FRANCIA: contro l’opportunismo… Per l’indipendenza del comunismo, URCF (Union des Revolutionnaires Communistes de France)
09/04/2012
Uno spettro si aggira tra i candidati dei partiti del sistema capitalista: la classe operaia, sarà lei a portargli la buona novella.
Ciò riflette la paura del capitale davanti alla collera operaia che è solo all’inizio della sua manifestazione. La crisi del modo di produzione capitalistico (MPC) spinge il capitale finanziario a distruggere le conquiste sociali del 20° secolo, per far pagare la crisi ai lavoratori e ottenere il massimo profitto; la crisi del MPC va a sommarsi anche ad una crisi politica che porta alla diffidenza verso i partiti borghesi liberali come l’UMP [Unione per un movimento popolare – il partito di Sarkozy – ndt] o i socialdemocratici, mentre il potere del capitale viene esercitato con il bipolarismo e l’alternanza.
La socialdemocrazia in Francia e in Europa ha governato secondo le direttive del Capitale finanziario, predicando austerità e privatizzazioni. Il governo della “sinistra plurale” di Jospin, con la partecipazione di Mélenchon e di ministri del PCF, ha lasciato un ricordo amaro ai lavoratori.
La crisi ha generato anche quella del riformismo, che aveva il fine di accordare concessioni alla classe operaia per meglio agganciarla al carro capitalista …
Il riformismo tradizionale trova sempre più difficoltà a giustificare l’imbroglio elettorale destra/sinistra. Da qui l’emergere di un riformismo nuovo nella forma, più radicale a parole, che gioca con le simbologie rivoluzionarie per meglio deviare: “insurrezione cittadina”, “presa del potere”… Questa nuova corrente riformistica è l’effetto dell’impoverimento e dell’inquietudine di settori numerosi degli strati medi, critici dinanzi alle conseguenze del sistema capitalista ma che sognano un “altro capitalismo”, un capitalismo “umano” rappresentato in parte dal Fronte di Sinistra che ha saputo riunire i settori ecologisti ed i sindacalisti tenuti alla gestione “sociale” del Capitale. “Sogno generale”, tale è l’inspirazione confusa che lega al tempo stesso le giuste rivendicazioni sociali e le utopie reazionarie verso un supposto capitalismo che investe sui bisogni.
Questo social-riformismo rinnovato è incarnato da una corrente come il PCF “socialdemocratizzata”, la principale forza alleata del PS e dell’UE, tramite il Partito della Sinistra Europea finanziato da questa unione imperialistica.
L’opportunismo contemporaneo
Più sorprendente è il sostegno portato dai gruppi che si vantano essere marxisti alle correnti social-riformiste. Per ricostruire un vero Partito comunista, l’URCF ha messo spesso in guardia sul sopravvivere del revisionismo. L’anno scorso, in una lettera aperta affermavamo che il principale lascito revisionista era la tendenza a fissarsi su obiettivi intermedi, talvolta importanti, ma distaccati dal processo di lotte rivoluzionarie per il socialismo: uscita dall’euro, rottura col liberalismo, tutto ciò nel quadro dei rapporti di produzione di sfruttamento, ecc.
Nessuno ha risposto.
La campagna di Mélenchon ha evidentemente inasprito queste tendenze:
È l’analisi opportunista che presenta il PS come un partito di “sinistra” su cui si potrebbe influire nelle scelte attraverso la pressione elettorale. Tutti i fatti mostrano che il PS è uno dei due partiti che gestiscono il potere del Capitale.
L’analisi opportunista dello Stato lo dipinge come rappresentante dell'”interesse generale”, mentre lo Stato, col suo apparato repressivo, mediatico, burocratico, incarna il potere, la dittatura di classe del Capitale sull’insieme della società. Un tale “oblio” può condurre a tragedie come in Cile.
Sull’UE e sul modo di produzione capitalista, l’opportunismo pretende di “invertire la logica economica”, di utilizzare le istituzioni capitaliste, modificare gli statuti della Banca Centrale Europea per trasformarla in “Banca per gli investimenti e l’occupazione “, senza toccare il potere dei monopoli sulla “loro” Europa. Pretendono di soddisfare i bisogni nella cornice dei rapporti di produzione capitalista, con “l’economia mista”; ma capitalismo di Stato o altercapitalismo, è sempre capitalismo!
Questa politica si manifesta da 50 anni nella linea opportunista del PCF di subordinazione al riformismo. Linea sostenuta oggi dai gruppi che ieri erano all’opposizione con la mutazione riformistica del PCF, e che in pratica rappresenta l’annacquamento e cancellazione del comunismo.
È contro di ciò, contro il modello di pensiero dominante e fautore del sistema di sfruttamento, che l’URCF alza la bandiera dell’indipendenza, in ogni circostanza, della corrente comunista, marxista-leninista. Questa campagna sottolinea le grandi responsabilità dell’URCF nel consolidare il suo carattere operaio, rivoluzionario, per costruire il Partito comunista di Francia.
In ciò sta il senso della nostra campagna di boicottaggio che suscita simpatie e interesse nella classe operaia, nella quale ci rafforziamo creando nuove sezioni.
Apprezzamenti confermati da un recente sondaggio che mostra come il 65% del proletariato si asterrebbe, senza contare i nostri fratelli di classe immigrati privati di cittadinanza!
Da ora, la nostra lotta consiste nel forgiare coi sindacalisti di classe, gli operai e gli impiegati quale che sia il loro voto (divisioni momentanee), un Fronte anticapitalista che si fissi per obiettivo, non una “rivoluzione cittadina” altercapitalista, ma una rivoluzione socialista per stabilire il potere operaio e popolare.
La classe borghese ha condotto il paese e i lavoratori nell’abisso. E’ venuta l’ora della Francia operaia e popolare!