesta gia’ i programma. Anche l’ex capo dell’Aiea, Mohamed ElBaradei, leader dell’opposizione laica, ha parlato di scelta che “va nella giusta direzione”.

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Bombe sulla roccaforte dei ribelli

Nuovo bombardamento sul centro di Brega, la città libica orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi. “Ho sentito un aereo, poi l’esplosione ed ho visto un cratere”, ha detto un testimone, Mohammed Shibli da Brega, precisando che la bomba è caduta vicino all’università di ingegneria che si trova a circa due chilometri dal terminal petrolifero per l’export. “C’è stato un attacco aereo circa un’ora e mezzo fa L’ho visto con i miei occhi”, ha detto da parte sua Awadh Mohammed, un volontario che sta con i ribelli. Mentre continuano gli scontri nel Paese, si stringe la morsa contro il raìs: è operativo il blocco dei beni della famiglia Gheddafi deciso dalla Ue insieme all’embargo delle armi e il Tribunale penale internazionale ha aperto un’inchiesta per crimini di guerra in cui risulta indagato il leader libico, insieme ai vertici del regime. Intanto, le tre navi da guerra americane transitate per il Canale di Suez sono ormai a 50 miglia dalle coste libiche. Il presidente Usa ha annunciato che verrà autorizzato l’uso dell’aeronautica per permettere il rimpatrio dei profughi egiziani.

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